Posts written by Selene_Moon

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    LA FATA DELLO STATE PARKS IN GEORGIA



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    Fate, folletti, elfi, gnomi… Quando sfogliamo un libro o ci imbattiamo in un sito di folclore e criptozoologia possiamo essere certi che gran parte di esso riguarda creature del Piccolo Popolo. In tutto il mondo si raccontano storie e si testimoniano avvistamenti di qualche creatura fatata, tutto il mondo tranne il continente americano. Ci avete fatto caso?
    Beh, una giustificazione a questo può essere il fatto che nel Nuovo Mondo hanno a che fare già con un'ampia casistica di creature presunte: il bigfoot, il wendigo, il chupacabras, il diavolo del Jersey, l'uomo falena, ecc. Un altro possibile motivo può essere che la cultura americana si basa su leggende indiane annoveravano centinaia di creature, ma viste sotto un aspetto più spirituale che concreto ed è per questo che molte delle leggende americane parlano di spiriti piuttosto che creature in carne ed ossa.
    In realtà però, pur non chiamandola con il termine canonico "Piccolo Popolo", esiste una grande varietà di presunte creature magiche che potremmo far ricadere in questa casistica. Molte di queste creature però non vivrebbero nei boschi come da noi, bensì in luoghi abbandonati dall'uomo come città fantasma e miniere da tempo chiuse.
    Io invece voglio parlarvi di qualcosa di molto simile a ciò che verrebbe compreso nel nostro folclore, sebbene sia avvenuto nello State Parks in Georgia (USA).
    Lo State Parks è un'ampia zona boschiva dove la fauna locale è protetta ed è vietata la caccia. I rangers pattugliano il parco continuamente e le leggi contro gli intrusi sono rigidissime. Ad alcuni proprietari terrieri è concesso l'uso di alcune aree in cui allevano bestiame e coltivano alcuni campi, ma ognuno di loro ha un'autorizzazione specifica e a tempo. Nonostante queste misure di sicurezza però non è raro che cacciatori di frodo si addentrino nei boschi alla ricerca di facili prede, e non è nemmeno insolito che gruppi di ragazzi curiosi vogliano sfidare le regole per provare il brivido del proibito.
    Insomma, diciamo che la riserva ha bisogno di ulteriori misure di sicurezza oltre ai rangers ed è per questo che molte zone sono recintate e dotate di telecamere ad infrarossi, sia per monitorare il flusso faunistico, sia per localizzare e smascherare eventuali intrusi. Più volte minacciati dai bracconieri, anche i proprietari terrieri hanno istallato telecamere a circuito chiuso lungo i loro possedimenti ed è proprio una di queste che il 4 luglio 2011 ha ripreso qualcosa di eccezionale.
    La foto che vi riporto è una di circa una decina ( è la più chiara) che sono state scattate con una fotocamera all’infrarosso nel sottobosco dello State Parks. La fotocamera era stata impostata per catturare i movimenti su alcune proprietà terriere dopo che alcuni giorni prima alcune reti sono state trovate tagliate e manomesse. Alle ore 22.54 di sera la fotocamera si è attivata e la spia ha permesso di vedere in tempo reale e registrare una misteriosa luce nel bosco poco lontano da una casa.
    I proprietari, credendo si trattasse di cacciatori di frodo, hanno immediatamente segnalato la cosa ai rangers che sono accorsi a controllare. La fonte di luce è durata diversi secondi e ciò aveva fato pensare a torce o lampade notturne, ma nonostante sia stata pattugliata tutta la zona non sono stati trovati segni di manomissione o impronte umane. I rangers hanno esaminato le immagini della fotocamera e sono rimasti di stucco: quella figura luminosa sembra un essere umanoide dotato di ali, un angelo o una fata dei boschi.
    La cosa curiosa è che anche un'altra fotocamere all'infrarosso istallata dai rangers, a circa 2 km dal luogo del primo avvistamento, circa 20 minuti dopo ha registrato immagini molto simili, aventi come soggetto una creatura luminosa.
    Il giorno successivo alcuni esperti hanno esaminato la registrazione, ma hanno preferito non esprimere opinione su quello che anche loro hanno pensato che fosse. Nel loro rapporto hanno evidenziato la genuinità degli scatti e la reale presenza di una fonte luminosa nel bosco, ma hanno aggiunto che non disponevano di sufficienti informazioni per poter dire con certezza quale fosse la causa.
    I Ranger del DNR (Dipartimento delle Risorse Naturali) hanno affermato di non aver mai visto niente di simile, anche se tutti loro conoscono una leggenda che potrebbe in qualche modo spiegare quella figura.
    Ma perché io ho parlato di una fata? Proprio perchè ho approfondito la leggenda che aleggia attorno allo State Parks della Georgia.
    Ancora oggi in Virginia,Georgia e Nuovo Messico è possibile trovare incastonati in rocce dei cristalli luminosi di staurolite pseudomorfica, un minerale generato da correnti geotermali a circa 6 km sotto la superficie. In questi paesi sono anche chiamati "fairy stones" ( pietre delle fate) e vengono venduti come orecchini o su un cordoncino di cuoio perchè si crede abbiano un potere concentrato derivato dalle fate dei boschi.
    La leggenda vuole che secoli fa i capi tribù Powhatan ( la tribù di Pocahontas), stanziati nelle terre che ora comprendono la Virginia, la Carolina e la Georgia, erano soliti intrattenersi presso le sorgenti di acqua con naiadi e ninfe dei boschi. Le tribù indiane convivevano pacificamente con le creature fatate e scambiavano con loro le conoscenze, la cultura e condividevano perfino una certa spiritualità.
    Tutto questo fino al 1622 quando avvenne il grande "Massacro indiano", seguito da quello del 1636 in cui gli inglesi sterminarono quasi interamente le tribù Powhatan. La Confederazione Powhatan fu costretta a lasciare le terre agli europei e alla loro espansione coloniale e solo pochi do loro si salvarono a patto di integrarsi con i coloni.
    I nativi furono costretti a convertirsi al cattolicesimo e a venerare la croce e si dice che le ninfe, sconvolte dalla brutalità degli invasori, si rifugiarono lontano da loro nei boschi più fitti e nei tratti di fiumi più impervi. Da allora piangono la scomparsa degli indiani e le loro lacrime che cadono a terra si cristallizzano per formare splendide croci (la staurolite ha effettivamente la forma di una croce greca). E così la leggenda vuole che ovunque si trovino queste formazioni minerali ci siano nei pressi delle fate che ancora oggi ricordano con malinconia i loro amici indiani.
    Si dice che, pur essendoci moltissime formazioni di queste pietre in tutto il mondo, da nessun'altra parte esse sono perfettamente a forma di croce come nella zona dello State Parks della Georgia e che ciò indicherebbe che le fate più nostalgiche si aggirerebbero ancora in quei boschi.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    IL DISPETTOSO MAZAROL



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    Per chi come me ha la testa un po' tra le nuvole e ogni volta che mette piede in un bosco si guarda attorno nella speranza di veder due occhietti fissarlo, uno dei desideri più reconditi è quello di poter vedere, almeno per una volta, una fata o un folletto.
    Ma non è certo necessario andare in Scozia, Irlanda o Inghilterra: a volte ce ne dimentichiamo, ma in Italia il folclore è molto intenso e quasi ogni paesino ha le sue leggende su creature magiche o misteriose.
    In questo articolo voglio parlarvi di una leggenda del bellunese, una delle zone più a nord della nostra penisola.
    Sulle pendici delle Dolomiti, nascosto nei folti boschi che le ricoprono c'è una creatura fatata che da secoli a volte aiuta e a volte si prende beffa dei pastori e dei contadini di quelle zone. Viene chiamato "mazarol" e ha l'aspetto di un piccolo gnomo con una lunga barba e un naso pronunciato.
    Ha un grande cappello e veste con un abito rosso e una giacca color turchese; il tutto è coperto da un lungo mantello nero con il quale, si dice, nasconde i bambini disobbedienti per rapirli e portarli via dalle loro case. Ai piedi ha degli zoccoli di legno, ma invece di camminare saltella e mette i piedi leggermente all'indentro, lasciando al suolo delle impronte inconfondibili.
    Il mazarol non è cattivo, solo un po' rozzo e dispettoso: adora importunare le belle ragazze e fare scherzetti ai pastori e ai contadini che incontra nelle sue lunghe passeggiate: non è raro che i recinti per i greggi vengano trovati aperti o che la merenda sparisce "magicamente" dalle loro borse, così come non è raro che le gonnelle delle pastorelle si alzino anche senza in filo di vento.
    Il mazarol è uno spirito libero, ma comunque legato alla natura e sa diventare vendicativo contro chi lo perseguita, inquina o turba la quiete della montagna. Il nome "mazarol" deriva dal nodoso bastone che tiene sempre in mano per aiutarsi a camminare e che usa per darlo in testa a chi non rispetta Madre Natura.
    Si dice che non sia nemmeno così difficile avvistarlo: a differenza degli altri esserini del Piccolo Popolo, il mazarol non teme gli esseri umani ed è perfettamente in grado di difendersi con il suo bastone o con i suoi incantesimi; uno di questi è lanciato contro chi vuol seguire le sue orme, tipicamente di zoccoli con le punte convergenti. E' infatti noto che chiunque calpesti le sue impronte cada in uno stato di profondo trance dal quale si ridesterà solo quando vorrà il mazarol e ovviamente senza aver alcun ricordo di cosa ha visto, sentito o provato in quel periodo.
    Nel bellunese si tramanda una leggenda molto famosa sul mazarol. Io vi racconto la versione più comune.
    In uno dei paesini della Valbelluna c'era una bellissima ragazza che in un giorno di tarda primavera volle fare una passeggiata per raccogliere i dolcissimi frutti di bosco che ogni anno maturano spontaneamente lungo le pendici. Aveva piovuto il giorno prima e c'erano diverse pozzanghere tra cui destreggiarsi. Con un cesto e molta pazienza iniziò la raccolta, ma non si accorse che nelle vicinanze erano ancora visibili le impronte del mazarol; per errore la splendida fanciulla calpestò l'orma degli zoccoli della creatura fatata e improvvisamente tutto attorno a lei si fermò.
    Dimenticò chi fosse, dimenticò perchè si trovava lì e dimenticò da dove fosse giunta; tutto ciò che provava era un irresistibile desiderio di correre nel bosco e così fece, lasciando a terra il suo cesto colmo di frutta. Corse, corse senza sosta e alla fine giunse all'entrata di una piccola caverna.
    Smarrita e confusa si inoltrò nella grotta e in lontananza vide la fioca luce di alcune torce. All’interno l'attendeva il mazarol che le diede il benvenuto e le si avvicinò: per un attimo la ragazza si ricordò tutto e fece un passo indietro intimorita, ma lui la guardò dritta negli occhi e dolcemente le alitò sul viso: la ragazza allora dimenticò di nuovo tutto ciò che sapeva e si affidò a quel bizzarro ometto.
    Prigioniera di quel mondo sconosciuto e in mancanza della memoria, la ragazza trascorreva le sue giornate pulendo e sistemando la caverna; in cambio il suo ospite le insegnò l'arte casearia e la fanciulla divenne la più abile produttrice di burro, ricotta a formaggio.
    Passò un anno intero e sulle Dolomiti tornò la primavera e la neve si sciolse di nuovo per lasciare spazio ai verdi prati. Il mazarol, convinto che la ragazza fosse ormai pronta per accompagnarlo nel mondo esterno, la invitò a seguirla per aiutarlo nel pascolo. La condusse in una radura inaccessibile agli esseri umani, e certo che nessuno sarebbe giunto a portargliela via, le ordinò di badare agli animali.
    La ragazza era felice e spensierata e stare all’aria aperta la rendeva felice come mai prima di allora. Seguendo la mandria si fermò a raccogliere dei deliziosi frutti di bosco, gli stessi che stava cogliendo l'anno prima. Fu allora che trovò un cestino di vimini riverso. Quel cestino le fece ricordare ogni cosa: il suo nome, la sua famiglia, i suoi amici, la sua casa! La fanciulla corse e si sporse da una roccia dalla quale si vedeva tutta la valle: il suo villaggio era lì, così come lei lo aveva lasciato.
    L'incantesimo de mazarol svanì e lei si mise a correre a perdifiato lungo i sentieri scoscesi della montagna verso la sua casa. Il mazarol si accorse che qualcosa non andava e la inseguì urlando nel tentativo di convincerla a fermarsi. Per far sì che la ragazza restasse con lui e non tornasse alla sua vita di sempre le promise di rivelarle il suo più grande segreto, cioè come estrarre la cera dal siero del latte, ma la ragazza non si fece tentare e corse ancora più forte finchè non fu in salvo al suo villaggio e dai suoi cari.
    In paese la ragazza fu accolta con gioia da tutti gli abitanti e lei raccontò loro la sua incredibile avventura e tutto ciò che il mazarol le aveva insegnato riguardo la caseificazione. Da allora ai piedi delle Dolomiti è possibile gustare tutti i deliziosi prodotti tipici del territorio, che un tempo erano il segreto del mazarol e che oggi sono delizia per il palato di tutti coloro che li vogliano provare.
    Ma come si fa ad estrarre la cera dal siero, vi starete chiedendo?
    Beh, questo nessuno lo sa perchè è l'ultimo grande segreto di un piccolo folletto che non ha mai svelato a nessuno!

