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    Il video mostra un "Fantasma" in volo verso una videocamera in un cimitero di 800 anni fa



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    Un uomo afferma di aver ripreso un fantasma con una videocamera in un cimitero di 800 anni. Beh, se vuoi vedere un fantasma, immagino che sia il posto migliore che mai.

    Tony Ferguson, un personal trainer e investigatore del paranormale, stava filmando nel cimitero di St. Mary's Church a Eling, nell'Hampshire, dopo aver sentito di una "presenza negativa" da parte di persone che vi si recavano.

    Tony, che ha trentatré anni, afferma di essersi sentito "non voluto" non appena è entrato nel cimitero e poi ha sentito un suono "sibilante", che ora crede sia stato un fantasma che lo ha sorvolato.

    Tony dice: "Di solito non indago sui cimiteri, non credo che solo perché le persone sono sepolte lì, devono essere perseguitati".

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    "Ma alcune persone si sono messe in contatto per dirmi che erano preoccupate per i loro cari che sono sepolti lì. Ogni volta che andavano potevano sentire questa presenza negativa e li stava mettendo molto a disagio".

    "Per tutto il tempo in cui sono stato nel cimitero ho sentito questa energia negativa. Mi sentivo come se qualcosa non mi volesse lì".

    "Il mio pod REM, un dispositivo per comunicare con gli spiriti, continuava ad andare avanti da solo ed ero sicuro che c'era qualcosa di paranormale in corso".

    "All'improvviso ho sentito questo" whoosh ": è uscito da una tomba e mi è passato davanti."


    Dice di aver visto il filmato in seguito, commentando che vedere la forma fumosa nella telecamera era "davvero strano".


    Tuttavia, aggiunge che questo lo ha rassicurato sul fatto che la sua mente non gli stava giocando brutti scherzi. Dopo aver visto e rivisto il filmato, Tony ha detto che crede che la forma sia lo spirito di un uomo "controllore" che non vuole che le persone visitino il cimitero.

    Continua: "È un'esperienza molto strana, ma è anche bello avere come ti senti convinto. Ti chiedi sempre se è solo qualcosa nell'aria o la tua mente che ti gioca brutti scherzi ma non puoi discutere con prove visive".

    "Se rallenti il ​​filmato puoi vedere che lo spirito sta effettivamente cercando di manifestarsi e prendere forma".

    "È decisamente uno spirito arrabbiato, il cimitero è molto vecchio e penso che sia il fantasma di un gentiluomo che si sente molto possessivo su di questo".

    "È chiaramente uno spirito molto controllante e non vuole che le persone visitino il cimitero".


    "Ma non credo che la sua energia negativa sia un rischio per gli altri sepolti. È bello per me essere in grado di dare quella rassicurazione alle persone che erano preoccupate e dare loro un po 'di tranquillità."

    Tony dice che di recente è entrato nelle indagini paranormali dopo essere stato affascinato da bambino e aver vissuto diversi incontri spettrali. Crede che la sua "energia" attragga gli spiriti.

    "Crescere significava che ero affascinato sin dalla tenera età", dice Tony. "E mentre crescevo mi resi conto di avere questo dono che dove ogni volta che andavo, in un posto infestato, apparivano degli spiriti."

    "Deve esserci qualcosa nella mia energia che li attrae solo: mi faceva paura, ma ora mi sono abituato, la maggior parte degli spiriti non sono affatto dannosi".

    Buono a sapersi, Tony.

    Fonte: ladbible.com
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    Miti e leggende sul disastro del Titanic



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    A oltre un secolo dal disastro il mito del Titanic è ancora vivo. Tra mummie maledette, teorie del complotto e divinità vendicative, ripassiamo alcune delle leggende che lo circondano

    106 anni fa, nella notte tra 14 e 15 aprile 1912, si inabissava il Titanic, all’epoca la nave più grande mai costruita e ora una delle più famose di tutti i tempi. Due giorni dopo essere salpata per il suo viaggio inaugurale da Southampton, in Inghilterra, diretta a New York, la notte del 14 aprile la nave si scontrò con un iceberg. Nel giro di due ore il bastimento affondò portando con sé oltre 1.500 persone tra capitano, equipaggio, prima, seconda, e terza classe.

    Un disastro che non solo ha segnato un epoca, ispirando saggi, romanzi, canzoni, ma intorno al quale esiste una vera e propria mitologia. Come ha scritto recentemente lo scettico Brian Dunning, “più un evento è memorabile, più è probabile che intorno a esso spuntino teorie del complotto e storie alternative, e questo è stato anche il caso di RMS Titanic, la nave di lusso che si scontrò con un iceberg e affondando nel 1912”.

    Ecco alcune delle più significative.

    Truffa assicurativa…
    Oltre al Titanic esisteva un’altra nave della stessa classe, la Olympic, che nel 1911 si era danneggiata gravemente scontrandosi con un’altra nave.

    Secondo la teoria di Robin Gardiner, imbianchino inglese appassionato del Titanic, l’assicurazione non avrebbe pagato perché la colpa dell’incidente era della Olympic. Questo avrebbe lasciato la compagnia White Star Line (di cui era investitore John Pierpont Morgan) con un danno che non poteva riparare senza rimetterci. La soluzione? Ovviamente affondare la malridotta Olympic spacciandola per il Titanic, che avrebbe invece continuato la sua carriera col nome della sorella maggiore, questa volta intascando il ricco risarcimento dell’assicurazione.


    Tralasciando il problema di tenere segreta un’operazione che avrebbe ucciso 1500 persone, le navi erano simili ma non vuol dire che fossero indistinguibili dagli esperti che, con buona pace del signor Gardiner, non avevano dubbi sull’identità della nave affondata. Inoltre, secondo Dunning, il problema della teoria è che il Titanic era stato assicurato per una somma molto inferiore al suo valore, e la riparazione della Olympic era comunque la soluzione più conveniente.

    O false flag?
    C’è però anche chi ipotizza piani più ambiziosi di una semplice truffa assicurativa, messa in piedi in pochi mesi per necessità. Su ordine dei gesuiti il Titanic sarebbe stato deliberatamente affondato per assassinare chi si opponeva alla creazione della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, che sarebbe nata l’anno dopo. Anche questa teoria parte dalle conclusioni e adatta i fatti di conseguenza. John Pierpont Morgan possedeva la White Star Line e quindi il Titanic, e sicuramente era interessato alla creazione della Federal Reserve. Ma i miliardari indicati come oppositori dai complottisti, Benjamin Guggenheim, Isidor Strauss, e John Jacob Astor IV, avevano ben poco a che fare con questo progetto, tra l’altro di lunga data. La loro morte nell’incidente, che tra l’altro fu una batosta finanziaria per Morgan, difficilmente avrebbe potuto agevolare i piani. Cosa c’entrino i gesuiti non è molto chiaro, se non che nelle teorie del complotto stanno come il cacio sui maccheroni.

    L’inaffondabile è colpa delle fake news?
    La storia ha dimostrato che il Titanic dopotutto non era inaffondabile, ma era ritenuto tale al tempo oppure no? A partire dagli anni ’80 del secolo scorso diversi commentatori hanno suggerito che la fama di inaffondabile, oggi indelebilmente associata alla nave, in realtà fosse un mito emerso dopo il disastro grazie ad articoli giornalistici, e che la nave non sarebbe mai stata pubblicizzata come tale.

    In realtà in questo caso sembra che il debunking sia andato un po’ troppo oltre, e la realtà sia più sfumata. Come ricorda Snopes il Titanic, come la nave sorella Olympic, prima del viaggio era stato effettivamente descritto in diverse pubblicazioni come praticamente inaffondabile, o con altre analoghe espressioni. Anche in un volantino promozionale, riemerso nel 1993, si poteva leggere che quelle navi erano “progettate per essere inaffondabili”.

    Certo, la White Star Line non registrò un trademark come Titanic: l’inaffondabile, ma non si può negare che quell’imbarcazione (come altre) fosse stata descritta ripetutamente con quell’aggettivo, anche se mitigato dal contesto. Allo stesso tempo ci sono pochi dubbi che il disastro abbia sottolineato quanto ci si fosse sbagliati in proposito. Anche la mattina del 15 aprile a New York il vice-presidente della White Star Line dichiarava

    Abbiamo assoluta fiducia nel Titanic. Pensiamo che la nave sia inaffondabile
    Ma in quel momento l’inaffondabile era già sul fondo dell’Atlantico.

    La vendetta della mummia
    Alcune leggende sul Titanic invocano qualche genere di maledizione. La più famosa e interessante è probabilmente quella secondo cui la nave trasportava una mummia egiziana, che come tutte le mummie che si rispettino avrebbe attirato la sciagura sui suoi profanatori. Come spiega Massimo Polidoro, autore di diverse pubblicazioni sulla storia della nave, la genesi della leggenda è stata da tempo ricostruita, e sembra molto più affascinante della spiegazione soprannaturale. Una delle vittime del naufragio era il famoso giornalista appassionato di spiritismo William T. Stead, che secondo alcuni fantasiosi avrebbe anche presagito il disastro nei suoi racconti. Tra il 12 e il 13 aprile alcuni passeggeri si riunirono raccontarsi storie di fantasmi, e Stead ne raccontò una che aveva di fatto inventato assieme all’archeologo amatoriale Douglas Murray. La storia di Stead aveva come protagonista il coperchio di un sarcofago, ora al British Museum, che si diceva fosse maledetto. Stead morì nel disastro, ma in seguito un passeggero riferì l’accaduto. La leggenda a questo punto subì una mutazione, e si cominciò a raccontare che il Titanic trasportava una mummia maledetta, magari portata a bordo dallo stesso Stead, da cui sarebbe derivato l’inevitabile disastro. Versioni più elaborate della leggenda prevedono che l’oggetto sia stato salvato dal naufragio e abbia continuato a fare affondare navi.

