Grecia: una tomba avvolta nel mistero

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    Grecia: una tomba avvolta nel mistero



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    È la tomba antica più vasta mai scoperta in Grecia, una coppia di sfingi senza testa sorveglia il suo ingresso. È situata nel sito di Anfipoli, nel nord-est del Paese, a circa 100 chilometri da Salonicco. L’epoca della tomba sembra essere quella di Alessandro Magno, il periodo per gli scienziati è compreso tra il 325 e il 300 a. C. Un muro di circa 500 metri circonda l’intero sito. Gli scavi hanno portato alla luce una rampa di tredici scalini che porta a un grande percorso di quattro metri e mezzo di larghezza.

    Il mistero avvolge questo sito funerario: chi vi è sepolto? Gli archeologi sono al lavoro per trovare una risposta, le informazioni raccolte fino a ora fanno pensare a un alto ufficiale macedone. Un mistero che ha affascinato anche il primo ministro greco: ‘‘Siamo chiaramente di fronte a una scoperta significativa. La Macedonia continua a sorprenderci, rivelandoci i tesori che la compongono, tessere del mosaico unico che rappresenta la nostra storia,” ha detto Antonis Samaras.

    Dopo due anni di scavi, gli archeologi hanno iniziato a perlustrare l’ingresso del sito funerario per svelare l’identità di chi vi ha trovato sepoltura. (euronews.com)

    Fonte: sanfrancescopatronoditalia.it
     
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    La tomba dei misteri



    20140830_amphipolis



    di Valerio Massimo Manfredi

    La situazione, a quanto se ne sa è vicina alla fibrillazione: gli archeologi greci, sotto la guida della signora Katerina Peristeri lavorano senza sosta perché stanno entrando nel vivo della loro missione di scavo. Ormai è questione di giorni e si saprà se la gigantesca tomba a tumulo di Kasta (un centinaio di km a Nord Est di Anfipoli, è inviolata o se è già stata saccheggiata nell’antichità. Fino a questo momento gli interrogativi sono molto più numerosi delle certezze ma se mai si potrà arrivare ad una camera funeraria in buone condizioni di conservazione i mezzi moderni di indagine archeologica potranno identificare il personaggio o i personaggi sepolti all’interno, datare le deposizioni e stabilire tutta una serie di connessioni con l’intensissimo periodo storico che seguì alla morte di Alessandro Magno a Babilonia nel giugno del 323 a.C.
    In primo luogo la tomba è gigantesca e costruita nel modo tradizionale del cerimoniale funebre macedone: un tamburo di pietra circoscrive un tumulo di terra che copre di solito una tomba a camera che contiene i sarcofagi con le urne cinerarie, il corredo funebre, le offerte votive e i letti funerari. Quella di Filippo II a Verghina, l’antica AIgai, necropoli ancestrale dei re macedoni, era fatta così e quando Andronikos vi si fece calare nel 1977 restò stupefatto davanti allo spettacolo che gli si parava dinnanzi: la camera sepolcrale era intatta, sul terreno si leggevano ancora i resti delle offerte sacrificali per i defunti. Il corredo ricchissimo comprendeva la corazza e la spada del sovrano, gli schinieri di cui uno più corto dell’altro (Filippo II era zoppo), una faretra d’oro massiccio di arte tracio scitica, l’urna con la stella argeade a rilievo in oro massiccio e all’interno le ossa combuste del re avvolte in un drappo di porpora intessuta d’oro.
    La tomba di Anfipoli è enorme: il tamburo in pietra di Taso è lungo quasi mezzo chilometro e l’area che copre è vastissima. La datazione secondo la signora Peristeri è all’ultimo quarto del IV secolo a.C., cioè subito dopo la morte di Alessandro. Individuato il dromos, ossia il corridoio di accesso gli archeologi hanno trovato due sfingi che fiancheggiavano l’ingresso, poste a guardia del riposo eterno del misterioso personaggio sepolto all’interno. Le sfingi verranno rimosse con una gru e si procederà verso il centro della tomba sperando di trovarla intatta, o almeno di trovare testimonianze in grado di identificare il monumento e il suo ospite.
    In un primo momento vennero avanzate ipotesi anche molto audaci fra cui quella che si trattasse della sepoltura di Alessandro in persona. Ovviamente priva di alcun fondamento dal momento che il sovrano macedone fu sepolto ad Alessandria da Tolemeo I e lì rimase probabilmente fino alla fine del IV secolo quando il suo sepolcro fu distrutto o profanato o le due cose insieme.
    Le ipotesi
    C’è anche chi ha pensato che potrebbero trovarvisi la vedova di Alessandro, Roxane e il figlio di lui Alessandro IV. Ambedue furono assassinati da Cassandro prima che il ragazzo compisse i sedici anni e quindi l’età per regnare. Non a caso una delle clausole del convegno di Cipro fra i Diadochi recitava «Qualora dovesse succedere qualcosa al bambino la Macedonia andrà a Cassandro». Era come condannarlo a morte. Certo una tomba tanto grandiosa sarebbe degna del figlio di Alessandro e Cassandro aveva bisogno di altrettanto grande ipocrisia per onorarne la sepoltura visto che l’aveva ucciso lui. Ma è anche vero che un principe di sangue reale (e che sangue !) avrebbe dovuto essere sepolto accanto al nonno ad Aigai-Verghina nella necropoli ancestrale dei re macedoni. Infatti nella tomba di Filippo fu trovato un altro sarcofago che conteneva le ceneri di un adolescente che si pensò potesse essere Alessandro IV.
    C’è anche chi ha pensato che sotto il grande tumulo di Kasta ci siano Filippo Arrideo, il fratellastro mezzo scemo di Alessandro che gli successe sul trono in attesa che Roxane partorisse e il giovane Alessandro IV ma anche qui sarebbe strano che un re di Macedonia e di mezzo mondo e il principe ereditario di Alessandro non fossero sepolti, a maggior ragione a Verghina. Senza contare che non manca chi identifica il supposto Filippo II con suo figlio Filippo Arrideo, il quale, se fosse vera l’ipotesi, non potrebbe trovarsi a Kasta- Anfipoli.
    Un’altra ipotesi che forse salverebbe capra e cavoli potrebbe essere quella di una sepoltura monumentale per due grandissime donne: la regina madre Olympias e la regina Roxane. Essendo donne non avrebbero necessariamente dovuto essere inumate ad Aigai . Inoltre l’una e l’altra erano “barbare”. Olympias era dell’Epiro terra selvaggia, Roxane era addirittura battriana, ossia dell’odierno Afghanistan. La sepoltura delle due donne più amate da Alessandro assassinate dal re di Macedonia spiegherebbe forse anche una località così fuori mano. Roxane inoltre aveva trascorso gli ultimi tempi della sua prigionia proprio ad Anfipoli. Fra alcuni giorni o settimane, in un modo o nell’altro, potremmo avere risposte molto più convincenti a questi appassionanti interrogativi.

    Fonte: ilmessaggero.it
     
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1 replies since 1/9/2014, 13:13   89 views
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