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    CONGELIER MANSION, IL COVO DEL MALE



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    Le case stregate o infestate occupano una porzione piuttosto consistente del mondo del paranormale e praticamente in tutto il mondo si racconta di abitazioni terrificanti in cui sono avvenuti e avvengono fatti spaventosi.
    E’ difficile fare un elenco degli edifici più infestati, ma molti amanti del paranormale e ghost hunters sono solitamente d’accordo su alcuni luoghi e quindi sui giornali di misteri, nei documentari o in rete appaiono quasi sempre gli stessi edifici. Per molti anni la casa di cui sto per parlarvi è stata considerata la più infestata degli Stati Uniti: scrivo “è stata” perché ora l’edificio non esiste più e la via dove sorgeva ha lasciato spazio ad una statale, ma ancora oggi si parla di spettri e fenomeni paranormali lungo la strada là dove sorgeva la casa covo del Male.
    A Pittsburgh, in Pennsylvania, una delle più grandi arterie è Ridge Avenue e lo era anche nel 1860, quando era poco più che una via di paese. Al tempo però lungo Ridge Avenue vennero costruititi palazzi e case ( che oggi sono stati demoliti per rendere la via una statale ad alta frequentazione) e tra questi c’era la famosa Congelier Mansion, una delle più belle e ricche case della città.
    Charles Wright Congelier nel 1860 non badò a spese quando la commissionò: in fondo era un uomo d’affari che aveva fatto fortune in Texas durante la guerra civile e poteva permettersi un certo sfarzo. Lo stesso Congelier e sua moglie Lyda furono per diverso tempo al centro della società cittadina e spesso organizzavano feste e ricevimenti nel loro lussuoso palazzo per aggraziarsi la gente che contava.
    Si dice che Lyda si ammalò e la sua bellezza iniziò a sfiorire velocemente, nonostante le premurose cure della giovane domestica Essie e i migliori medici pagati dal marito. Ma man mano che il tempo passava la donna diventava sempre meno attraente e Charles iniziò a rivolgere le sue attenzioni alla più attraente serva e alle procaci fanciulle dei locali notturni nei vicoli di Pittsburgh.
    La svolta nella Congelier Mansion si ebbe nel 1871, quando la relazione dell’uomo con la domestica fu scoperta: la moglie Lyda colse i due in flagrante e meditò una fredda vendetta. Una notte accoltellò entrambi durante il sonno, prima la domestica e poi suo marito, che però venne colpito di striscio e riuscì a scappare di casa.
    Congelier tornò a casa dopo qualche giorno assieme ad alcune guardie e una volta entrati in casa si trovarono davanti ad una scena agghiacciante: Lyda era nel soggiorno che si cullava al buio su una sedia a dondolo mentre cantava una nenia sottovoce e stringeva al seno la testa della sfortunata cameriera. La donna venne processata e giustiziata e la casa rimase vuota fino al 1892, quando tutte le costruzioni di Ridge Avenue vennero espropriate e trasformate in appartamenti per le famiglie di operai che costruivano la ferrovia.
    I primi anni intere famiglie scapparono terrorizzate da Congelier Mansion dicendo che nell’edificio risuonavano di urla e pianti di donna; molti testimoniarono inquietanti ombre vagare lungo i corridoi anche di giorno, il cigolio di una sedia a dondolo e addirittura una voce mostruosa che cantava antiche ninnananne. Ogni persona che provò ad abitarvi fu vittima di incidenti più o meno gravi, come spinte dalle scale da forze invisibili, mobili che cadevano senza apparente motivo, finestre che si rompevano ferendo i malcapitati e crolli dei soffitti.
    Non ci fu nulla da fare e nuovamente nel giro di cinque anni la casa fu di nuovo abbandonata: nonostante in città la gente si accalcasse per l’enorme sviluppo industriale, Congelier Mansion era sinonimo di male e morte e la voce si propagò a tal punto che nemmeno i più bisognosi accettavano di andarci ad abitare.
    Finalmente nel gennaio del 1901 la casa trovò un acquirente: si trattava di Adolph C. Brunrichter, un medico di una certa fama famoso per essere razionale e scettico perfino verso la religione. L’uomo non si curò affatto della macabra fama dell’edifico e fece un ottimo affare comprandolo a prezzo super svalutato.
    Sin dal suo insediamento nella casa, Brunrichter iniziò a comportarsi in modo molto strano: viveva isolato da tutto e tutti, spesso attardandosi in ospedale o addirittura non presentandosi nemmeno; conduceva una vita quasi da eremita e usciva quasi solo dopo il tramonto avvolgendosi in abiti lunghi e pesanti anche d’estate; divenne scorbutico e aggressivo e più volte venne visto parlare da solo seduto nella veranda o affacciato alla finestra.
    Dopo appena 7 mesi che il dottore era venuto ad abitare a Congelier Mansion la casa fu teatro di un altro evento macabro. Era il 12 agosto 1901 e di notte tutti il vicinato udì un urlo prolungato e spaventoso provenire dalla casa; molte famiglie si precipitarono in strada e furono testimoni di una luce rossa intensissima che illuminò l’intera struttura dall’interno; i vetri delle finestre esplosero e l’aria si riempì dell’odore di ozono. Nessuno vide uscire il medico di casa e il suo corpo non venne mai trovato; in compenso la polizia chiamata a controllare trovò in casa il cadavere in decomposizione di una donna legato ad un letto e privo della testa. Le indagini durarono alcuni giorni e vennero trovati altri 5 corpi senza testa e inseriti in sacchi di iuta; le loro teste furono trovate immerse in vasi di vetro in una stanza-laboratorio nei sotterranei.
    L’ipotesi più plausibile è che Brunrichter avesse ucciso le 6 sfortunate cavie per interesse scientifico: era un periodo in cui tutti i dottori tentavano di scrivere la storia con esperimenti su malati terminali o persone insane di mente abbandonati dalle famiglie, ma la “materia prima” era di difficile reperimento e i controlli sulle morti sempre più serrati; ciò probabilmente spinse il medico ad attirare a casa girovaghi e sbandati allo scopo di sperimentare la sua idea di mantenere in vita il cervello di una persona se privato del corpo. Per questo motivo il medico attirava le persone a Congelier Mansion per anestetizzarle, decapitarle e cercare di riportare in vita le loro teste nel suo laboratorio.
    Il medico non fu mai rintracciato, ma nel 1927 a New York venne arrestato un barbone per ubriachezza e schiamazzi e alla centrale dichiarò di chiamarsi Adolph Brunrichter. Addirittura parlò di suoi esperimenti per tentare di prolungare la vita, ma nona vendo alcun riscontro gli agenti lo ritennero innocuo e lo rilasciarono.
    Come si può ben immaginare la casa rimase nuovamente senza un proprietario per molti anni. Nuovamente in mano al comune, nel 1924 molti edifici del quartiere furono destinati agli operai della Equivale Gas Company, per lo più immigrati italiani giunti a sostituire quelli americani che erano stati licenziati perché pretendevano salari troppo alti. Gli italiani che andarono a colonizzare Ridge Avenue però iniziarono ben presto a lamentarsi di fatti strani e inspiegabili che avvenivano nei pressi di Congelier Mansion, come sagome scure che entravano e uscivano dai muri, sussurri nel vento davanti alla casa, apparizioni di pezzi umani, strani rumori, scricchiolii e versi provenire dall’interno dell’edificio.
    La storia di Congelier Mansion sta per volgere al termine ma c’è ancora spazio per altre 3 morti. Due avvennero nel 1926, quando nella casa, che al tempo ospitava almeno 15 operai, due fratelli furono trovati dai compagni nel seminterrato senza vita. Uno era impiccato ad una trave e l’altro aveva un palo di legno conficcato nel petto. La polizia chiuse in fretta e furia la vicenda e riuscì ad archiviare le due morti come accidentali, dovute ad un caduta contemporanea dalle scale dei due operai (come uno dei due si sia impiccato mi piacerebbe capirlo).
    Infine il 14 novembre 1927 nella Ridge Avenue avvenne una tremenda esplosione causata da tre serbatoi di stoccaggio di gas difettosi: in tutta la strada sembrò scatenarsi l’inferno e le fiamme raggiunsero centinai di metri di ampiezza. L’esplosione devastò il quartiere e provocò decine di morti e centinaia di feriti. Molte case tra cui Congelier Mansion vennero rase al suolo, solo che la casa infestata” nuovamente si distinse dalla normalità: l’incidente non solo al fece crollare, ma la fece addirittura sprofondare in un crepaccio (fu l’unica a cui capitò quella sorte in tutta la strada), come se fosse stata risucchiata dalle profondità dell’inferno. Nei suoi pressi perse la vita una donna il cui corpo venne trovato mummificato dal calore.
    Dopo quel disastro l’intera zona venne nuovamente spropriata e sfruttata per la costruzione della statale che oggi attraversa Pittsburgh. La casa maledetta di Ridge Avenue non esiste più ma la strada continua ad affascinare gli amanti del paranormale, secondo i quali gli spiriti delle persone morte nella casa si aggirerebbero ancora lungo di essa.
    La fama di Congelier Mansion non si è mai spenta e negli anni ha alimentato storie e leggende horror in tutti gli Stati Uniti.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    IL VAMPIRO DI HIGHGATE