    La nave blasfema
    E se il Titanic fosse affondato perché offendeva la religione cattolica? Una stramba teoria, ma non per questo meno popolare, si basa sul presunto numero dello scafo del Titanic, 390904. Se questo numero è visto riflesso in uno specchio, con molta fantasia si può leggere NOPOPE, nessun papa. Secondo la leggenda gli operai cattolici che lavoravano alla nave sarebbero scappati dal cantiere, offesi da quello che sembrava un violento slogan protestante. La tesi è che dalla costruzione sulla nave aleggiasse quindi un cattivo presagio…

    Non si sa come la leggenda sia nata, ma negli anni ’50 il produttore cinematografico William MacQuitt mise degli annunci sui giornali per raccogliere testimonianze utili per il film sul Titanic: Latitudine 41° Nord (1958). Ricevette una lettera che, oltre a dire che ogni chiodo piantato nel Titanic dagli operai era stato accompagnato da una maledizione al papa, rivelava il numero blasfemo dello scafo.
    Anche se è difficile negare che intorno a un cantiere navale che si trovava a Belfast ci fossero state tensioni di tipo religioso, la storia non regge. In I segreti della maledizione del Titanic (Piemme, 2012) Polidoro spiega che in realtà il vero numero assegnato allo scafo era 131428, e secondo Snopes nessun parte del Titanic portava il numero maledetto.

    fonte: wired.it
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    MONTPELIER HILL, LA COLLINA DELLE ANIME INQUIETE




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    Una delle nazioni che mi piacerebbe tanto visitare è l'Irlanda e i suoi luoghi ricchi di folclore, leggende e tradizioni. Credo che solo immergendosi in quell'atmosfera a volte magica, a volte un po' macabra si possa comprendere fino in fondo i misteri di cui è imbevuta. Ma non si tratta sempre di credenze o leggende: a volte la storia dei luoghi è perfino più suggestiva e l'ipotesi dell'occulto o del magico ne è solo la naturale conseguenza.
    Nelle vicinanze di Dublino il complesso montuoso lascia spesso spazio a colline isolate e una di queste è Montpelier Hill, conosciuta dai locali come "collina infernale" o "collina maledetta". Questa altura, di poco più di 380 m, è proprio uno di quei casi che ho appena citato, dove è stata la storia a creare l'atmosfera lugubre e paurosa che vanta.
    Oggi Montpelier Hill è pressochè disabitata, ma circa due secoli fa, un po' per la zona elevata dal bellissimo panorama, un po' perchè l'aria di montagna faceva credere di riuscire a evitare molte epidemie, alcuni irlandesi erano soliti costruire la loro dimora e vivere di pascoli e agricoltura.
    Nel 1725 un ricco uomo d'affari di nome William Conolly decise di acquistare quasi l'intera sommità della collina e di iniziare a costruire diversi edifici, uno anche per se e la sua famiglia. Le costruzioni principali furono due: Shooting Lodge, che poi prese il nome di Hellfire club, e Steward’s House, poi divenuta Killakee House.
    Shooting Lodge fu la residenza dei coniugi Conolly, che si ritirarono lì nella speranza di trovare un po' di pace allargare la famiglia con qualche figlio, che purtroppo non giunse mai. Sin dalle prime settimane la costruzione però iniziò a creare più problemi del previsto: gli operai fermarono l'edificazione quando venne scoperto un profondo cunicolo sotto la base dell'edificio, un luogo sacro per gli antichi nel quale c'era un cimitero con numerosi tumuli. A dimostrazione della presenza di antiche tombe oggi ci sono diversi studi e scavi che hanno confermato che su quella collina i primi abitanti della regione seppellivano i loro defunti e la consideravano un luogo sacro.
    Uomo scettico e soprattutto molto pratico, Conolly non li lasciò convincere dai superstiziosi e diede ordine agli operai non solo di proseguire con i lavori, ma anche di utilizzare quelle pietre trovata per costruire la sua casa, in modo da risparmiare anche sui materiali.
    E cosa succede in questi casi nei film horror o nelle serie TV quando si disturba il riposo dei morti? Cose tremende ovviamente.
    Trasferitisi nella loro nuova dimora, i Conolly iniziarono ad avere problemi di salute: la moglie William prese un brutta bronchite che la tenne a letto per molto tempo e lo stesso proprietario cadde da cavallo davanti casa rompendosi una gamba. Ma non è tutto: alcuni mesi dopo il loro insediamento una tempesta scoperchiò interamente la loro casa, costringendoli a scappare via e a rifugiarsi a Steward’s House.
    Gli abitanti delle zone limitrofe, soprattutto quelli che avevano consigliato la coppia di desistere dal continuare a disturbare il sonno dei defunti, interpretarono l’accaduto come una maledizione lanciata dagli spiriti di Montpelier Hill, e a conferma di ciò giunse la morte di Conolly dopo pochi anni in circostanze misteriose.
    Katherine Conyngham, la vedova di Conolly, volle andarsene da Montpelier Hill e preferì dare in affitto la sua residenza, nel mentre ristrutturata, di Shooting Lodge. Ad ottenerne le chiavi fu un gruppo di uomini che si presentò come una comunità di aristocratici annoiati; in realtà si trattava dei membri dell’Hellfire Club di Dublino.
    L’Hellfire Club nacque come alternativa (ma soprattutto come culto opposto) alla religione cristiana: la loro dottrina prevedeva quasi ogni cosa vietata o punita dall'ancor rigido cristianesimo, come orge, scommesse clandestine, contrabbando di alcool e messe sataniche. Quando nel 1721 un regio decreto ne mise in dubbio la morale e l’eticità, l’Hellfire Club venne chiuso, ma i suoi membri si sparsero per tutto il Regno unito e anche oltre, creando gruppi più piccoli, comunque molto attivi. uno di quei gruppi fu appunto quello che si ritrovò costantemente nella casa dei Conolly.
    Alcuni mesi dopo l'insediamento dell'Hellfire Club (da cui assunse il nome la costruzione) l'intera Montpelier Hill prese fuoco in un vastissimo incendio che richiese giorni per essere domato. Alcune malelingue affermarono che furono gli stessi membri del club ad appiccarlo con lo scopo di spaventare la gente e aggiungere un'aura di terrore al già profondo timore di chi abitava quelle zone.
    L’Hellfire Club fu un punto di ritrovo per gente con pochi scrupoli e soprattutto alimentata dal desiderio di evadere la rigide regole imposte dalla società: molti membri erano esponenti di case aristocratiche e politiche e lì, sulla quasi abbandonata collina a pochi chilometri da Dublino, potevano abbandonarsi a orge sfrenate, bevute di whisky, perversioni senza freni e ogni tipo di attività illegale, anche l'omicidio. Si dice infatti che molte prostitute non raggiunsero mai valle dopo essere state ingaggiate per una notte all'Hellfire Club.
    Pare che l'incendio uccise molte persone, anche tra gli stessi membri del club; nemmeno Shooting Lodge fu risparmiata e, nonostante i tentativi di salvarla, subì danni troppo ingenti per poter essere nuovamente abitata. Gli adepti dell’Hellfire Club a quel punto si trasferirono nell'altra residenza Conolly, la Killakee House, che rimase la loro definitiva residenza fino a quando anche quella comunità si sciolse e si disperse.
    Tra le molte leggende che si raccontano sull'Hellfire Club c'è quella del gatto indemoniato: il gruppo teneva come mascotte un bellissimo gatto nero che spesso gironzolava anche in prossimità della case dei contadini della zona; molti però se ne tenevano alla larga e pensavano che il felino fosse venerato dagli adepti della setta come la reincarnazione di Satana. A dimostrazione della sua identità infernale si diceva che durante le riunioni veniva spesso lasciato libero un posto a sedere per il demonio e il gatto era solito acciambellasi su quello scranno vacante. Tra i molti fenomeni paranormali che ancora oggi avverrebbero su Montpelier Hill ci sarebbe anche un grosso gatto nero con gli occhi infuocati che si aggirerebbe nei pressi Killakee House: si crede che un giorno un adepto ubriaco abbia cosparso la bestiola di whisky e gli abbia dato fuoco: il gatto scappò e scomparve nella boscaglia circostante, ma riapparirebbe di tanto in tanto sotto forma eterea per portare sfortuna o disgrazie a chiunque tenti di avvicinarlo.
    Con l'abbandono della collina da parte dell’Hellfire Club, Killakee House fu per alcuni anni la residenza di un guardiano, ma poi fino al 1968 rimase disabitata. L'acquistarono Nicholas e Margareth O’Brien che la trasformarono in un ristorante, ma negli anni '80 anche quell'attività cessò e tornò a diventare una casa in stato di abbandono.
    Una storia piuttosto travagliata quella di Montpelier Hill, e come ci si aspetterebbe è il preludio di eventi "strani" e fenomeni paranormali che ancora oggi avverrebbero all'interno o nei pressi delle due principali costruzioni, anche se Shooting Lodge è poco più che un mucchio di ruderi.
    A Dublino, se doveste chiedere di Montpelier Hill, molti vi parlerebbero di sacrifici di vergini compiuti anche di recente da sette sataniche che periodicamente si riunirebbero per celebrare riti sull'altura; vi direbbero anche di alcuni discendenti dei membri dell'Hellfire Club che si riunirebbero in date per loro importanti per sacrificare animali e accendere falò e celebrare stani riti attorno ad esso; vi direbbero dei molti spettri che abitano i ruderi di Shooting Lodge, compresi alcuni uomini incappucciati eterei che nelle notti estive compirebbero una lunga processione attorno alla collina per poi tornare e sparire là dove vennero trovate le pietre tombali.
    C'è chi parla poi di una presenza demoniaca invisibile che sarebbe in agguato tra le macerie della casa e aggredirebbe chiunque si avvicini troppo: questa testimonianza la riportano in molti e affermano che capita spesso che qualcuno si senta afferrato per le caviglie o che si ritrovi dei graffi sulla pelle, o ancora che qualcosa afferri i capelli e li tiri violentemente.
    Qualcuno ha anche sentito l’urlo di una donna, forse una vittima dei ritrovi scellerati della setta; si parla anche dello spettro di un nano che, secondo la leggenda, venne arso sul rogo dai membri dell'Hellfire Club come tributo a Satana.
    Killakee House non è da meno: mentre era sotto la gestione degli O’Brien molti ospiti hanno testimoniato urla disumane nella struttura, un suono di campanelli proveniente dalle fondamenta, la figura evanescente di una piccola creatura a 4 zampe nera ( il famoso gatto infernale?); oggetti fluttuare e rompersi al suolo con violenza.
    Gli stessi O’Brien in un'occasione parlarono dell'apparizione di due donne nude con strani simboli sulla pelle, probabilmente sacerdotesse delle messe nere che venivano svolti in quei luoghi.
    Chiudo l'articolo con un aneddoto che si racconta molto spesso a Dublino e al quale la gente da molto peso.
    Tornando all'epoca del club, si dice che uno dei contadini della zona fece una scommessa con alcuni suoi amici e per dimostrare il suo coraggio di notte andò a spiare cosa facevano gli adepti a Killakee House. Da una finestra vide molte persone vestite con un saio nero, la maggior parte di loro ubriachi o in atti osceni. La cosa che però lo terrorizzò fu un gruppo di persone sedute attorno ad un tavolo che giocavano a carta con un uomo che al contrario era vestito in modo formale ed elegante: quando l'uomo abbassò lo sguardo a guardare sotto il tavolo vide che lo straniero aveva zoccoli da caprone al posto dei piedi!
    Concludendo, possiamo sicuramente dire che Montpelier Hill sia ricca di vicende storiche, leggende, dicerie e perché no, anche di fenomeni "strani"; la fama di essere un luogo infestato continua ad ammantare la collina e forse necessiterebbe un'attenzione maggiore da parte degli studiosi del paranormale.


