Il mito di Er

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Super Mod
    Posts
    72

    Status
    Offline
    Quella di oggi sarà una discussione nell'ambito dei miti, nonostante non si possa non far riferimento in particolare alla filosofia greca di Platone.

    Per poter raccontare il mito è doveroso chiarire alcune premesse e punti chiave del pensiero platonico.

    Il rapporto logos-mitos. Secondo Platone, un pensiero mitico e religioso non è contradditorio alla ragione. La stessa ragione è infatti giustificata a verificare il mito e ad aprirsi ad esso. Tra i due concetti vige quindi un rapporto di conciliazione. Non a caso Platone viene riconosciuto come l'inventore dei miti. Ovviamente non sono da prendere alla lettera, ma potrebbero fungere da spunto.
    Secondo punto, sul quale ruota l'intera concezione di vita di Platone, l'anima è immortale. L'uomo non muore: viene solo privato del suo corpo. Stando alla concezione greca pre-cristiana, l'uomo dopo la vita verrà giudicato: i buoni verranno premiati, mentre i cattivi subiranno una punizione.

    Tralasciando le argomentazioni del filosofo a favore dell'esistenza dell'anima, scrisse a tal proposito il "mito di Er", che ora cercherò di riportare nella forma più chiara. Per gli interessati, è possibile visionare lo scritto di Platone nella conclusione di una delle sue più grandi opere: la Repubblica.

    IL MITO DI ER



    La dea e la sua aiutante (la Moira Lachesi e la Moira
    Cloto) che reggono il filo della sorte



    Er è un soldato armeno che racconta di un'esperienza pre-morte vissuta dopo essere stato ucciso in battaglia. Ebbe la fortuna infatti di resuscitare qualche giorno dopo per raccontare agli altri il proprio accaduto.

    Al termine di un ciclo di vite, le anime si ritrovano in un "Campo delle verità", dove risiede una dea con la sua aiutante. Qui le anime si trovano in fila per scegliere la vita futura. In che modo? La sorte decide chi far stare davanti oppure in fondo alla fila; agli uomini spetta solo la scelta fra varie opzioni. È logico che più un'anima si trovi davanti alla fila, maggiore e vasta sarà la gamma di scelta. Gli sfortunati che sono destinati ad arrivare in seguito si devono accontentare delle poche opzioni rimaste. Dopo la scelta, le anime scendono nel "Fiume della dimenticanza", dove bevendo abbandonano i ricordi precedenti, e si calano in un altro corpo.
    La domanda che sorge spontanea è: come liberarsi da questo ciclo perenne? Se la vita condotta risulta di valore, l'anima si libera definitivamente da questo ciclo e torna nel mondo delle idee.

    Cos'è il mondo delle idee? Secondo Platone esistono due mondi: il mondo ideale e il mondo sensibile. Quest'ultimo coincide con la realtà nella quale viviamo. Noi siamo soggetti sensibili, con doti sensoriali che ci fanno percepire le caratteristiche degli oggetti che ci stanno intorno. Le sensazioni riguardano quindi il soggetto e di conseguenza sono particolari, mutevoli, individuali ecc.
    Quindi dovrà per forza esistere un mondo differente dal nostro, in cui le verità siano eterne e immutabili. Questo luogo coincide proprio con il mondo delle idee, il quale è costituito da oggetti ideali e non è coglibile dai sensi. Le cose esistono nella loro eternità e tutto ciò che esiste si spiega da sé.
    Per riportare un esempio pratico: nel nostro mondo sensibile esistono tanti alberi, di forma e dimensioni differenti. Nel mondo delle idee esiste un solo concetto perfetto di albero, che viene definito "albero perfetto".

    Una bizzarra concezione di realtà, del tutto innovativa rispetto alla precedente corrente che faceva coincidere la natura con la perfezione. In questo caso si può parlare di "dualismo filosofico", in cui appunto avviene la distinzione fra i due mondi: quello sensibile e quello trascendente. A prescindere dalle critiche mosse contro questa teoria (lo stesso suo allievo Aristotele la sminuì in parte), è senz'altro una concezione interessante. Se vogliamo, la possiamo considerare anche come l'applicazione dei principi sostenuti dal suo grande maestro, Socrate.
    (Tanto per rendere ancor più chiara la spiegazione, il "concetto" è un contenuto mentale e universale che identifica l'essenza di una cosa. Coincide con la parola "definizione").

    Riflessioni



    Nel noto capolavoro di Raffaello, la "Scuola di Atene", Platone punta
    il dito in alto, per indicare l'esistenza di un mondo superiore al nostro.



    Tornando al mito di Er, cosa si può dedurre da ciò?
    Innanzitutto occorre citare il concetto di sorte, che l'uomo può deviare solo conducendo una vita significativa, virtuosa. Si fanno poi riferimenti alla libertà di scelta: la scelta della vita è condizionata, dal momento che noi scegliamo in base alla vita passata.
    Infine è doveroso evidenziare nuovamente il concetto di anima. L'uomo è anima. Esiste poi l'immortalità dell'anima e un mondo metafisico, ovvero una realtà che noi con i nostri sensi non possiamo cogliere.


    Adesso una breve riflessione filosofica (scaturita dal mito, tanto per sottolineare il rapporto mito-ragione) spetta a voi. Cosa ne pensate di questa visione spirituale della realtà?

    Edited by luke2 - 29/12/2016, 19:35
     
    Top
    .
0 replies since 29/12/2016, 17:01   151 views
  Share  
.
Top