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    Nel 1862 nel cimitero di Highgate venne sepolta Elizabeth Siddal, moglie del pittore Dante Gabriel Rossetti. L'inconsolabile marito gettò nella bara un libro di poesie a lei dedicate. Sette anni dopo la salma venne riesumata e, tra lo stupore dei presenti, quello che tornò alla luce era il corpo perfettamente integro della donna, con la testa ancora contornata da lunghi capelli di colore rosso-dorato. Questo evento diede vita al pensiero comune che nel cimitero vivesse un vampiro. Del fatto parlarono solo i giornali locali mentre i quotidiani nazionali non presero seriamente la vicenda fino a quando, nel 1971, non vi fu l'aggressione ai danni di una ragazza.

    Una prima aggressione avvenne nella strada che conduce all'ingresso ovest del cimitero di Highgate delimitatata dalla Swain's Lane, strada che collega l'Highgate Village a Kentish Town costeggiando il Waterlow Park. David Farrant, membro fondatore della British Psychic an Occult Society, fu la persona che si occupò nel modo più scrupoloso di questi avvenimenti. Farrant si mise a selezionare gli articoli più veritieri sull'argomento, il primo riguardante proprio l'aggressione della ragazza sulla Swain's Lane. L'articolo riportava: "A tarda notte stava rientrando a casa quando all'improvviso fu gettata a terra da un individuo alto, dal viso mortalmente pallido. Appena la ragazza sollevò lo sguardo, le luci di un'automobile che svoltava l'angolo illuminarono la scena e la figura scomparve. La ragazza aveva solo dei graffi alle ginocchia e ai gomiti, ma era sotto shock. Le indagini della polizia non ebbero alcun esito. In particolare, gli agenti non riuscirono a spiegarsi come l'aggressore potesse essere scomparso, dato che un muro alto circa 5 metri fiancheggiava il viale da entrambi i lati.

    L'apparizione dello spettro

    Un altro evento misterioso ha visto come protagonista un contabile londinese. Al calar della sera l'uomo stava passeggiando nel parco adiacente al cimitero quando, cercando l'uscita, si rese conto di essere seguito. Quando si voltò vide, ad una manciata di metri da lui, una figura oscura, alta e spettrale, sospesa a mezz'aria. L'uomo si accorse di non riuscire più a muoversi e di non avere cognizione del tempo, come intrappolato in quell'attimo di vita. Trascorsi quelli che egli ritenne fossero alcuni minuti l'apparizione scomparve e pian piano recuperò le sue facoltà. Farrant decise di indagare anche su questa segnalazione scoprendo, nella zona dove avvenne l'apparizione, i resti di un rituale di magia nera. Alle 23 della sera del 21 dicembre 1969, giorno del solstizio d'inverno, Farrant provò sulla propria pelle l'energia del cimitero di Highgate: due occhi lo fissavano emettendo una luce sinistra e minacciosa; Farrant intuì che stava per essere sottoposto a un "attacco psichico" e distolse immediatamente lo sguardo. Quando guardò di nuovo in quella direzione la misteriosa creatura se ne era andata, scomparsa nel nulla da dove era venuta.

    Oggi il Cimitero di Highgate conserva tutto il suo fascino cupo e misterioso, custodito da agguerritissime signore dai capelli argentati che lo difendono da visitatori e curiosi. Tra gli ultimi personaggi che vi hanno trovato sepoltura anche Alexander Litvinenko, il dissidente russo ucciso con materiale radioattivo da agenti segreti durante un thè.

    Fonte: quilondra.com
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    Highgate, il cimitero maledetto



    Il cimitero di Highgate, firmato dall'architetto Stephen Geary, si trova nell'omonimo quartiere nel nord di Londra e risale al 1839. Grazie ai suoi edifici in puro stile gotico il cimitero di Highgate divenne presto un luogo di sepoltura ambito dalle famiglie aristocratiche dell'epoca vittoriana.

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    La parte più recente del cimitero risale al 1854: di quest'ultima rimane l'ala di quello che potrebbe sembrare un normale cimitero mentre la parte più interessante ed intrisa di misteri e leggende si trova ad ovest. Qua, dove riposano tra gli altri Karl Marx, di cui si trova il celebre busto commemorativo all'ingresso della parte est, Michael Faraday e William Friese-Greene, si sono verificati nel tempo misteriose apparizioni e fatti inquietanti.

    La visita al Cimitero di Highgate


    Prenotare una visita guidata è oggi l'unico modo per entrare nella parte Ovest del grande cimitero di Highgate, che aspetta i suoi visitatori davanti ai cancelli dell'imponente ingresso in Swain's Lane. Un'entrata degna dei tesori che custodisce. Il caseggiato originariamente aveva delle belle guglie gotiche e ospitava all'interno due cappelle, tutt'ora esistenti ma con altre destinazioni d’uso. La cappella di sinistra era la stanza di accoglimento dei 'dissenzienti' e oggi è la sede dei Friends of Highgate, l'organizzazione che cura la manutenzione e le opere di restauro, mentre l'altra, sconsacrata negli anni 70, ospita, saltuariamente, delle mostre.

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    La piazza del colonnato, un grande spazio concepito per un'entrata in pompa magna delle carrozze e i loro seguiti, come l'usanza vittoriana richiedeva, è oggi il punto di raccolta, dove si riuniscono i gruppi di visitatori in partenza per il tour guidato. I feretri che dovevano andare nella parte est, costruita in un secondo tempo, scendevano tramite un montacarichi in una galleria che attraversa la Swain's Lane per sbucare dove ora ci sono i casotti degli addetti alla biglietteria e all’ufficio informazioni. Il percorso organizzato dal tour è ben definito e non è permesso allontanarsi, motivo: i sentieri più piccoli non sono tutti messi in sicurezza. Nonostante gli sforzi pare che questo enorme museo all'aria aperta abbia ancora bisogno di tantissimi lavori.

    Chissà se potrà mai tornare ad essere quell'opera di paesaggistica che era agli esordi, quando la moda del momento voleva che questi luoghi assomigliassero il più possibile a rilassanti giardini, aree sicure e piene di angoli graziosi dove le persone in lutto, ma anche quelle che desideravano solo qualche ora di quiete, potevano passare il tempo libero facendo passeggiate e pic-nic, idealmente e spiritualmente, accanto ai loro cari defunti. Di sicuro gli spazi per queste attività si sono ridotti vista l'innumerevole serie di tombe dalle varie foggie e dimensioni; in certi punti la vegetazione è talmente fitta che si riescono a scorgere solo quelle più imponenti con le loro colonne spezzate, torce capovolte, angeli, urne e altri simboli funerari.

    Ad eccezione dei lati dei sentieri dove l'ordine è tornato, se l'occhio va oltre non c’è molta differenza con lo scenario che preesisteva negli anni 1980 o 81 quando ancora l'ingresso non era interdetto e il cimitero godeva di una fama davvero 'sinistra'.

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    Questa fama nacque grazie a racconti di fantasmi e vampiri e alcune orribili persone in nome di altrettanti orribili riti, avevano fatto scempio dei poveri cadaveri inermi, oltre che distrutto una buona fetta del patrimonio scultoreo. Così, prima che tutto sfuggisse dalle mani del 'buon senso' i cancelli si chiusero a chi era estraneo ai defunti. Lungo il sentiero principale si incontrano molte opere imponenti. La prima che la guida fa notare è uno dei più grandi Mausolei d'Inghilterra, costruito come una grande isola; e non è un caso, visto che il suo abitante era un Generale che si guadagnò lustro e fama grazie alla guerra d'indipendenza spagnola, chiamata proprio Peninsula War.

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    Gli interni sono riccamente ornati e si potevano ammirare dall'esterno grazie a dei lucernari, chiusi frettolosamente, insieme all'ingresso, con colate di cemento, per dare fine ai numerosi atti vandalici che subì questa opera. Si può immaginare la delizia dei dettagli di cui era ricca la decorazione interna, guardando la ringhiera che ha i portanti scolpiti a forma di cannoni e dei piccoli proiettili che girano intorno. Tuttavia la parte più scenica era e rimane ancora oggi l'ingresso alla Egyptian Avenue.