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    IL VERMILION'S GORE ORPHANAGE



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    Gli Stati Uniti sono disseminati di luoghi ritenuti infestati e ogni stato "concorre" per l'abitazione più infestata del mondo. In Ohio se chiedeste ad un qualsiasi passante quale sia il luogo più inquietante di cui abbiano sentito parlare, probabilmente senza esitare vi direbbe il " Gore Orphanage".
    Questa struttura, che oggi è poco più che un ammasso di ruderi, si trova nei pressi della città di Vermilion nella contea di Lorain, nel nord dell'Ohio. Nata come casa padronale nel 1840, è divenuta un orfanotrofio nel 1903 ed ha preso fuoco nel 1923; da allora all'interno e nella zona circostante orde di anime in pena vagano senza meta e terrorizzano chiunque si avvicini.
    Nel 1817, Joseph Swift acquistò un'intera valle con oltre 400 acri di fitti boschi e corsi d'acqua con l'intenzione di costruire una tenuta faraonica. Swift trascorse più di 20 anni nei lavori di scavo a riporto della terra in preparazione della sua casa da sogno. Infine, nel 1840, la costruzione del palazzo Swift finalmente ebbe inizio. Nel 1842, la Swift Mansion fu terminata: comprendeva oltre 40 stanze, 14 camere da letto, 4 stanze per i servi, soffitti alti oltre 4,5 m, pilastri di granito e addirittura un giardino interno: Swift non badò a spese e in effetti creò un palazzo degno di un re.
    Ciò che Joseph Swift però non mise in conto fu una serie di investimenti sbagliati che nel giro di pochi anni lo mandò sul lastrico. al punto di dover vendere tutta la tenuta. Nel 1874 la Swift Mansion fu acquistata da Nicholas e Harriet Wilbur, che popolarono la casa con i loro figli e i loro nipoti.
    In casa Wilbur la pace e la serenità durarono meno di un ventennio: nel 1893 scoppiò in tutto l'Ohio un'epidemia di difterite e tra il 13 e il 19 gennaio morirono ben 4 dei nipoti. Quelle tragedie una dopo l'altra sconvolsero l'intera famiglia e da allora qualcosa cambiò negli occupanti della tenuta.
    Si dice che Harriet arrivò vicino alla pazzia e per attenuare il suo dolore si affidò ad una medium che iniziò a condurre sedute spiritiche all'interno del palazzo nel tentativo di contattare i bambini defunti.
    La salute di Harriet peggiorava a vista d'occhio e Nicholas decise di trasferirsi altrove nel tentativo di distogliere la moglie dal pensiero di quelle perdite. Nel 1895, la famiglia Wilbur cedette la proprietà alla famiglia Sutton e 7 anni dopo, nel 1902, fu rivenduta al reverendo John Sprunger che la destinò ad un orfanotrofio.
    Prese il nome di Gore Orphanage ed aveva lo scopo benevolo di accogliere tutti i bambini sfortunati rifiutati dai genitori o rimasti orfani; incredibilmente nel 1916 l'orfanotrofio venne chiuso per mancanza di personale perché ogni persona che provava a lavorarci scappava a gambe levate affermando che la struttura era "stregata" e infestata da demoni e fantasmi.
    La fine per la struttura arrivò nel 1923, quando prese fuoco e crollò per una buona parte. Si crede che l'incendio sia stato appiccato da alcuni fanatici, anche se c'è chi pensa che sia stata opera di entità ultraterrene.
    Il sito oggi è quasi completamente coperto di vegetazione e solo pochi frammenti delle fondamenta di tanto in tanto affiorano; nonostante questo è piuttosto semplice da trovare, basta cercare il cartello stradale che indirizza alla Gore Orphanage Road.
    La gente del posto oggi sussurra di diverse forme spettrali che si muovo nella boscaglia di notte e di giorno, alcune somiglianti a bambini che sembrano correre e giocare nel bosco. C'è chi ha affermato di aver udito voci di bambini tra gli alberi gridare parole di dolore. altri dicono di aver udito pianti e lamenti.
    Come ogni luogo ritenuto infestato, anche l'ex orfanotrofio oggi è "pattugliato" da gruppi di curiosi che cercano di riprendere con i loro strumenti le anime dannate che lo popolano. Nonostante le autorità cerchino di tenere alla larga più gente possibile, molti si intrufolano nella boscaglia di notte e si appostano fino all'albe con telecamere e fotocamere.
    Alcuni visitatori hanno riferito che a tarda notte nel bosco dove sorgeva il Gore Orphanage si possono vedere strane luci fluttuanti e un'infinità di orbs tra gli alberi; altri affermano che di notte tra gli alberi si muovano ombre dall'aspetto umano e con occhi luminosi, che se illuminate da una torcia o dai fari svaniscono in uno sbuffo di fumo biancastro per riapparire qualche metro più lontano nel buio.
    Un evento che poi molti hanno testimoniato è quello di con piccole impronte di mani trovate sulla carrozzeria delle auto parcheggiate e l'unica spiegazione che offrono a questa anomalia è che i fantasmi degli orfani e dei piccoli nipoti di Wilbur non amino le visite e cerchino di spingere fisicamente le macchine via dalla loro "casa".
    Come ho detto, la polizia pattuglia la Gore Orphanage Road per scoraggiare questo comportamento, ma alcuni ghost hunter di recente sono riusciti a fare un sopralluogo per capire se realmente ci siano entità sovrannaturali tra le macerie dell'orfanotrofio. Ne sono risultate impressioni contrastanti: anche loro hanno udito i pianti dei bambini, ma hanno scoperto che quei suoni possono essere ricondotti al rumore metallico che fanno gli autocarri pesanti quando passano sopra un cavalcavia non molto lontano; tuttavia le loro telecamere e i loro strumenti hanno catturato ombre anomale che si aggirano tra e attraverso gli alberi e anche loro hanno dovuto constatare che le loro auto, al loro ritorno, erano "segnate" da impronte di mani molto piccole, come quelle farebbe un gruppo di bambini…


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere

    Edited by Selene_Moon - 2/5/2018, 09:25
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    IL BOSCO DEI LAMENTI