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    Colonne maestose permettono l'ingresso al Circle of Lebanon un settore esclusivo, riservato alle classi più facoltose. L'antico cedro centrale vecchio più di 300 anni, dà il nome alla zona. Svetta dentro quel che sembra un grosso vaso che oltre alle radici conserva una ventina di stanze adibite a catacombe La chiesa di St James domina il cimitero, dal colle dove è situata. La sua figura si scorge tra fronde e croci rendendo il paesaggio semplicemente ... bello! Sotto al terrazzo della chiesa, si sono costruite altre catacombe, cui si accede da una galleria sulla quale si aprono delle camere che possono ospitare molte bare, mentre sulla parete del monte ci sono dei loculi. Purtroppo la galleria è aperta solo nella parte centrale per colpa delle cattive condizioni in cui versa. Molti danni per colpa delle infiltrazioni d'acqua impediscono di poter visionare lo stato delle bare che all'epoca venivano adornate con particolari preziosi quali rivestimenti di camoscio o velluto e chiodi di ottone o ornati con gemme preziose. Pazzi questi vittoriani! Proprio di fronte alla chiesa si trova un altro magnifico mausoleo, emblema dell'opulenza, costruito nella moda di Bisanzio. L'inquilino, il vecchio e ricchissimo proprietario dell’ Observe, Julius Beer, ce l'aveva a sufficienza con l'aristocrazia Londinese tanto da escogitare un modo per dare un fastidio perenne: costruire la sua casa eterna in modo da spezzare il panorama che dalla terrazza della chiesa si poteva godere sulla città. Purtroppo l’itinerario del tour non prevede l’accesso al sagrato della chiesa, da dove si godrebbe del superbo panorama della città. Da qui, invece, si comincia la discesa attraverso un sentiero più laterale. Durante il percorso la guida mostra le tombe più intriganti di personaggi che raccontano storie interessanti come quella di George Wombwell, un circense che dorme guardato a vista dal suo leone addomesticato Nero.

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    O quella di Tom Sayer, un pugile che riposa in compagnia dell'ultimo e unico amico rimastogli: il suo cane Lion.

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    Non ultima la tomba sarcofago di una scrittrice che firmava le sue opere letterarie con il nome di Mrs Herry Wood. Famosissima all’epoca, più di quanto non fu mai, in vita, il buon Dickens. La prima tomba che Highgate ha registrato, si trova quasi all'inizio della parte nuova. Si tratta del sepolcro di una signora di Soho seppellita 6 giorni dopo l'apertura del cimitero, il 26 maggio 1839. Nell'ultimo tratto di sentiero, verso il ritorno alla piazza del colonnato, si scorgono nuove sepolture molto più modeste e moderne ma sempre scenografiche. Chi sceglie di farsi seppellire qui possiede, di fatto, una certa predilezione per la spettacolarità. La visita alla parte antica di Highgate, dura un'ora e comprende solo una piccola parte del cimitero. Tuttavia, nel tour sono comprese le soste davanti le tombe più famose, il sentiero principale, la Egyptian Ave e il Circle of Lebanon, l'entrata delle catacombe e anche l'interno del mausoleo Beer, quando non ci sono lavori in corso.

    Fonte: quilondra.com
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    CITAZIONE (Snowe @ 14/10/2016, 12:43) 
    Ciao mi chiamo Natascia

    Ciao Natascia :) anche tu amante del brivido e dei misteri? :) Speriamo di si :)
    Benvenuta qui sul forum cara :) Ti auguro una buona permanenza :)
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    CITAZIONE (Franiu Garcia @ 7/10/2016, 11:05) 
    Buongiorno, mi sono appena iscritto un pò per curiosità, non dico il mio vero nome per ora sopratutto in pubblica, mi presento come Franiu Garcia il mio pseudonimo che uso come scrittore, e cacciatore di misteri, mi hanno anche fatto una intervista come indagatore del paranormale mi sono sentito molto Dilan Dog hahahaha complimenti per il vostro forum lo trovo molto carino sono curioso di leggere in cosa credete e quanto siano forti le vostre convinzioni. Non voglio avere la presunzione di essere o ritenermi un esperto, ho visto e passato molto e molte cose le ho vissute su mia pelle per sapere che con certe cose non si scherza ecco perchè mi interessa sapere la gente cosa pensa realmente di misteri e leggende? Buona continuazione a tutti:)

    Benvenuto nel forum :) scusa il ritardo nel risponderti :)
    Ci piacerebbe condividere il tuo parere con il nostro...
    Buona permanenza qui con noi
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    Fantasma che corre o illusione ottica? Misteriosa FOTO



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    LONDRA – Fantasma che corre o solo illusione ottica? Secondo quanto riportato da Liverpoolecho.co, Heather Size, 20enne di Kirkby (Inghilterra), è convinta di aver fotografato uno spettro fuori dal Newsham Park Hospital, ex struttura ospedaliera, attualmente in disuso, meta prediletta dai cacciatori di fantasmi. Di fatto nello scatto si vede solo una figura sfocata, che ricorda vagamente la sagoma di un uomo in movimento. Forse qualcuno che si trovava lì in quel momento.
    Come sempre accade in questi casi di presunti fantasmi o spettri, le immagine fornite dagli appassionati di paranormale sono lungi dall’essere chiare e soprattutto autentiche. Spesso sono solo frutto di illusioni ottiche. In altri casi si rivelano fake o comunque ritoccate al fine di sembrare vere. Da parte sua Heather esclude di essere ricorsa al fotoritocco:
    “Io so quello che ho visto, ma alcuni miei amici pensato che potrei aver usato un’app che ho sul mio telefono – ma non è così. Ho scattato l’immagine e non c’era nessuno a fare jogging che passava di lì”.
    Lo scorso luglio, un altro cacciatore di fantasmi ha reso noto di aver fotografato lo spirito di Robin Hood nel castello di Rhuddlan, in Galles. I racconti legati alla figura dell’eroe e della sua banda sono tuttavia solitamente associati con l’area della foresta di Sherwood e la contea di Nottinghamshire, distante circa 185 km dal luogo in cui è stata scattata la foto. Ma tanto basta all’uomo, per poter dimostrare la sua singolare tesi. Queste le sue parole:
    “Stavo solo riguardando alcune vecchie foto e ne ho fotografata una per mostrarla alle mie figlie, perché mi sembrava bella. Tuttavia, quando ho ingrandito l’immagine, ho notato una sagoma che guardava fuori dietro il muro. L’ho mostrata ad amici e parenti e hanno detto ‘Oh mio Dio!’, perché tutti la vedevano. C’è sicuramente qualcosa. Si vede la figura che spuntava sul muro, ha occhi neri e mani posizione come se stesse tenendo una freccia. Non ho idea se possa trattarsi di uno spirito o di un fantasma (…) Ho condiviso la foto sui social media e persone provenienti da tutto il mondo hanno commentato, dicendo di vedere la figura di cui sto parlando”.

    Fonte: blitzquotidiano.it
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    «Noi, rapiti dagli alieni»: a Viterbo le testimonianze su Ufo e paranormale. Con il patrocinio del Comune



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    Poltergeits? C'è. Paranormale e vite precedenti? Anche. Contatto coi defunti e psicocinesi? Pure. Così come gli extraterrestri, con tanto di testimonianze di persone che hanno vissuto l'esperienza di un rapimento alieno. Benvenuti nel mistero, o meglio "Sulle tracce del mistero", l'iniziativa organizzata dall'omonima associazione e dal Gruppo Prisma. Per gli scettici: la cosa è seria, c'è anche il patrocinio del comune.

    Da domenica prossima sarà una settimana a stretto contatto con l'ignoto: nella chiesa della Salute nove appuntamenti con approfondimenti sui tempi per certi aspetti più controversi e interessanti. Ed è già la terza edizione: la prima era stata sui luoghi (con la mostra fotografica dei posti più misteriosi della Tuscia), la seconda sui temi (con argomenti di frontiera affrontati da personalità con formazioni e convinzioni diverse), questa sarà invece sull'esperienza. Come vengono sperimentati e raccontati i fenomeni paranormali da chi li ha vissuti? Quali spiegazioni ci sono dietro? Come si fa a indagare tali fenomeni in modo credibile e costruttivo? Su questo si cercherà di dare delle risposte. Ma non solo. «Durante la "Settimana del mistero" – spiegano gli organizzatori – il gruppo Prisma presenterà una serie di presunti casi paranormali, con l’intento di dare risposta a queste e a molte altre domande, con il prezioso supporto di ospiti che, tramite le loro competenze, sapranno contribuire ad alzare il livello qualitativo».

    Il programma è vario: domenica si parte alle 17,30 con "Decrifrare il poltergeist", con la presentazione e discussione di casi reali. Luned' 10 e martedì 11 alle 21 il tema sarà "La ricerca di frontiera", sul paranormale. Mercoleledì 12 alle 21 la "serata sul mistero" farà il punto sui casi inspiegabili, giovedì alla stessa ora "Regressione e vite precedenti", e qui si cercherà di spiegare la reincarnazione tramite l'ipnosi.

    Venerdì 14 ancora alle 21 "Le percezioni extrasensoriali" e sabato 15 alle 17,30 finalmente seratona extraterrestri: si va dall'incidente di Roswell – ovvero l'Ufo crash nel Nuovo Messico nel 1947 – alle testimonianze di rapimenti alieni. «I protagonisti – dice Cristiano De Amicis del gruppo Prisma – sono un uomo e una donna, senza legami di parentela, due casi distinti e separati, uno di Civitavecchia e l'altra di Ladispoli. Da tempo lamentano esperienze di questo tipo: li abbiamo intervistati, di spalle con la garanzie dell'anomimato». Ultimi due appuntamenti ancora sabato alle 21 e domenica il gran finale con i fenomeni paranormali. Insomma, ci sarà da divertirsi.