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    Se cercate tranquillità, aria buona e relax sicuramente uno dei luoghi adatti è il bosco: dalle mie parti i boschi sono tantissimi e molto vasti e ogni volta che posso mi immergo nella stupenda atmosfera naturalistica che questi luoghi offrono.
    È pur vero che i boschi fanno paura, creano un senso di ansia e di smarrimento perché al loro intero è facile perdere l'orientamento, smarrirsi o essere sorpresi dal buio della sera prima che il sole cali. Io ho provato questa brutta sensazione solo una volta: andavo a funghi è ho preso un sentiero che non conoscevo raggiungendo una zona che non ricordavo e sono rimasto più di due ore nel tentativo di orientarmi.
    Immaginate cosa vorrebbe dire perdersi in un bosco famoso per strani incidenti, magari al centro di leggende in cui spariscono le persone o di streghe.
    Un luogo del genere non è molto lontano da noi: nella contea di Norfolk, in Inghilterra, c'è una zona boschiva chiamata Wayland Wood, ma ribattezzata dai locali "Wailing Wood" (bosco dei lamenti), per via di strani fenomeno che avverrebbero al suo interno.
    Wayland Wood è una piccola foresta di circa 34 ettari nei pressi della cittadina di Watton, divenuta famosa per un episodio di sparizione documentato e ancora oggi tramandato dagli abitanti, sebbene sia avvenuto addirittura nel XVI secolo; proprio quel triste fatto, secondo la leggenda, è il motivo per cui tutto il bosco è infestato ed allontanarsi dai sentieri battuti potrebbe portare alla scomparsa nel nulla.
    La vicenda parla di un uomo di nome Robert de Grey che viveva in una lussuosa casa al limitare della boscaglia. Oggi quella casa, conosciuta come Griston Hall, è lontana quasi 1 km dal bosco, ma è pur vero che un tempo le macchie verdi erano molto più estese.
    Ad ogni modo l'uomo era molto avido di denaro e, pur essendo il rampollo di una nota famiglia aristocratica, sperperava i suoi soldi con le donne e il gioco. Al contrario il fratello maggiore era molto più giudizioso, era diventato un ricco proprietario terriero della contea di Norfolk e si era creato una famiglia con una splendida moglie e due bambine molto belle. Purtroppo l'uomo non era fortunato e dopo aver perso la moglie di polmonite si infortunò gravemente cadendo da cavallo, finendo i suoi giorni in un letto con un'emorragia che lentamente lo portò alla morte.
    Conscio che i suoi giorni volgevano al termine e non sapendo a chi affidare le sue figlie di 8 e 12 anni, chiamò suo fratello Robert al capezzale e gli chiese di occuparsi delle sue figlie fino a quando avessero raggiunto la maggiore età (21 anni)
    Robert de Gray era un uomo senza scrupoli, ma vide in quella richiesta un modo per poter racimolare un bel po' di soldi e giurò davanti a Dio di occuparsi delle due nipoti. Secondo i termini delle volontà del fratello la figlia maggiore avrebbe ereditato 300 corone il giorno del 21esimo compleanno e la minore 500 corone il giorno del suo matrimonio: a noi possono sembrare poco ma per il tempo era una fortuna. A Robert andavano gli spiccioli e ciò di certo non favorì a farlo comportare come uno zio amorevole.
    Robert de Grey sapeva che se le figlie fossero morti prima delle scadenze scritte nel testamento i soldi sarebbero andati a lui, così quando la nipote maggiore compì soli 12 anni decise di sbarazzarsi delle povere bambine. Assoldò due sgherri in modo che simulassero un rapimento e le portassero nei boschi dove le avrebbero uccise; tuttavia alla vista delle due bambine innocenti i due uomini si impietosirono e una volta condotte nella foresta le portarono in rifugio per cacciatori e dissero loro di rimare lì finchè non avessero trovato un modo per affidarle a qualche famiglia.
    I due sgherri però, invece di essere pagati, vennero eliminati dalle guardie di de Gray (che non voleva pagarli e lasciare testimoni) e le bambine, perse nella foresta, morirono di fame e di freddo dopo alcuni giorni.
    Certo, questa storia non finisce come una favola, ma anche per lo zio non finì bene: l'ira di Dio sembrò abbattersi su Robert de Grey e la sua famiglia e, nonostante riuscì ad impossessarsi dei soldi delle nipoti, fu colpito da numerose disgrazie. I raccolti vennero distrutti più volte da tempeste, i suoi magazzini andarono a fuoco, il bestiame si ammalò e morì per la maggior parte e la sua stessa tenuta subì gravissimi danni per un cedimento delle fondamenta.
    Dopo soli pochi mesi dalla morte delle nipoti, i suoi debiti erano talmente elevati che l'uomo fu processato e imprigionato; morì in prigione, senza soldi e solo come un cane.
    Griston Hall oggi è una fattoria, ma nonostante siano passati oltre tre secoli al gente della zona non ha dimenticato la storia delle due bambine abbandonate nel bosco. Si dice che a volte a Griston Hall appaia una figura maschile eterea che si affaccia dalle finestre della casa, ma i fenomeni più strani avverrebbero nel Wayland Wood.
    Il bosco è stato chiamato Wailing Wood perché se ci si ferma per qualche minuto in silenzio nella boscaglia e si ascolta con attenzione, si possono sentire in lontananza grida e pianti di bambini. Sono state riportate anche ombre e figure evanescenti tra gli alberi, anche di giorno e numerosissimi orbs lungo i sentieri durante la notte.
    C'è chi dice che nonostante il rifugio si stato abbattuto dal intemperie e dal tempo, sul luogo dove vennero trovati i bambini sia cresciuta un'enorme quercia e che chiunque si sieda sotto di essa venga compito da disgrazie e tragedie.
    Oggi Wailing Wood è un luogo spettrale e poco curato; se aggiungiamo le storie che i curiosi riportano di volta in volta pare proprio che sia uno dei posti più infestati dell'Inghilterra.

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    MALLEUS MALEFICARUM, IL LIBRO CHE STRAZIÒ IL MONDO



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    Anche se oggi la lettura è snobbata da molti è indubbio che i libri abbiano fatto la nostra storia e che riportino ogni nostro passo in avanti della nostra evoluzione. I libri sono una delle nostre risorse più grandi, anche se a volte sono stati scritti testi ingannevoli o con contenuti falsi.
    In linea di massima si può dire che la lettura ci aiuta a crescere psicologicamente, nel bagaglio di informazioni e nello sviluppo della nostra intelligenza. In alcuni casi però questo non è affatto vero e il "potere" di un libro ha portato alla morte, alla distruzione di massa e a regimi governativi malvagi. Forse (senza forse direi) il peggiore testo in questo ambito è stato il "Malleus Maleficareum" (Il martello delle streghe).
    Prima di parlarvi del libro volevo darvi un quadro della situazione di quei tempi, giusto per capire il motivo della sua stesura e la "necessità" della sua attuazione.
    Fra il 1227 e il 1235 una serie di decreti papali instaurò l'Inquisizione con lo scopo di reprimere le azioni malvagie di streghe ed eretici. La bolla "Ad extirpanda" del 1252 di Papa Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura per estorcere confessioni di stregoneria da parte delle persone "ragionevolmente sospettate".
    Dal 1257 al 1816 l'Inquisizione si accanì si tantissime di persone innocenti, accusandole di eresia contro i dogmi religiosi: se confessavano erano dichiarate colpevoli, se invece non lo facevano erano considerate eretiche e passavano giorni atroci di continue torture finché morivano o rimanevano invalide a vita. Spesso poi quelle che resistevano anche alla tortura venivano arse lo stesso sul rogo con un'altra accusa, solitamente di stregoneria. Era praticamente impossibile sfuggire alla propria sorte. Si stima che nei tre secoli più attivi, dalla metà '400 al '700, furono sterminati 9 milioni di innocenti, e la cosa peggiore è per l'80% si trattava di donne e bambine. I loro beni venivano confiscati al momento dell'accusa e l'intera famiglia di riflesso veniva spodestata di ogni bene.
    Gran parte delle accuse erano dovute al desiderio di impossessarsi dei soldi di un proprietario terriero, oppure di eliminare una persona scomoda, o ancora per invidia. Le accuse erano le più disparate: stregoneria, provocare le tempeste e le carestie, essere indovini, essere guaritori manipolati del diavolo, praticare riti funerari non cristiani, ecc.. Ogni attività in contrasto con la Chiesa veniva utilizzata per accusare uno sventurato.
    Il Malleus Maleficarum fu compilato e scritto da due monaci inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, che nel testo sostenevano di avere ricevuto poteri speciali per processare le streghe in Germania per ordine di Papa Innocenzo VIII con un decreto papale del 5 dicembre 1484.
    I giudici di allora, con il manuale del Malleus davanti, incriminavano il sospettato secondo il principio per cui "il reo deve accusarsi da solo e se non lo fa volontariamente qualsiasi mezzo è lecito". Uno dei metodi più utilizzati per attuare i principi del manuale era buttare in acqua colui che era ritenuto colpevole con un masso legato al collo; se affogava (ma guarda un po'!) era connotazione di colpevolezza e di peccato, se restava a galla era un indemoniato e pertanto andava giustiziato sul rogo.
    In quei tempi l'Inquisizione trasformò il Malleus Maleficarum in una vera arma, istituendo un regno di terrore su tutto il territorio europeo. Le regole erano molto semplici: ogni processo in cui avessero giurato due o più testimoni veniva considerato valido e non importava investigare se i testimoni fossero effettivamente a conoscenza dei fatti o meno. Bastava semplicemente che affermassero qualcosa che screditasse il malcapitato. Immaginate quindi come ci si procurava i testimoni al tempo: minacce, o più spesso indulgenze o ricompense in denaro; a volte addirittura erano loro stessi accusati, ma si offriva loro quella come una via di salvezza, ovvero accusare un altro per salvarsi la pelle.
    Le domande a trabocchetto prosperavano in ogni interrogatorio, architettate allo scopo di ingannare il presunto reo e mettere in condizioni i testimoni di rispondere secondo prassi. Per fare un esempio di questi trabocchetti pensate a domande del genere:
    «Voi credete al demonio, alle fatture e alla possessione?»
    «No, non ci credo!» (un sì avrebbe concluso il processo già qui)
    «Dunque per voi le donne bruciate sono state condannate di stregoneria ingiustamente?»
    La risposta che dava la sciagurata di turno a questo punto non aveva più nessun valore, perché la colpevolezza era stata accertata dalla prima replica, dal fatto che non credere nella stregoneria trasformava il tutto in vera eresia.
    Quando una strega veniva riconosciuta e posta agli arresti venivano prese varie precauzioni affinché non potesse più nuocere e i suoi poteri venissero neutralizzati:
    - le veniva negato di calpestare il suolo terreno per non aver contatti con Satana, il cui regno era risaputo dimorare negli abissi della terra, e veniva posta in una cesta e sollevata da un'asse;
    - quando era di fronte al Giudice supremo doveva essere presentata di spalle, così da evitare ogni possibile tentativo di incantare il giudice con gli occhi;
    - i magistrati stessi ordinavano alle guardie di non avvicinarsi alle sospettate per non venire a contatto con la loro carne infetta;
    - i giudici più superstiziosi portavano al collo dei sacchetti contenenti erbe benedette e sale consacrato nella domenica delle palme, il tutto sigillato con una speciale cera.
    La paura era il grande alleato degli inquisitori e in parecchie situazioni evitava l'uso della tortura stessa. Il Malleus consigliava ai magistrati che l'accusato fosse denudato e, se femmina, che fosse condotta in galera e lì denudata da donne pure e illibate per ammansire la sua mente e imprimerle la consapevolezza dei suoi peccati.
    Il Malleus Maleficarum è infatti stato scritto come un manuale dal duplice insegnamento:
    - quello che conoscono tutti, ovvero metodi corporali per esortare il presunto eretico o presunta strega a confessare i suoi crimini (la tortura): normalmente bastavano questi "accorgimenti" a costringere un prigioniero a confessare qualunque reato gli si volesse imputare;
    - quello psicologico, ovvero giocare sulla psiche del malcapitato e obbligarlo a confessare di sua spontanea volontà: nei primi decenni la tortura portò alla morte di moltissime persone, ma molte di queste fino alla fine rifiutarono di ammettere i peccati che non avevano commesso; la Chiesa sapeva bene che così facendo la sua dottrina sarebbe stata messa in discussione e le vittime sarebbero state viste come martiri. Ecco perché nelle successive pubblicazioni del manuale si inserirono tecniche per incutere timore (in realtà vero e proprio terrore) nei prigionieri, giocando sui loro affetti, sulla loro credibilità, sui loro dubbi e soprattutto sulla loro ignoranza.
    Concludendo si può dire che il potere spesso sta nella conoscenza e il Malleus Maleficarum fu un mezzo per incanalare la conoscenza nel modo peggiore.

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    IL CASTELLO DI DRAGSHOLM, INFESTATO DA OLTRE CENTO FANTASMI



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    A circa 80 km da Copenaghen c'è una piccola cittadina chiamata Hørve, di non più di 2400 abitanti. Pur essendo un paesino remoto e una regione poco attrattiva dal punto di vista turistico, in questo paesino su un'altura sorge un castello molto famoso nel quale chi vuole può anche soggiornare. Si tratta del castello di Dragsholm, u...no dei più antichi e beli della Danimarca, dal quale si può ammirare uno spettacolare orizzonte sul mare.
    La rocca ha almeno 800 anni ed è stata ristrutturata diverse volte. È circondata da un parco con alberi secolari, un laghetto e stagni con ninfee ed ha stanze nel castello arredate con mobili antichi in stile settecentesco. Dragsholm oggi ha la funzione di albergo, museo ed è anche un lussuoso ristorante, ma nasconde moltissime segreti e soprattutto è dimora di moltissimi fantasmi.
    Il castello nel corso dei secoli è passato nelle mani di molte famiglie nobili e al suo interno ha visto moltissime morti, un po' per malattie, un po' per incidenti e un po' perché per lungo tempo in passato è stato utilizzato come prigione.
    Passando dalle curiosità storiche al paranormale, sembra che gli avvistamenti ed i racconti di fantasmi legati ai sotterranei e ai cunicoli del castello siano molteplici.
    Nei corridoi, nei cunicoli e nella stanze di tutto il castello si manifesterebbero molti spettri incappucciati che farebbero pensare a monaci seicenteschi; chi afferma di averli visti sostiene che le apparizioni sono accompagnate da un brusio indistinto di voci, come se gli spettri fossero impegnati in una animata conversazione tra loro.
    Non sono rare nemmeno figure vestite in armatura metallica e che tengono in mano delle spade. Molti invece affermano che soprattutto nei sotterranei, dove erano una volta detenuti i prigionieri, si manifestano ombre vaganti e lamentose di molti innocenti perseguitati tra il 1400 e il 1600, spesso giustiziati sul rogo con l'accusa di stregoneria.
    Ma più di tutti si è soliti citare tre fantasmi che infesterebbero il castello di Dragsholm: questi tre, la Dama Bianca, la Dama Grigia e il Conte di Bothwell, sono anche la centro delle principali leggende che si tramandano da secoli riguardo la fortezza.
    Si dice che la Dama Bianca fosse la figlia di uno dei tanti proprietari del castello che, a dispetto di ciò che voleva il padre per lei, si innamorò di un suo servo. Immaginando già la reazione del signore del castello i due si incontravano di nascosto nelle segrete o nel giardino attorno alle mura, ma altri servi, decisamente più fedeli al proprio padrone, scoprirono i due e andarono a comunicarlo al loro padrone. Destino volle che quando l'uomo seppe del comportamento poco conveniente della figlia aveva ospiti illustri al castello e così, per dare loro un'immagine integerrima di se stesso, ordinò che il servo venisse arso sul rogo e che la figlia fosse murata viva. Da allora si dice che ella vaghi nei corridoi del castello, piangendo e disperandosi per non essere riuscita a coronare il suo sogno d'amore. Sembrerebbe una leggenda senza fondamenti, eppure nel 1930, in seguito ad un restauro di un'ala della fortezza, un gruppo di operai trovò in un bagno un muro con dietro un vano vuoto e al suo interno trovò uno scheletro vestito di bianco.
    La Dama Grigia invece sarebbe un fantasma buono, una sorta di entità protettrice del castello e dei suoi ospiti. Pare che fosse una serva (vestiva di grigio perché ai ceti bassi non era concesso di vestire colorato) che ad un certo punto iniziò a soffrire di un terribile mal di denti. Sebbene fosse stata curata da un medico, gli unguenti le causarono una profonda debolezza e la portarono infine ad una morte per avvelenamento. Oggi vagherebbe all'interno delle mura di Dragsholm non come anima in pena, ma come una specie di angelo custode e quando passerebbe di fianco ad un ospite lascerebbe un delicato profumo di fiori e procurerebbe un senso di tranquillità.
    Il Conte di Bothwell invece fu una delle vittime dei sotterfugi da parte dei rivali terrieri e dei signorotti della regione. Accusato di stregoneria e di essere un doppiogiochista in politica, venne fatto prigioniero nel suo stesso castello e lì detenuto fino alla sua morte nel 1578.
    Sia chi lavora nel castello che molti ospiti che lo hanno frequentato giurano che ogni notte senza luna appaia in sella al suo cavallo nel cortile del castello. Alcuni ospiti sostengono di aver sentito il rumore degli zoccoli del suo cavallo, ma quando hanno guardato fuori non hanno visto nessuno.
    Beh, cosa aggiungere… Sicuramente è un luogo da visitare e se proprio non appare nessuno spettro almeno ci si può consolare con ottimo cibo e una notte in uno dei castelli più belli d'Europa.