    Fonte: ilmessaggero.it
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    LA CASA DEGLI ORRORI DI TISAKURT



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    Nella cittadina di Tisakurt, in Ungheria, oggi giacciono le macerie di un'antica locanda che molti della zona hanno rinominato "la casa degli orrori".
    Nel 1919 Lazio Kronberg e la moglie Susi spesero ogni avere per acquistare la locanda nel tentativo di fare fortuna dopo la Grande Guerra. Ma sin dall'iniziò della loro attività le cose non andarono bene e presto, tra furti da parte di gente affamata, pasti gratis ai soldati che li minacciavano di morte e fughe dalla zona degli abitanti che migravano in cerca di luoghi più sicuri, rasentarono al disgrazia ed arrivarono ad avere appena di che sfamarsi.
    A questa si aggiunsero altre disgrazie: la loro unica figlia era fuggita a Budapest, dove si diceva fosse finita in un giro di prostituzione. Anche il figlio maggiore Nicholas scappò all’età di 9 anni senza far ritorno a casa, dopo che Lazio l’aveva frustato per una bocciatura. Gli altri due figli invece morirono in guerra.
    La coppia cadde nella disperazione. Bisogna ricordare che fino a non molti anni fa anche in Italia i figli erano una fonte di guadagni, perchè il loro lavoro poteva procurare il denaro a sfamare l'intera famiglia.
    Oramai rimasti soli i due giunsero a una sinistra soluzione alla loro povertà: uccidere e derubare i pochi clienti che potevano pagarsi una camera.
    Gli omicidi vennero scrupolosamente pensati e preparati: Lazio scavò nel bosco alle spalle dalle locanda un fossato profondo poco meno di due metri, lo riempì di calce viva, pronto a rispondere a chi glielo chiedesse che stava progettando di costruire una rimessa. Susi acquistò alla drogheria del paese un sacchettino marrone di cristalli di stricnina, ufficialmente per avvelenare i lupi (fu questa le versione che diede alle autorità quando il negoziante le avvisò dell'acquisto di un quantitativo eccessivo della sostanza) .
    Tra il 1919 e il 1921 dieci persone esalarono l’ultimo respiro nella locanda dei Kronberg. La morte avveniva di notte, lontano da occhi indiscreti, dopo che la cena era stata innaffiata da buon vino, seguito da una bottiglia di un’annata "specialissima" (corretta con un po’ di stricnina). Via via che il bottino aumentava la coppia divenne più prudente, anche perchè, pur essendo una locanda piuttosto insolita, c'era sempre qualche vicino curioso che andava a farsi un giro da quelle parti nei boschi. Decisero quindi di adescare l’ultima vittima, derubarla e quindi chiudere la fossa di calce viva.
    L’occasione arrivò il 14 agosto del 1922. Si trattava di un trentacinquenne grasso e gioviale, che portava con se una borsa così pesante da contenere certamente interessanti oggetti di valore. Era un venditore affermato alla ricerca di un buon appezzamento su cui investire i propri soldi e diceva di badare poco alle spese.
    Quando Susi preparò la cena e Lazio la servì in tavola l’ospite però insistette affinchè anche loro si accomodassero con lui. Era un uomo eccentrico e molto strano e chiese loro di chiamarlo Fortunato, come avrebbe voluto la madre alla sua nascita. L'uomo si rese talmente divertente nei racconti dei propri viaggi e degli aneddoti che i Kronberg ebbero qualche dubbio sull'ucciderlo.
    Ma per dare un taglio al passato e terminare il loro piano quell'uomo doveva morire così alla fine Susi mise in tavola la bottiglia di vino speciale. Il loro corpulento ospite esalò l’ultimo respiro appena vuotato il bicchiere, tra le convulsioni e con la tipica smorfia di avvelenamento da stricnina.
    Nella stanza di Fortunato i due rovistarono nella valigia e si accorsero immediatamente di aver avuto ragione. Nella borsa c’era una fortuna in monete e oggetti d’oro.
    Lazio frugò nelle tasche del cadavere e notò qualcos’altro: una vecchia foto che lo ritraeva insieme a Susi. I due locandieri si guardarono negli occhi, pietrificati dall’orrore e dal dolore. Avevano appena ucciso il figlio scomparso da tempo. Lasciarono l’oro dov’era e ritornarono nella sala da pranzo, dove Nicholas giaceva abbandonato sul tavolo. Scrissero una breve confessione, quindi si sedettero a tavola con lui. Tre giorni dopo gli abitanti di Tisakurt li trovarono morti, avvelenati dalla stricnina.
    Negli anni seguenti ben pochi si avventurarono in quella casa. Chi aveva il coraggio di trascorrervi due o tre notti con la prospettiva di acquistarla veniva sempre terrorizzato dalla stessa lugubre apparizione: seduti a tavola tredici individui con abiti degli anni '20 con una smorfia oscena disegnata sul volto.
    Un’altra guerra mondiale iniziò e la casa cadde in rovina e fu riconquistata dal bosco che l'avvolse nella vegetazione.
    Il 23 settembre del 1980 un piromane, che rimase ignoto, appiccò un incendio al bosco e la vecchia locanda, che aveva molte parti in legno, fu ridotta in cenere e crollò su se stessa. Nessuno tentò di cercare il colpevole, perchè tra il tanto male che aveva causato l'incendio, in realtà aveva compiuto anche un gesto positivo: Tisakurt si era finalmente liberata della casa degli orrori.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    LO SPETTRO DI BELGRAVE HALL



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    Belgrave Hall è un museo di storia antica nei pressi di Leichester, nel Regno Unito. Si trova in una zona di pace e tranquillità alla periferia di una città che è molto frenetica. E' stato costruito nei primi anni del 18° secolo, in quello che allora era un piccolo villaggio a circa tre miglia dalla città di Leicester. Ha cambiato proprietari molte volte, ma tutti colo che ne sono entrati in possesso hanno sempre giocato un ruolo importante nella vita economica, sociale e caritativa della comunità.
    Edmund Cradock, un ricco mercante di calzazture, fece costruire questo palazzo tra il 1709 e il 1713 e morì poco dopo il suo completamento. Poco si sa dei successivi proprietari, i Simons.
    Il proprietario ancora dopo, i fratelli Vann che vi abitarono tra il 1767 e il 1844, gestivano un fiorente commercio di calzature e scarpe all'interno della costruzione, impiegando le persone locali più umili e povere come lavoratori. Si dice che la famiglia fece donazioni molto generose a molti enti di beneficenza locali, tra cui il denaro necessario a fondare la prima scuola gratuita di Leicester.

    John Ellis, che ha acquistato Belgrave Hall nel 1845 è anche lui noto per il suo contributo alla comunità. Ellis era un ricco uomo d'affari e fu anche colui che fece le pressioni giuste per portare le ferrovie a Leicester nel 1833.

    Oggi i locali sono utilizzati come un museo. All'interno le sue molte stanze d'epoca hanno numerosi affreschi e quadri che mostrano gli stili di vita contrastanti delle famiglie dell'alta borghesia e dei domestici e lavoratori che vissero al suo interno. L'aspetto, sia dei tratti costruttivi, sia degli arredi, è quello di una casa vittoriana con giardini molto vasti a circondarla che danno la sensazione di essere ancora immersi nel 1800.

    Belgrave Hall ha sempre avuto la reputazione di essere un museo "abitato" dagli spiriti dei vecchi proprietari, che sembra non abbiano mai voluto lasciare il luogo. I recenti proprietari (e poi gestori) della costruzione hanno più volte raccontato di fenomeni insoliti che avvengono tra le mura del museo, come quadri che cadono dai muri, statue che cambiano posizione, ombre e fruscii lungo i corridoi. I più scettici hanno sempre pensato che fossero tutte dicerie inventate come espediente per attirare gente a visitare il museo, che non è mai stato molto frequentato.
    Ma nel 1998 i titoli dei media internazionali hanno cambiato il destino del quasi ignoto Belgrave Hall, con il presunto fantasma di una dama bianca che è stato catturato dalle telecamere a circuito chiuso. Da allora il museo è diventato un popolare luogo di ritrovo per i cacciatori di fantasmi internazionali e curiosi che vengono anche da molto lontano nella speranza che l'evento si verifichi di nuovo.

    La '"Victorian Lady" (dama vittoriana) è stata spesso sentita cantare o sussurrare nelle stanze al primo piano di Belgrave Hall e nelle occasioni in cui vi si organizzavano eventi, molti giurano che la sua figura appare fugacemente dietro le colonne o negli angoli più isolati per spiare gli ospiti. Il personale in servizio che si occupa delle pulizie e della manutenzione del museo asseriscono che a volte si può sentire l'aroma rosa nell'aria e molti odori di cucina, in genere di pane fresco e frutta cotta.



    Nel 1998, alcuni giorni prima che le telecamere riprendessero una figura evanescente, il personale era a lavoro nei pressi delle porta principale quando uno del gruppo improvvisamente è divenne estremamente pallido. Disse che mentre stava parlando con un collega, con la coda dell'occhio vide una donna in uno "abito stile vittoriano" color terracotta scendere giù per le scale e dirigersi in una delle camere adiacenti. Quando loro la guardarono lei si fermo a fissarli a sua volta, per poi svanire nel nulla.

    Un altro membro del personale ha assistito alla stessa figura sul pianerottolo del primo piano. Ancora oggi si sentono passi lungo i corridoi al primo piano, le porte aprirsi e chiudersi, spifferi di aria fredda seguire a volte gli addetti alle pulizie. E molte volte gli allarmi vengono misteriosamente attivati quando non c'è nessuno.
    E ora veniamo al caso più eclatante. Il 23 Dicembre del 1998 una figura evanescente é stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso del museo di Belgrave. Le immagini mostrano nitidamente una presenza luminosa che si aggira all'aperto lungo il muro est dell'edificio.
    Questo é quanto riporta il responsabile del museo Stuart Warburton:
    «Le telecamere di sicurezza poste alle spalle del salone si sono spente di notte attorno alle ore 4.50 a e poi improvvisamente è apparsa una figura sul nastro registrato.
    La telecamera si é bloccata per circa cinque secondi e successivamente la figura è scomparsa lasciando inspiegabilmente una "nebbia" che gira vorticosamente lungo la sommità del muro.
    Belgrave Hall é infestata, non vi é alcun dubbio in merito ».