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    EMILY ISABELLE BURT, LA LUPA MANNARA DELLA GEORGIA




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    Nel secolo scorso, ma soprattutto nell'ultimo ventennio, in tutto il mondo c'è stato un boom di film, riviste, libri, storie e gadget sui vampiri. Oggi il vampiro è un'icona horror, una creatura che tanto temuta in passato quanto ammirata e "desiderata" oggi (e per desiderata intendo anche sessualmente). Al di là di quale vampiro vi piaccia (Edward Cullen, Lestat, Selene, Dracula, Blade, Nosferatu, ecc..) quello che è certo è che nessuno di loro si può definire tale, almeno non come fu pensato originariamente.
    Ma perché si parla tanto di vampiri e non di licantropi? Le due creature hanno spesso luoghi comuni nella storia, ma i licantropi hanno origini molto più antiche e perfino le leggenda a riguardo sono molto di più; eppure la figura del mannaro (non sono solo i lupi ad essere mannari) non ha mai veramente avuto successo sul piccolo schermo o nella cultura moderna.
    Quello di cui sto per parlarvi è uno di quei casi storici (quindi documentati e non inventati) che hanno portato a credere che i licantropi siano veramente esistiti, sebbene ci siano alcuni punti oscuri che avrebbero dovuto essere sviluppati a loro tempo per giungere ad una conclusione inequivocabile.
    Secondo i documenti del tempo nel 1855 nella campagne e nei boschi della Georgia si aggirava un lupo mannaro affamato, pronto ad aggredire chiunque gli capitasse a tiro nelle notti di plenilunio. Da lì a collegarlo alla giovane Emily ci volle un po', ma le prove sembrarono al tempo inoppugnabili, tanto che da lupo mannaro si passò a parlare di "Emily, la ragazza licantropo".
    Emily Isabelle Burt era una ragazzina 14enne di famiglia ricca e viveva nei pressi di Woodland; terza di cinque figli, era la più timida e impacciata, spesso sopraffatta dai fratelli e al centro degli scherzi dei compagni di scuola. Quell'anno il padre di Emily morì, ma lasciò una grossa somma di denaro che permise alla madre di continuare a crescere i figli in maniera decorosa e assicurò a tutti un futuro tutto sommato agiato. Emily però non prese bene la dipartita del padre, anche perché era l'unico che veramente la capiva e con cui riusciva a confidarsi: Mildred Owen, la madre, preoccupata per la salute della figlia, decise allora di mandarla in Inghilterra da una sua parente e di farla distrarre frequentando un anno di scuola in Europa.
    Se all'iniziò la lontananza da casa sembrò avere un effetto benefico sulla ragazzina, dopo un solo semestre Emily venne rimandata a casa e i parenti scrissero a Mildred che la ragazza mostrava strani segni di nervosismo e rabbia incontrollata. Non passò molto tempo che in effetti che la madre e fratello notarono qualcosa di strano in lei: era sfacciata, maliziosa nel parlare, amava provocare i maschi, anche gli anziani vicini, scoprendo parti del corpo, era iperattiva, sfociava spesso in malumori o gesti di stizza e di notte mugolava e non riusciva a dormire. Solo più tardi ci si accorse che quei comportamenti avvenivano principalmente nella settimana a cavallo della luna piena, ma anche allora il timore della madre e dei vicini fu che fosse semplicemente pazza.
    Passò ancora qualche mese ed Emily iniziò ad aggiungere un ulteriore bizzarro comportamento: sempre nei giorni a cavallo del plenilunio la ragazza si alzava in piena notte e a piedi nudi usciva di casa per addentrarsi nella foresta poco lontano da casa. Tornava sempre al mattino, nuda o con la veste da notte strappata. Mildred chiamò dei medici affinché controllassero sua figlia e loro riscontrarono uno sviluppo anomalo delle arcate dentali nei pressi dei canini e capelli che crescevano due volte la velocità normale. A parte questo la ragazza sembrava normale, anche perché le visite avvenivano dopo alcuni giorni che Emily manifestava quei comportamenti (quindi dopo che l'effetto della luna piena era svanito) e quindi la trovavano sempre calma e razionale. Lei dal canto suo, affermava di ricordare nulla delle notti che trascorreva nei boschi e nemmeno dei suoi comportamenti bizzarri in quei giorni. I medici giunsero alla conclusione che la ragazza non avesse nulla e che quei comportamenti fossero dovuti semplicemente ai cambiamenti della pubertà.
    Nel 1851, l'anno dopo, le cose però peggiorarono. In primavera gli agricoltori e i pastori della zona iniziarono a lamentare la morte di molti dei loro animali da fattoria, quasi tutti trovati nei loro cortili sbranati o fatti a pezzi. In tutta la contea di Talbot i coltivatori nei giorni di luna piena trovavano nei loro campi carcasse macellate di animali, apparentemente vittime di un attacco di lupi.
    Gli agricoltori di Woodland si organizzarono per una battuta di caccia ai lupi e dopo settimane di insuccessi uscirono una notte di luna piena nel giugno di quell'anno riuscendo finalmente a trovare la creatura responsabile delle aggressioni al bestiame. Nel folto del bosco videro (e riportarono nei documenti di allora) una creatura dal pelo folto color scuro che poteva muoversi a due o a quattro zampe, con lunghi artigli e zanne mostruose; appariva in tutto e per tutto come un lupo, ma la postura erette fece subito gridare al "lupo mannaro". A questo si aggiunse il fatto che molti di loro spararono alla creatura, ma nessuno di loro riuscì ad abbatterla, portando a pensare che fosse immune ai colpi normali.
    I cacciatori dovettero attendere la successiva luna piena e nel mentre, guidati da un anziano particolarmente attivo, presero la vicenda talmente sul serio che fusero diversi oggetti in argento per creare proiettili (si pensa ancora oggi che l'argento sia una delle poche cose a danneggiare i lupi mannari). Gli agricoltori arrivarono anche a sciogliere le loro croci appese in casa pur di avere pallottole a sufficienza per uccidere la bestia.
    Infine all'avvicinarsi del plenilunio iniziarono a darsi il cambio e fare turni ai bordi di ogni bosco della zona in modo da essere pronti ad ogni movimento sospetto nel sottobosco. Le molte energie spese furono nuovamente ripagate e una notte nel bosco fuori Woodland un gruppo di pattuglia si imbattè in una silhouette spaventosa grande come un uomo, ma con l'aspetto animalesco di un lupo che camminava su due zampe. I cacciatori fecero fuoco con i loro fucili e ci furono lunghi momenti concitati e di confusione; la creatura fuggì nella foresta, ma diverse chiazze di sangue a terra diedero la conferma che quella volta l'avevano colpita.
    Mildred Owen Burt si svegliò al suono delle spari, e conoscendo l'attitudine della figlia di uscire di notte si allarmò e andò a controllare in camera sua: il letto di Emily era vuoto. Preoccupata per quegli spari troppo vicini a casa, accese una lanterna e si diresse verso la foresta seguendo la luce delle lanterna che già si muovevano nel sottobosco. Al suo arrivo vide con orrore Emily a terra in un lago di sangue.
    Il giorno successivo il medico locale a chiudere le ferite di Emily e a salvarle la vita perché era stata colpita solo ad una spalla; le voci di "incidente" di Emily e quelle sulla caccia ai lupi mannari iniziarono a mescolarsi nelle taverne locali, fino alla conseguente conclusione che fosse proprio Emily la creatura mostruosa che uccideva gli animali nelle fattorie.
    Per il bene della ragazza Mildred mandò sua figlia a Parigi da un medico che affermava di essere "specializzato in licantropia". Secondo le leggende gli attacchi agli animali cessarono completamente da allora e quando Emily Isabelle Burt tornò in Georgia alcuni anni dopo era stata curata dalla sua misteriosa malattia, non manifestando più alcun sintomo di nervosismo o stravaganze.
    Emily visse il resto della sua vita a Woodland e divenne un'imprenditrice di successo. Morì Nel 1911, all'età di 70 anni.
    Ancora oggi ci si chiede cosa fosse in realtà la creatura che uccideva gli animali nelle fattorie della contea di Talbot e se Emily davvero c'entrasse qualcosa. La storia della lupa mannara è caldamente contestata da scettici e studiosi, ma la gente di quei luoghi sono inclini a pensare che la bestia fosse proprio la ragazzina.


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    I MISTERI DI HANGING ROCK



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    Hanging Rock è il luogo in cui è ambientato il romanzo "Picnic a Hanging Rock", scritto da Joan Lindsay nel 1967. Il romanzo racconta della scomparsa di alcune studentesse durante una visita ad Hanging Rock. La spiegazione della loro scomparsa era narrata nel capitolo finale del libro, ma la scrittrice eliminò questo capitolo su ordine dell'editore per mantenere sulla storia un profondo senso di mistero. Dal romanzo nel 1975 venne tratto il film, diretto da Peter Weir.
    Hanging Rock è un imponente complesso megalitico naturale situato nella regione Victoria, in Australia, tra i due piccoli centri abitati di Newham e Hesket, a circa 70 km da Melbourne.
    La formazione è di origine vulcanica ed è datata circa 6.25 milioni di anni fa per la fuoriuscita di magma dalla crosta terrestre. Il suo nome ufficiale è Mount Diogenes e fu dato da Robert Hoddle nel 1844. Hanging Rock si trova all'interno del territorio aborigeno Wurundjerie gli abitanti della zona evitano di avvicinarsi perché ritengono sia abitata da spiriti malvagi.
    Dopo l'uscita del film la curiosità portò molti esploratori ad affollarsi ai piedi di Hanging Rock, convinti che fosse un luogo misterioso, ma le autorità australiane si affrettarono a far sgomberare i curiosi (e spesso lo fanno ancora oggi) affermando che la storia narrata nel romanzo era pura fantasia e non c'era alcuna attinenza con al realtà.
    Poi in effetti qualcuno trovò alcuni articoli di giornali locali che parlavano della scomparsa di alcune ragazze ad Hanging Rock, ma la datazione non è delle più recenti e molti dettagli vennero omessi o perduti. Pare che a grandi linee il romanzo della Lindsay rispecchi i fatti accaduti e che alcune studentesse il 14 febbraio del 1900 organizzarono un ritrovo assieme alla loro insegnante ai piedi della formazione.
    Il ritrovo era per festeggiare la fine dell'anno scolastico e il gruppo organizzò un pic-nic. Nel primo pomeriggio un gruppetto di 5 ragazze volle esplorare la formazione rocciosa e si inoltrò nella boscaglia contro il parere dell'insegnante. Dissero che sarebbero tornate entro due ore al massimo, ma a tornare indietro fu solo una di loro. Era piuttosto corpulenta e non riuscì a salire su alcune rocce per scalare una parete che conduceva alla cima del monte.
    Al suo ritorno apparve alle compagne piuttosto provata e soprattutto spaventata. Affermò che lei e le sue amiche avevano iniziato a sentire un ronzio provenire dall'interno delle rocce e le sue amiche ne vennero talmente attratte da mettersi in mente di scoprirne la causa.
    La ragazza venne lasciata indietro e dopo aver tentato più volte di scavalcare l'ostacolo decise di tornare sui suoi passi, ma iniziò a girarle la testa e dovette appoggiarsi ad masso per riposare. Disse di aver avuto delle visoni molto realistiche di figure lucenti che emettevano suoni intensi che le procuravano il mal di testa e che lentamente scalavano le rocce dirette alla sommità della formazione.
    Constatando lo stato di shock della ragazza l'insegnante si preoccupò e le chiese di indicarle la strada percorsa dalle sue amiche e di accompagnarla per un tratto. La ragazza si fermò davanti alla parete che non era riuscita a scalare e lì a terra la professoressa trovò le loro calze e un paio di mutandine.
    L'ultima cosa che la ragazza disse di aver visto prima di perderle di vista era le 4 amiche che si allontanavano scalze e in stato di estasi e, nonostante chiedesse loro aiuto l'avevano completamente ignorata e si allontanarono barcollando come se fossero ubriache.
    L'insegnate le disse che avrebbe provato a seguire il sentiero e ordinò alla studentessa di tornare dalle compagne al luogo del pic-nic. La professoressa non fece più ritorno. Le ragazze verso sera chiamarono i soccorsi e iniziarono le ricerche della professoressa e le ragazze scomparse. Dopo due giorni di ricerca infruttuosa venne trovata una delle 4 ragazze accasciata in una profonda crepa nella roccia; era nuda e ferita su un fianco, ma non dava segni di reazione agli stimoli esterni e non parò per parecchi giorni. Ricoverata in ospedale le vennero trovate strane ferite sul corpo che sembravano disegnate a formare simboli esoterici. Non aveva idea di cosa le fosse successo e la sua memoria si era fermata a quando aveva iniziato la scalata di Hanging Rock con le sue compagne.
    Quanto alle altre non vennero mai ritrovate, se non alcuni loro indumenti sulla sommità della formazione.Molti testimoni riferirono di avere avvistato strane luci e strane nuvole prima e dopo della scomparsa delle ragazze.
    Che cosa successe quel giorno ad Hanging Rock?
    Geologicamente Hanging Rock è molto irregolare e tra le rocce che la compongono ci sono molte grotte, sentieri e labirinti, alcuni dei quali difficilmente esplorabili anche oggi. L'ipotesi più probabile (e quella che fu data dalle autorità) è che si siano perse in qualche anfratto o siano cadute in una crepa e li siano morte nelle profondità della montagna.
    Sono poi state formulate teorie più "azzardate":

    - Secondo alcuni le ragazze e l'insegnante vennero rapite e violentate da un loro coetaneo (o più probabilmente più uomini) che le diedero appuntamento lontano dal gruppo per nono attirare su di loro l'attenzione. Il luogo è isolato e solo qualcuno che fosse a conoscenza della loro meta avrebbe potuto far loro del male. A conferma di ciò una delle ragazze venne trovata nuda e delle altre vennero trovati gli indumenti . Si pensa che vennero uccise e poi gettate in qualche grotta o nascoste chissà dove.