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    LA VERA STORIA DELLA STREGA DI BLAIR



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    Vi piacciono i film horror? Vi fanno paura ,vero? E se scopriste che quei film che vi fanno paura sono tratti da storie vere, come vi sentireste? Ecco un film tratto da una storia vera: The Blair Witch Project.
    Nel film tre studenti registi vanno nei boschi del Maryland per girare un documentario sulla leggenda della strega di Blair e scompaiono misteriosamente. Un anno dopo, un sacchetto pieno di videocassette viene trovato nel bosco e le immagini registrate dal trio danno alcuni indizi sulla loro orribile sorte. Il film è stato un enorme successo, tanto che i registi hanno guadagnato centinaia di milioni di dollari e sono andati subito dopo in pensione. Il film, pur essendo girato in "modalità documentario", non era vero come alcuni hanno pensato, ma abilmente recitato da tre attori: Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams. Il film però si ispira a qualcosa di terribile realmente accaduto. Ecco a voi la lunga storia di Blair e della strega che la ha terrorizzata.
    La storia di Blair (poi divenne Burkittsville), nel Maryland, è più vecchia di quanto si possa immaginare. Nel 1771, data della sua fondazione, aveva non più di due strade e una dozzina di case. Per 14 anni la città prosperò normalmente fino a quando alla fine del 1785 Elly Kedward, una donna del luogo, fu accusata di stregoneria. Alcuni bambini dissero alle autorità che lei li aveva portati a casa sua e preso il loro sangue con strani strumenti.
    Nel bel mezzo dell’inverno di quell’anno la donna venne giudicata colpevole di stregoneria e venne espulsa dal paese. Per punizione venne lasciata nuda nella foresta vicino alla cittadina e ciò causò sicuramente la sua morte. Probabilmente morì congelata, ma alcuni dicono che il suo corpo venne ritrovato in una pozza ghiacciata, quindi sarebbe annegata mentre cercava rifugio nella foresta.
    Passò un anno e in città iniziarono ad accadere cose strane: durante il rigido inverno del 1786 tutti i bambini e gli adulti che avevano accusato strega Elly scomparvero senza lasciare traccia. Tutti i cittadini, timorosi e creduloni, imputarono la cosa alla strega e giurarono di non menzionarne più il nome per paura di attirare una maledizione sul paesino.
    Nel 1809 in una vecchia casa abbandonata venne ritrovato un libro misterioso, che sulla prima pagina portava il titolo “Il culto della strega di Blair”. Gravemente danneggiato e leggibile solo in piccole sezioni, rivelò la storia di una strega che è stata abbandonata nel XVI secolo nel bosco fino alla morte. Una strana analogia con Elly Kedward che inquietò tutti i cittadini di Blair.
    Nel marzo del 1825 la città non si chiamava più Blair, ma Burkittsville e la paura tornò con la morte di un bambino trovato annegato nel torrente Tappy Orientale. Nel mese di agosto dello stesso anno 11 persone giurarono di aver visto una bambina di soli dieci anni annegare nello stesso torrente. Tutti i testimoni di quel terribile evento affermarono di aver visto una mano pallida uscire dall’acqua e tirare la ragazza in acqua. Il suo corpo non fu mai trovato, nonostante tutti gli sforzi dei cittadini e delle autorità.
    Dopo quei due casi la città ebbe più di mezzo secolo di tranquillità, tant'è che la leggenda della strega venne quasi dimenticata da tutti. Un giorno del 1886 Robin Weaver, un bambino di 8 anni di Burkittsville, seguì la madre nel bosco per raccogliere le castagne cha tanto piacevano al piccolo, ma in pieno giorno il bambino sparì: la madre disse di averlo sempre avuto vicino, ma il bambino si stancò di camminare e lei lo lasciò ad attenderla seduto su una roccia. Dopo essersi chinata per raccogliere alcune castagne si voltò e il bambino non c'era più. Iniziarono subito le ricerche, ma quando scese oscurità il ragazzo non era ancora stato ritrovato e tutti temettero il peggio.
    Le ricerche non si fermarono e cinque uomini si offrirono volontari per continuare a cercarlo durante la notte nella foresta della strega. Dopo due giorni il gruppo di ricerca non era ancora tornato, tanto meno il ragazzo scomparso. A questo punto lo sceriffo mandò una seconda squadra, stavolta composta di persone addestrate e armate che dopo poche ore si trovarono di fronte ad uno spettacolo terrificante. Il primo gruppo venne ritrovato, ma dei ricercatori c'erano solo alcuni pezzi: i loro corpi erano stati sventrati e sparsi sul selciato, con le facce deformate in espressioni orribili e le mani legate. Vedendo quella scena infernale i ricercatori tornarono in città e dopo aver fatto rapporto si rifiutarono di tornare nel bosco per raccogliere i cadaveri. Lo sceriffo stesso, assieme ad altri suoi sottoposti, andò a controllare di persona per rimuovere ciò che restava dei corpi. Con sorpresa di tutti i corpi erano spariti dal luogo dove arano stati trovati e al suolo lo sceriffo trovò solo un po' di sangue secco.
    La ricerca venne sospesa perché non c’era nessuno che avesse il coraggio di entrare di nuovo nella foresta maledetta: tutti temevano la stessa fine dei primi uomini che andarono a cercare il bambino. Robin Weaver non fu mai più rivisto ed i suoi genitori non ebbero mai un corpo da seppellire.
    Passarono ancora molti anni e arriviamo nel 1925, quando un cittadino di Burkittsville, Rustin Parr, decise di costruire una casa nel bosco, in un posto che era a più di 4 ore di cammino dalla città. Rustin era un uomo di circa 40 anni e lavorò gran parte della sua vita nel negozio degli zii di alimentari. I suoi zii però morirono entrambi nel giro di un anno e questo lo scosse moltissimo. Era molto conosciuto in città e quando decise di andare a vivere nel bosco molti pensarono che fosse impazzito. Rustin da quel giorno non fu mai più visto in città.
    Il 13 novembre 1941 la vita tranquilla di Burkittsville finì per opera proprio di Rustin Parr.
    Quel giorno una bambina di nome Emily Hollands uscì per la strada a giocare con i suoi amici e non tornò più a casa. Aveva solo 7 anni e dopo alcune ore di ricerca per le viuzze del paese i sospetti si spostarono subito sul bosco. Le autorità, come se guidate da un sesto senso, andarono direttamente alla casa di Rustin e li trovarono la bambina. Emily venne trovata con le mani e i piedi legati, il suo corpo era tagliato in più punti con un coltello, sul corpo erano disegnati strani simboli e il suo cranio è stato schiacciato con forza. Era stata vittima di un macabro rituale.
    Meno di un mese dopo Kyle Brody , un altro ragazzino, andò dalla zia a Burkittsville che lo avrebbe ospitato per qualche tempo mentre i genitori aggiustavano la casa da poco acquistata. Un pomeriggio uscì per andare a pescare, ma non fece ritorno a casa. Sfortuna volle che la città fosse colpita da un tremendo uragano che mandò nel panico i cittadini di Burkittsville. Le ricerche iniziarono solo dopo alcuni giorni e lo sceriffo dapprima pensò che fosse morto in seguito al terribile temporale, come purtroppo alcuni sfortunati abitanti.
    Venne anche lui portato in quella maledetta casa nel bosco, ma non morì. Venne trovato in tempo, dopo 15 giorni, incappucciato con un sacco di patate e gravemente ferito da una lama di coltello. Ciò che subì e a cui dovette assistere lo segnarono per il resto della vita.
    Oltre Emily Hollands altri 6 bambini vennero rapiti dopo Kyle e uccisi in riti macabri. Il ragazzo fu costretto a guardare tutto, mentre i bambini venivano uccisi da quel mostro.
    Il povero ragazzo raccontò che fu costretto a stare in un angolo della stanza e assistere ai riti di quell'uomo senza parlare. Disse inoltre che Rustin commetteva i suoi crimini assieme a una donna dalla carnagione stranamente pallida con occhi neri e dalla voce flebile e stridula. La sua testimonianza fu fondamentale per poter incolpare il criminale, perchè indicò la posizione dove i cadaveri dei bambini vennero seppelliti. I corpi di 7 bambini vennero trovati sotto delle assi di legno nella casa di Rustin, tutti in decomposizione avanzata.
    Rustin fu catturato per caso a 20 km di distanza dalla casa da un cacciatore che si addentrò nel bosco. Il processo al serial killer iniziò pochi giorni dopo e il 22 novembre 1941 Rustin Parr fu impiccato.
    Quel giorno tutti pensarono che la maledizione della Strega fosse finalmente finita, ma mancava ancora qualcosa per scrivere la parola fine: l’unico sopravvissuto al massacro dei bambini, Kyle Brody , pur essendo sfuggito alla morte, ebbe un triste futuro.
    Nel 1957 venne ricoverato in un ospizio, dopo essere stato arrestato più di una volta per vagabondaggio. Per anni è stato spostato da un istituto mentale a un altro, causando sempre problemi, come esplosioni di rabbia incontrollata. Nel 1961, dopo aver ricevuto il pasto del giorno, Kyle prese il cucchiaio di legno lo spezzò facendone una punta e lo spinse in profondità nel suo polso strappando la carne e le vene. Morì dissanguato e i dottori affermarono che in quei momenti per loro terribili sul suo volto si dipinse un sorriso, come se si fosse liberato di un dolore atroce che lo opprimeva. La maledetta strega di Blair quindi è riuscita ha completare il lavoro, uccidendo tutti i predestinati rapiti da Rustin Parr.
    Al giorno d’oggi, un po' per notorietà del luogo, un po' per esibizionismo, alcune persone visitano la foresta di Blair alla ricerca della strega, senza però successo. Ma come vi ho appena raccontato, LEI di solito scompare di tanto in tanto, per poi tornare all'improvviso, uccidendo tutti coloro che sono coinvolti, siano essi uomini o bambini. La maledizione della strega di Blair non si è mai spenta.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    Fantasma entra in camera da letto e spaventa a morte una donna – VIDEO



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    Ecco un video che vi farà gelare il sangue nelle vene: nelle immagini viene mostrato quello che sembra essere un fantasma, il quale semina il caos devastando la camera da letto di una donna tirandole via il piumone durante il sonno per poi girovagando a luci spente. Il filmato è apparso online. La donna, terrorizzata, sembra abbia installato una fotocamera nascosta apposta per poter riprendere le azioni raccapriccianti e di scherno dello spirito soprannaturale dentro casa sua.



    Il video spaventoso comincia mostrando una scena apparentemente normale, ma ecco poi che la porta si apre lentamente, come se lo spettro fosse appena entrato nella stanza. All’improvviso poi il piumone viene tirato via e la donna di sveglia di colpo, cominciando a guardarsi intorno per verificare che non ci fosse niente sul suo letto. La malcapitata tenta anche di accendere le luci che restano però inspiegabilmente spente. Spaventata e confusa, la donna viene poi inquadrata mentre salta giù dal letto e corre fuori dalla stanza per accendere le luci del corridoio.