    - Un rituale aborigeno di sacrifici umani: analogamente all'idea precedente si pensa che un gruppo di sciamani del luogo abbia attirato le ragazze con suoni e rumori per poi catturarle e compiere con loro dei riti (lo dimostravano i segni trovati sulla sopravvissuta). La ragazza ritrovata sarebbe scappate ai suoi aguzzini e per sua fortuna sarebbe caduta nel crepaccio passando inosservata.

    - UFO, alieni e porte dimensionali. Hanging Rock è un luogo in cui ancora oggi succedono cose molto strane, al limite del paranormale. Secondi gli ufologi questa formazione sarebbe sede di un varco dimensionale utilizzato da entità extraterrestri per spostarsi nei vari piani e le figure luminose intraviste dalla prima ragazza sarebbero appunto le entità che avrebbero rapito le altre per condurle chissà dove.

    Ho parlato di cose strane, ora vi spiego.
    Gran parte dei turisti che hanno messo piede ad Hanging Rock ha affermato che più ci si avvicina alla sommità del monte e più succedono cose bizzarre: disturbi agli apparecchi elettronici, batterie di macchine fotografiche che si scaricano in pochi secondi, orologi che si fermano e riprendono a funzionare una volta lasciato il sito, bussole impazzite. Fin qui si può spiegare la cosa con un intenso campo magnetico, ma andiamo avanti.
    Alcuni tra i maggiori escursionisti australiani hanno più volte segnalato anche ai media che nei pressi di Hanging Rock si avverte la sensazione di svuotamento delle proprie energie fisiche, facendo fatica persino a camminare in sommità; alcuni dicono che pare esserci una specie di forza respingente che voglia allontanare i curiosi dalla cima del monte e che spesso si avverta un disturbo sonoro talmente intenso da lasciare storditi.
    Ci sono poi le credenze degli aborigeni, che affermano che ad Hanging Rock dimorino degli spiriti malvagi che risalgono dalle profondità della terra e risucchiano al vita di chiunque si avventuri nei loro territori. Alcuni affermano che ad Hanging Rck si invecchi a velocità incredibili, consumando interi anni in poche ore.
    Su Hanging Rock si mantiene un insolito riserbo che ne alimenta il mistero: attualmente si può accedere solo ad una parte della Riserva di Hanging Rock, che è gestita dalle autorità statali ben vigili sui trasgressori che provano ad avventurarsi in altre zone e pronte a punirli addirittura con l'arresto.


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
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    IL DIAVOLO DEL JERSEY



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    La leggenda attorno a questo inquietante mostro inizia nel lontano 1700 e fino ad oggi è giunta tramandata oralmente di padre in figlio. La versione più raccontata dice pressochè così:

    <<mamma Leeds aveva dodici figli e un giorno scoprì di essere incinta del tredicesimo. Era certa che dal suo ventre sarebbe nato il diavolo. Nel 1735, era in travaglio durante una notte tempestosa, accudita dalle sue amiche. Era una strega, ed il figlio che partorì era davvero il diavolo. Il piccolo nacque normale, ma in pochi attimi il suo corpo mutò: si ritrovò con zoccoli, una testa caprina, ali di pipistrello ed una coda biforcuta. Ringhiò e si dimenò, uccidendo l';ostetrica che l'aveva fatto nascere, prima di volar via fuggendo dalla canna fumaria. Volteggiò sul villaggio e sparì lontano nei boschi. Nel 1740 un gruppo di monaci venne chiamato per benedire il villaggio per 100 anni e gli abitanti tirarono un sospiro di sollievo sperando che fosse tornato per sempre nell'inferno da cui era venuto. Si sbagliavano...>>

    La leggenda però affonda le proprie radici nella realtà dell'epoca: mamma Leeds è esistita realmente e si trattava di una donna di nome Deborah Leeds, madre di 12 figli. Lei ed il marito Japhet vivevano in quegli anni a Leeds Point, l'odierna Atlantic County, che è compatibile con i luoghi infestati dal diavolo del Jersey.
    Gli avvistamenti della mostruosa creatura si contano fino dagli inizi del 1800.
    Il commodoro Stephen Decatur si trovava negli Hanover Mill Works per ispezionare le palle di cannone appena forgiate, quando avvistò nel cielo un enorme mostro volante dagli occhi rossi e dal grottesco sibilo. Il commodoro diede fuoco a diverse bordate di cannone e lo prese in pieno, ma l'essere volò viene come se nulla gli fosse accaduto.
    Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore dell'imperatore Napoleone, vide il mostro nel 1820, mentre si trovava nella sua tenuta di caccia a Borden Town.
    Nel 1840 il diavolo divenne davvero pericoloso per la popolazione e durante l'anno massacrò interi capi di bestiame. Da quell'anno inoltre vennero riportate alcune misteriose scomparse di contadini in tutta la zona.
    Nel 1841 la mattanza degli animali continuò, ma stavolta i fattori restarono impietriti di fronte alle urla della bestia e dalle tracce lasciate al suolo. Un mostro a quattro zampe, le cui impronte erano grandi come un piede umano, ma con artigli lunghissimi e dalla forma orsine.
    Nel dicembre 1925 un contadino di notte sparò ad un animale mostruoso che cercava di rubargli le galline. La polizia ipotizzò cento possibili animali predatori della zona, ma l'uomo era certo che non fosse stato nessuno di loro.
    Il 27 luglio 1937 uno strano animale con grandi occhi rossi venne avvistato da diversi residenti di Downingtown, in Pennsylvania. L'accaduto fu pubblicato il giorno successivo dal Pennsylvania Bulletin, che dichiarava nell'articolo che si trattava del diavolo del Jersey.
    Nel 1951 a Gibbstown un gruppo di ragazzi dichiarò di essersi imbattuto in un mostro alato dalle sembianze caprine. Lo stesso gruppo fu in prima pagina di tutti i giornali nel 1957, quando dichiarò di averne ritrovato la carcassa.
    Nel 1960 nei pressi di Mays Landing si susseguirono le segnalazioni di strani rumori e tracce compatibili con quelli del diavolo.
    Sempre nel 1960 i commercianti di Camden misero in palio una taglia di $ 10.000 ed uno zoo privato a chiunque fosse stato capace di catturare il mostro, vivo o morto. Nessuno riscosse il premio.
    Nel 1999 un gruppo di volontari fonda la compagnia "The Devil Hunters" con l'obiettivo dichiarato di provare l'esistenza del diavolo del Jersey. La fondazione è attiva in tutto lo stato e sul loro sito potete trovare un';ampia raccolta di testimonianze ed avvistamenti.
    Le teorie sulla reale origine del mostro sono varie, alcune basate su argomenti efficaci e convincenti, altre decisamente fantasiose
    In molti credono che si tratti dell' Hypsignathus monstrosus, il pipistrello dalla testa a martello, un animale compatibile con le descrizioni del mostro. Fisicamente simili ed entrambi notturni questo pipistrello però non è presente nel nord America bensì solo in Africa centrale ed è alto circa 15/30 centimetri, mentre il diavolo, secondo le testimonianze, è alto oltre 2 metri.
    Altra teoria è quella che segue la corrente esoterica: il mostro sarebbe realmente il figlio maledetto di una strega, ma è ovvio che questa ipotesi non ha né capo né coda.
    C'è poi la teoria secondo cui il diavolo del jersey sia un ibrido. Il diavolo del Jersey sembra essere un insieme di tre specie diverse: umani, pipistrelli e capre. Ci sarebbe da spiegare però la sua longevità di centinaia di anni: o l'essere è immortale o appartiene ad una specie che non è mai stata scoperta finora. Per chi ipotizza la sperimentazione genetica c'è da dire che si parla del diavolo sin dagli inizi del 1800, e poi un animale del genere è scientificamente impossibile da ottenere.
    La teoria supportata dai Devil Hunters è che il mostro sia soltanto un animale non ancora classificato. Dopotutto viviamo in un mondo enorme e sono molte le specie che ancora oggi vengono scoperte ogni giorno lasciando allibiti scienziati e naturalisti, con somma gioia dei criptozoologi.
    Infine c'è chi nega la sua esistenza e classifica il diavolo del Jersey come una leggenda. Il resto lo fa la fantasia e l'impressionabilità degli abitanti dello stato americano.
    Come spiegare allora i video e le foto recenti del diavolo del Jersey?