    Fonte: direttanews.it
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    IL CASO DELLA DONNA GRIGIA



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    Non bisogna per forza essere ufologi o amanti del genere per aver sentito parlare di "grigi". Gli alieni grigi sono una delle molte razze che si crede abbiano interagito e interagiscano ancora con l'umanità e sono forse quelli più presenti nei casi di abduction.
    Si pensa provengano da Zeta Reticuli, un sistema stellare binario localizzato a 39,2 anni luce dalla Terra, hanno la pelle grigia e sono degli umanoidi di altezza variabile tra 120 e 180 cm ( ci sono delle sottorazze in effetti); chi dice di averne visto uno afferma che non abbiano organi esterni o che questi siano in forma ridotta (ad esempio orecchie, narici e bocca sono semplici fessure). Posseggono occhi molto grandi di colore nero e sono privi di organi sessuali.
    Ma cosa vogliono i grigi da noi?
    Secondo molta gente "informata" gli alieni grigi sarebbero degli extraterrestri frutto di ripetute ibridazioni perchè la loro forma originaria era diventata sterile ( si dice a causa di radiazioni invalidanti sui loro pianeti di origine) e oggi starebbero tentando incroci con la razza umana ( questo spiega i numerosi rapimenti) per permettere la sopravvivenza della loro specie.
    Di testimonianze di incontri ravvicinati, fotografie e video di grigi ne esistono a migliaia, e purtroppo molte sono palesemente dei falsi, ma quella che vi sto per raccontare è una testimonianza molto particolare: pur non essendo un caso famoso questa storia sembra accomunare molte teorie sulle abduction e sui mondi paralleli e se fosse vera sarebbe una della più chiare conferme che la nostra vita non è proprio come la conosciamo.
    Il caso venne esposto nel 2006 da Linda Moulton Howe, conosciuta in tutto il mondo per le sue ricerche sulle mutilazioni di bestiame in tutta America che, secondo molti ufologi, avrebbero un'origine extraterrestre. Le sue numerose apparizioni in TV e i molti documentari sugli UFO hanno portato molte persone a considerarle un punto di riferimento a cui rivolgersi quando capita un'esperienza anomala.
    Nel settembre del 2015 Linda Howe venne contattata da Cinde Shilf, una massaggiatrice di 49 anni residente a Chicago, nell'Illinois, che la invitò ad ascoltare la propria esperienza. Cinde è una massaggiatrice terapeutica che sin dal 2001 lavorava presso una centro di estetica in centro città di alto livello ( si parlava già allora di 100 $ l'ora per un semplice massaggio) e nel giugno del 2015 si presentò una signora di mezza età vestita con abiti lussuosi e che lasciava trasparire uno stile altolocato.
    La donna descrisse la cliente come una donna castana dai riflessi biondi, dalla corporatura normale e dall'aspetto tipico caucasico. Non aveva molti tratti distintivi, tanto che la massaggiatrice affermò che a prima vista la ritenne una donna piuttosto anonima. La signora le chiese un massaggio al collo e alla schiena perchè erano giorni che soffriva di cervicale e problemi di postura.
    Era la prima volta che quella signora si presentava al centro e Cinde, come da prassi, le illustrò le regole interne da seguire. La invitò nella camera dei massaggi e le chiese di togliersi borsa, collana e accessori di metallo, di mettere il cellulare in modalità silenziosa e posarlo sul comodino nei pressi del lettino. Quindi le chiese di spogliarsi e sdraiarsi sul lettino a faccia in su e si spostò per iniziare a massaggiarle la base del collo. Come Cinde toccò la pelle della donna ebbe la sensazione molto strana, come se stesse toccando una pelle spessa e ruvida come il cuoio o pellame da borsa; in ogni caso prese le sue essenze e iniziò il massaggio.
    Dopo alcuni istanti Cinde iniziò ad avere una strana sensazione di nausea e sentì la testa girarle: la sue mani erano sul suo osso occipitale e ai suoi occhi sembrò che quella donna per qualche attimo fosse sparita per essere sostituita da un corpo grigio fatto di cellophane trasparente simile alla carta, ma la cui forma sembrava instabile come quando ci sono disturbi in TV.
    La massaggiatrice strabuzzò gli occhi e nuovamente la pelle della donna cominciò a mutare e a diventare di color grigio cenere. Sul corpo sembrò apparire un effetto ologramma, con tanto di disturbo tipo "zig-zag elettrico" che percorreva il corpo della donna distesa sul lettino.
    Il corpo delle cliente si trasformò in un essere sottile con la testa a bulbo, il collo sottile e degli occhi enormi e completamente neri. Dopo lo spavento iniziale Cinde osservò meglio la figura distesa: la sua pelle sembrava rugosa ed aveva vistose pieghe sulle caviglie, attorno ai gomiti e intorno al collo; aveva una bocca piccola e non c'erano orecchie, ne naso.
    Pochi istanti dopo quella scena così vivida il cellulare della donna, o almeno quello che sembrava tale, emise uno strano suono prolungato, simile ad un "bip" sordo e profondo. Durò circa tre secondi e subito dopo il corpo della donna si ricompose davanti ai suoi occhi, ritornando una "donna normale".
    Cinde ebbe diversi istanti di esitazione e fece un balzo all'indietro e la donna a quel puntò si voltò a fissarla. Infine le disse:
    <<cosa stai facendo? Torna a farmi il massaggio... E dimentica quello che hai visto!>>
    Naturalmente Cinde era sconvolta e nonostante cercò di riprendere ciò che stava facendo, ad un certo puntò si fermò visibilmente a disagio. A quel punto la donna si alzò dal lettino, afferrò i suoi abiti e si rivestì in rigoroso silenzio. Cinde balbettò alla donna che voleva continuare il massaggio, ma l'essere scosse il capo e si avviò all'uscita, poi prese dalla borsa un portafoglio e pagò la somma intera della seduta. Prima di uscire le ripetè due volte non menzionare nulla di ciò che era accaduto in quella camera, poi uscì in strada e se ne andò.
    La massaggiatrice venne intervistata più volte da Linda Howe e spiegò che secondo lei quella donna in realtà era un grigio camuffato da essere umano. L'idea che si fece Cinde fu che quell'alieno assumesse la forma umana come effetto olografico proveniente da quel dispositivo che sembrava un cellulare e che chissà per quale motivo in quella stanza lo strumento per alcuni attimi aveva incontrato problemi nel generare il campo illusorio attorno alla creatura.
    A questo punto vi risparmio noiosissimi dettagli sulla questione, ma è utile riflettere sul pensiero di Cinde Shilf, che riprende in parte l'idea che hanno alcuni complottisti sul fatto che perfino la nostra vita sia realtà una sorta di "matrix", ovvero un universo virtuale studiato a tavolino per noi. Nel campo dell'ufologia molti ricercatori sostengono che non solo siamo osservati e visitati da esseri provenienti da altri mondi o dimensioni, ma anche che alcune di queste entità si mimetizzino in mezzo a noi. I teorici del complotto poi affermano che vari personaggi in posizioni elevante dei governi mondiali non siano del tutto umani o che siano influenzati da una specie di "possesso alieno".
    La testimonianza incredibile di Cinde Shilf suggerisce che la realtà in cui viviamo potrebbe essere modificata da esseri che abitano tra di noi per fare in modo che loro passino completamente inosservati alla nostra specie.
    Quello che incuriosisce è se davvero gli alieni possano avere necessità di un massaggio...

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    LA STREGA DI BELL



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    Nel Tennessee, a circa 15 km a nord-ovest di Springfield, c'è un paesino di nome Adams, che oggi "vanta" circa 650 abitanti. In realtà questo piccolo aggregato di case è nato come stazione ferroviaria per il commercio delle città vicine, ed infatti nel 1859 era chiamato "Stazione di Red River". Venne successivamente rinominata "Stazione di Adams" in onore di Ruben Adams, un commerciante e azionista locale che investì molto denaro nella costruzione di un deposito e dell'ufficio postale. Legalmente divenne cittadina vera e propria il 10 febbraio 1898 e prese il nome di "Adams".
    Adams oggi è una piccola e anonima cittadina americana del Tennesse, luogo senza pretese e con il minimo indispensabile per un centro abitato. A questo punto voi mi chiedereste: "E allora che ci serve sapere che esiste?"
    Se doveste andare a visitare la più nota città di Springfield dopo questo articolo sono sicuro che una visita ad Adans la farete di sicuro! Inizio col dirvi che lungo le strade che portano al centro abitato si possono vedere dei curiosi cartelli di benvenuto con un'insegna su cui è disegnata una strega a cavallo di una scopa e il messaggio "Welcome to city of Adams".
    Una strega, esatto: il passato della contea di Robertson nel Tennesse, dove sorge l'attuale Adams, è oscuro e immerso nel mistero, ma soprattutto è segnato da alcuni eventi terribili a cui capo si ritiene ci sia stata una vera strega.
    Prima del 1817 di questa zona si consoce ben poco: c'era qualche casetta isolata, dimora dei contadini e qualche proprietario terriero che voleva curare i propri interessi. Si pensava già di tracciare una via di comunicazione e di commercio tra il Tennessee e il Kentucky, ma allora si utilizzava ancora il fiume Red River e non si ritenevano necessarie ulteriori spese.
    Ma a partire dal 1817 iniziarono a verificarsi fatti strani ed inspiegabili, che nel tempo non poterono più essere ignorati. In quell'anno un ricco terriero di nome John Bell giunse dal North Carolina insieme alla moglie Lucy ed ai propri figli dopo aver ereditato una vasta area di campi che aveva intenzione di coltivare a grano.
    Un giorno Bell era a cavallo per una stradina nei suoi possedimenti quando vide uno stranissimo animale col corpo di cane e la testa di coniglio che si mise a fissarlo intensamente. John, forse per il desiderio di mostrarlo come trofeo, scese da cavallo, caricò il fucile e sparò allo strano essere. Non riuscì a colpirlo, o meglio: il colpo sembrò andare a segno, ma la creatura si dileguò letteralmente nel nulla invece di stramazzare al suolo, come lui si aspettava. John Bell, nonostante la stranezza del'animale e lo stupore per la sua scomparsa nel nulla, diede poco conto a quell'incontro, ritenendo di aver semplicemente incrociato un animale selvatico insolito, ma non così tanto da dargli importanza.
    A cominciare da quel giorno iniziarono a verificarsi fatti insoliti e quanto meno strani: la sera stessa i coniugi Bell iniziarono a sentire rumori ovunque simili dei colpi di piccone contro i muri esterni della casa. Il rumore spaventò John e sua moglie che, preoccupati, fecero il giro dell'edificio senza però vedere nulla di strano. Quel misterioso evento si ripeté anche nei giorni successivi e il rumore sembrava aumentare sempre di più ogni sera, a volte rimbombando così violento da far scappare fuori casa John e famiglia!
    I rumori furono il preludio a manifestazioni ben più terribili: dopo alcuni giorni i figli di John e Lucy iniziarono a svegliarsi nel cuore della notte letteralmente terrorizzati, lamentandosi di sentire un rumore all'interno delle pareti, come prodotto da decine di topi. Nel giro di pochissime notti quei disturbi divennero ancora più terrificanti e dai rumori si passò a entità che interagivano con loro: le coperte dei letti venivano tolte loro di dosso e i cuscini scagliati con violenza sul pavimento da una forza invisibile e misteriosa.
    Man mano che passavano i giorni le manifestazioni aumentavano, evolvendosi sempre di più. Dopo alcune settimane i rumori e gli spostamenti di oggetti iniziarono ad essere accompagnati da una voce "umana", o almeno così pareva. Inizialmente era un sussurro appena percettibile, ma nel volgere di un breve periodo si tramutò in una debole voce rotta dal pianto di una donna anziana intenta a pregare.
    La situazione peggiorò ulteriormente quando la figlia minore di John Bell, Betsy, incominciò a subire vere e proprie aggressioni da parte dell’entità: i suoi capelli venivano tirati e strappati con forza, mentre invisibili schiaffi le deturpavano il viso, lasciandole rossi segni sulle guance per giorni interi.
    Inizialmente Lucy e John Bell cercarono di nascondere l’evidenza ai vicini e agli amici che andavano a trovarli, ma ben presto tutta la comunità iniziò a sospettare che qualcosa di strano e diabolico stesse accadendo in quella casa. Quando le voci si fecero troppo insistenti, nell’impossibilità di negare l’evidenza, John decise quindi di affrontare la questione con gli amici più intimi: infatti dai lividi su corpo di Betsy e dal comportamento disagiato dell'altro figlio si erano sparse dicerie su Lucy e John e ci fu chi li additò come persone squilibrate e violente.
    James Johnston, un commerciante loro amico da diversi anni, fu il primo estraneo a venire informato di ciò che stava accadendo nella casa. Si mostrò molto scettico alle parole di John Bell, così fu invitato a rimanere assieme alla moglie a dormire da loro per una notte. Quella notte nella casa infestata gli bastò a fargli cambiare opinione: lui stesso fu testimone delle manifestazioni che da tempo si verificavano tra la famiglia Bell, con mobili che si spostavano, rumori da angoli vuoti delle stanze, sussurri e forze invisibili che lo toccavano e lo graffiavano durante il sonno. I coniugi Johnston, letteralmente terrorizzati per la terribile esperienza, alla mattina all'alba scapparono dalla casa dei Bell affermando che la famiglia era tormentata da un demone che non li avrebbe mai lasciati in pace.
    Fino ad allora gli eventi erano sempre rimasti circoscritti alla casa dei Bell e al loro giardino, ma dopo che i Johnston, durante la predica del pastore a messa, rivelarono i fatti di casa Bell, l'entità malvagia iniziò ad infastidire tutta la piccola comunità, che allora aveva poco più di 300 abitanti.
    Urla spaventose, un’ossessionante ripetizione di inni liturgici, rumori violenti sia di giorno che di notte, lamenti strazianti erano solo alcuni dei fenomeni a cui tutti assistettero loro malgrado. La famiglia Bell continuava a subire i peggiori tormenti e anche Lucy e John non vennero risparmiati da profondi tagli e ferite che apparivano all'improvviso sui loro corpi, a volta davanti agli occhi increduli degli altri membri della comunità.
    La fama della "strega dei Bell" si sparse velocemente e superò i confini della Contea di Robertson. Da allora nel paesino si riversarono sempre più curiosi e "investigatori" che spesso si appostavano davanti a Casa Bell nella speranza di assistere alle manifestazioni dell’entità.
    Perfino il generale Andrew Jackson, futuro presidente degli Stati Uniti, si interesserò alla questione e il suo commento relativo all’esperienza vissuta è emblematico:
    <<preferirei affrontare tutto l’esercito britannico piuttosto che la strega dei Bell!>>.
    Un primo sospetto sul perchè avvenissero quei fenomeni e a chi fossero rivolti si ebbe quando Betsy si fidanzò con giovane del luogo, Joshua Gardner. L’entità si dimostrò subito estremamente contraria a questa unione e si manifestò con diversi incidenti per entrambe le famiglie, come incendi improvvisi dai Gardner, la rottura di finestre dai Bell, una folata di vento che scaglio Betsy lontano da Joshua quando lui cercò di baciarla, la morte improvvisa del cavallo di Joshua mentre stava andando a trovare la ragazza e un fulmine in pieno giorno davanti alla chiesa mentre i due si presero per mano.
    Sembrava proprio che "la strega" volesse impedire con tutti i mezzi a la relazione affettiva tra lei e Joshua. Logorata dai continui incidenti il giorno di Pasqua del 1821 Betsy prese la sofferta decisione di rompere il fidanzamento. Da quel giorno in poi le manifestazioni si fecero sempre più rade alla comunità. Per contro l'entità tornò a tormentare John Bell, per il quale sembrò avere un vero e proprio odio. "Il vecchio Jack" come prese a definirlo in tono spregiativo l’entità.
    John, giorno dopo giorno, subiva percosse, sberle e scherzi di ogni tipo, mentre nei confronti di Lucy e dei figli sembrò diventare più tollerante. John, quindi divenne il nuovo centro delle manifestazioni, sia in casa che nei campi, dove sembrava andare tutto storto: raccolti distrutti dalla grandine o andati perduti per malattie sconosciute, schiavi in rivolta, incidenti "grossolani" che colpivano i coltivatori. Lei era lì ( ripeto "lei" perchè la voce era femminile), lo seguiva ovunque e chiunque nei pressi di John ne avvertiva la presenza, sebbene fosse invisibile. Non tratteneva nemmeno dal farsi sentire, a volte con sussurri, a volte con voce chiara e spaventosa.
    Un aspetto particolare del comportamento della strega fu il suo razzismo, tanto che più volte proferì frasi ingiuriose contro le persone di colore. Il suo odio razziale si manifestava soprattutto nei confronti di una giovane schiava di nome Anky, la quale in un’occasione fu ricoperta da una schiuma biancastra simile ad una disgustosa saliva.
    Con un sistema nervoso ormai a pezzi il 20 dicembre 1820 John Bell esalò l’ultimo respiro.
    Subito dopo la sua morte fu rinvenuto dal figlio maggiore un piccolo flacone contenente uno strano liquido. John Bell Jr. fece assaggiare questo liquido al proprio gatto, il quale stramazzò istantaneamente a terra esanime. Lo spirito iniziò subito a parlare appena conclusasi la scena:
    <<io ho dato al vecchio Jack una grande dose di quella roba la scorsa notte e questo l’ha ucciso!>>.
    Non soddisfatta, alla fine delle esequie, quando parenti e amici lasciarono il cimitero, l’entità si abbandonò poi ad un fragoroso coro di risate.
    Nell’aprile del 1821 la strega parlò Lucy Bell mentre lei e i suoi figli erano riuniti per la cena.
    <<sto per andarmene e starò via sette anni... >>.
    Ogni forma di manifestazione sovrannaturale cessò, per riprendere nel 1828, come promesso. Ma da allora qualcosa cambiò: l’entità si mostrò meno violenta e si concentrò soprattutto con John Bell Jr., discutendo con lui di questioni come l’origine della vita, il Cristianesimo o la spiritualità. Dopo alcuni mesi dalla sua ricomparsa la strega si congedò nuovamente, promettendo che avrebbe fatto visita ai discendenti diretti di John Bell dopo 107 anni, ma il 1935 trascorse senza che nessuno di loro fosse perseguitato.
    Cosa era veramente la "strega dei Bell"? La leggenda locale sostiene che John Bell e la sua famiglia siano stati tormentati per anni dallo spirito maligno di una anziana ed eccentrica donna di nome Kate Batts, personaggio indicato come "strega" dagli abitanti della regione dell’odierna Adams. Storicamente accertato è il fatto che tra lei e John Bell siano state intrattenute relazioni di tipo commerciale, la vendita di alcuni schiavi per la precisione.
    La leggenda vuole che John abbia ingannato l’anziana donna pretendendo un quantitativo di denaro abnorme rispetto al prezzo originariamente pattuito. Kate Batts si sarebbe quindi vendicata lanciandogli una maledizione per riparare il torto subito.
    Un’altra teoria sostiene che l’evocazione della misteriosa entità sia stata opera del futuro marito della stessa Betsy, Richard Powell. Questi, al tempo dell’infestazione era il maestro di scuola della giovane Betsy (tra i due c’erano più di dieci anni di differenza) e sembra provasse una vera e propria attrazione fisica e sentimentale per lei. Esperto occultista, almeno stando alla credenza popolare, ricorse alle arti oscure per raggiungere il suo principale scopo: sposare Betsy a tempo debito.
    Nandor Fodor, studioso del paranormale, sosteneva invece un’origine "sessuale" della manifestazione: la "strega dei Bell" ha avuto origine in una supposta relazione incestuosa tra John e Betsy e ciò spinse la ragazza ad odiare il padre a tal punto che il suo odio represso si manifestò sotto forma di "psicocinesi spontanea ricorrente". Questa teoria quindi sostiene che la vicenda della strega non sia stato altro che un tradizionale caso di poltergeist.
    Oggi la cittadina di Adams è rimasta un piccolo centro rurale e la vita scorre lenta e senza episodi degni di nota, ma la vicenda della strega non l’ha mai abbandonata: nel 1951 la pietra tombale di John Bell fu rubata da tre uomini originari di Nashville. Dopo il furto, sulla via del ritorno, furono coinvolti in un incidente stradale. Uno di loro morì sul colpo, mentre gli altri due, che ne uscirono quasi incolumi, subirono in futuro gravi infortuni sul lavoro: uno di loro non sopravvisse mentre l’altro perse una mano.
    La tradizione locale ritiene che la strega dimori ancora ad Adams, in un luogo ben preciso denominato Bell Witch Cave. Una particolare caratteristica di questo luogo risiede nell’impossibilità di fotografarlo nitidamente: nel corso degli anni decine e decine di persone hanno tentato, ma ancora oggi, nonostante le moderne tecnologie, è un’impresa letteralmente impossibile. Molti sostengono che fotografando un soggetto umano nei pressi di questo luogo, anche un’altra misteriosa ed eterea figura rimanga impressa sul negativo...

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
1429 replies since 20/2/2012
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