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    LA CASA DALLE PARETI CHE SANGUINANO



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    Fino a metà degli anni '90 Atlanta era costantemente indicata tra le città più pericolose degli Stati Uniti d'America. La criminalità è ancora oggi una costante della zona e gli episodi di violenza, sparatorie, omicidi e risse sono all'ordine del giorno. Gli agenti della squadra omicidi di Atlanta sono abituati alla vista del sangue e quel giorno di Settembre a loro parve subito di avere a che fare con l'ennesimo omicidio.
    Il misterioso fatto accadde il 9 Settembre 1987, nella casa di una normalissima coppia di anziani, i signori William e Minnie Winston, rispettivamente di 79 e 77 anni.
    Il primo evento paranormale avvenne verso le 8 di sera, quando Minnie andò in bagno per farsi una docci rilassante. La donna all'improvviso vide uscire un liquido scuro dalle fughe del pavimento e temtte che si fosse rotta la fognatura. Andò a chiamare il marito e quando entrambi entrarono nel bagno notarono una pozza di liquido rosso al centro della camera che si allargava a vista d'occhio.
    Il colore era rosso e non avevano alcun dubbio: era sangue! La pozzanghera si allargò fino a raggiungere un'ampiezza di circa un metro per poi fermarsi. La signora Winston disse agli agenti che "sprizzava dal pavimento della stanza da bagno come se venisse da un annaffiatoio".
    William chiamo subìto il 911, ma un po' il racconto poco credibile di uan macchia usita dal nulla, un po' per ilf atto che il quartiere dove abitavano era spesso " evitato" dalle autorità, non si presentò nessuno a verificare la cosa.
    I due coniugi allora decisero di non toccare nulla e andare di persona in centrale il giorno dopo.
    Era da poco scoccata la mezzanotte quando i due coniugi osservarono con orrore altro sangue gocciolare dalle
    pareti fino al pavimento, e questa volta il fenomeno si stava verificando in tutte le stanze. In preda al panico chiamarono di nuovo la polizia, che ascoltando le loro voci molti scosse decise di investigare.
    La prima cosa a cui pensò la pattuglia accorsa a casa Winston fu che ci fosse stato un icnedente domestico o una lite finita in tragedia.

    <<io non sanguino – precisò William - e nemmeno mia moglie. E qui
    viviamo solo noi due!>>

    Gli agenti della Squadra Omicidi di Atlanta iniziarono a la perquisizione dell'intero alloggio e tutto ciò che trovarono furono grandi quantità di sangue ovunque, ma nessun corpo.
    Condotti in centrale per l'interrogatorio i Winston dissero di essere andati a letto verso le 21:30, dopo aver chiuso le porte ed aver messo in funzione il sistema d’allarme. Né lui né la moglie avevano sentito rumori sospetti ed il
    sistema d’allarme era rimasto sempre acceso senza rilevare nulla di anomalo.
    Steve Cartwright, uno degli agenti accorsi, ammise che la polizia aveva trovato una grande quantità di sangue spruzzato in ogni dove nella casa, ma non avevano trovato nessun cadavere, né di umani, né di animali
    che potesse spiegarne l’origine. Alcuni giorni dopo il laboratorio della scientifica dello stato della Georgia confermò che si trattava di sangue di sangue umano, che però non corrispondeva a nessun campione in possesso nelle loro sedi.
    Cal Jackson, portavoce della polizia di Atlanta, dichiarò che il dipartimento considerava l’episodio “una circostanza insolita poiché non disponiamo di un cadavere o di un motivo che spieghi la presenza di così
    tanto sangue!”.
    Dopo poche settimane il caso venne chiuso e le autorità se ne dimenticarono. Il fenomeno non si verificò più, ma a tutt'oggi rimane uno dei più grandi misteri della città di Atlanta.

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    IL POZZO DEL PARCO BORROMEO



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    A Milano sono in molti a sapere che nel parco di Borromeo Arese, a Cesano Maderno, c’è qualcosa di inquietante. Chi si addentra nel parco, soprattutto alla sera dopo il tramonto, prova un senso di oppressione, di tristezza e una certa paura. Non per eventuali malintenzionati, ma per qualcosa di sinistro che sembra permeare nell'aria, qualcosa che sembra nello stesso tempo osservare e avvolgere i curiosi che vi si addentrano.
    Nel parco, tra un sentierino sterrato e l'altro, non si può non notare la statua di un satiro. Ai suoi piedi si apre un pozzo, che però è accessibile solo dal personale autorizzato. Il pozzo, a sua volta, è l’unica strada di accesso al tempietto del fauno che in tempi remoti sarebbe dovuto servire per onorare il dio Pan.
    Il tempietto del fauno venne costruito dai conti Borromeo agli inizi del ‘600. Quel luogo però perse lo scopo primario e ben presto divenne una sorta di cella sotterranea per giovani ragazze. Qui infatti venivano gettate fanciulle spesso drogate ma ancora vive e venivano condannate a morire nelle profondità della terra, di fame e di stenti, sepolte vive in una grande bara comune dalla volta di pietra.
    Le più fortunate morivano nell’impatto della caduta, ma la maggior parte riportava "solo" delle fratture, che le condannavano a giorni di straziante dolore.
    I conti Borromeo erano occultisti e si davano a pratiche esoteriche. Celebravano riti misteriosi in onore del dio Pan e delle forze della natura. C'è chi dice che lo facessero come riti rigeneratori, chi invece afferma che il sacrificio delle ragazze era semplicemente l’ultimo, folle atto delle loro orge sfrenate. In ogni caso l’esito finale dei loro riti era sempre quello: condannare una giovane fanciulla alla più crudele delle morti.
    Con questi preludi è normale immaginarsi i fantasmi di tutte le fanciulle morte in quel luogo, che ancora cercano la pace dopo la morte violenta a cui vennero sottoposte. E infatti i casi di avvistamenti di strane nebbie all'interno del parco non sono insoliti, così come la sensazione di essere spinti o taccati alle spalle da una forza invisibile.
    Alcuni affermano di aver sentito urla lontane e lamenti provenire dalla statua e dagli alberi circostanti, altri di aver visto sfere luminose volteggiare in aria per poi sparire nella ghiaia dei sentieri del parco.
    Il parco è davvero molto bello da visitare, ma pare che i visitatori non siano molto graditi: forse perchè le anime, che in vita hanno sofferto così tanto, ora sono in cerca di un po' di quella pace che hanno tanto desiderato e mai avuto.

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    SIDHE, IL POPOLO FATATO



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    Ogni paese ha un folclore più o meno vivo, ma probabilmente nessuno è paragonabile all'Irlanda quando si parla di leggende e creature fantastiche. In particolare in Irlanda (ma anche in Inghilterra, Scozia e Galles) è una credenza comune che sotto terra vi sia la cosiddetta "Fairyland", ovvero una città incantata sede del Piccolo Popolo. Sotto la voce "Piccolo Popolo" si raggruppano decine di creature fatate e dai potermi magici, tra cui fate, folletti, elfi e leprecauni (quello che viene rappresentato nella festa di S.Patrizio). Io però non voglio parlarvi del folclore odierno, ma di quello antico, che in parte è andato perduto e in parte modificato di generazione in generazione.
    Torno indietro di circa 2.500 anni, quando l'Europa settentrionale era insediata dal popolo dei Celti, che furono i primi a tramandare le leggende sul Piccolo Popolo. In particolare parlavano di Sidhe, che in lingua gaelica ha due significati: letteralmente significa "Popolo delle Colline", ma i Celti usavano anche definire con questo nome il Regno dell'Oltretomba. Lo stesso nome per due cose completamente diverse? Diverse sono apparentemente...
    L'Aldilà celtico era visto in maniera diverso dalle religioni odierne: si credeva che ci fosse un mondo parallelo e felice all'interno della Terra, un mondo etereo che l'uomo non era in grado di raggiungere se non spiritualmente come premio per le buona azioni in vita; era un mondo invisibile popolato da una varietà di creature magiche (appunto il Piccolo Popolo) che raramente si mostravano anche in vita, ma solo in maniera sfuggente o per rapire qualche sventurato.
    Eh sì, tra la creature fatate ci sono esseri buoni e cattivi e mentre quelli buoni sono per lo più incuriositi dagli umani e li spiano di nascosto, quelle negative si divertono a far del male, fare scherzi e a volte uccidere l'uomo.
    Le leggende celtiche raccontano di un popolo aborigeno della Gran Bretagna chiamato Tuatha De Danann e discendenti della dea Danu che vennero scacciati e respinti sotto terra dai Milesi, i primi uomini invasori delle isole. Nel tempo quel popolo misto di creature cambiò abitudini e stili di vita, adattandosi a vivere nel mondo nascosto sotterraneo; per questo motivo divenne qualcosa di diverso dal popolo libero di superficie e prese il nome di Daoine Sidhe.
    Il loro re si chiamava Finvarra, un essere immortale che ancora oggi regnerebbe nel suo palazzo sotto la collina fatata di Knockma. La loro abilità nel gioco degli scacchi è leggendaria e nessun essere umano è mai riuscito a batterli: come ho detto prima il Piccolo Popolo rifugge gli esseri umani, ma anche tra le creature "buone" ce n'è qualcuna disposta a correre qualche pericolo per socializzare con qualche essere umano; una di queste sarebbe addirittura lo stesso Finvarra, che nei secoli precedenti si è più volte intrattenuto con gli umani per sfidarli a lunghe partite di scacchi.
    Finvarra era descritto dai Celti anche come un incallito donnaiolo che spesso si recava sul piano terreno per rapire donne mortali dai villaggi e divertirsi un po' con loro.
    Quando gli antichi sovrani dell'Irlanda si insediarono e scacciarono le creature fatate, non tutte seguirono Finvarra e molte andarono sempre più in profondità nella terra, dando luogo ad un vero e proprio mondo sotterraneo chiamato Fairyland. Quel mondo a sua volta si suddivise in regioni nelle quali si suddivisero le varie razze molte di loro pian piano si dimenticarono dei loro simili e diventarono autonome.
    Ma i Celti associano questo mondo incantato anche ad un piano semi-divino chiamato "Annwyn" (l'Aldilà celtico) i cui membri partecipavano a eterni banchetti, danze e giochi. Per raggiungere questo piano bisognava morire in pace con la natura ed aver vissuto in maniera rispettosa e pacifica; oppure un altro modo era giungerci per fortuna, ovvero attraverso portali usati dalle creature del Piccolo Popolo collocati spesso all'interno di antichi tumuli, in prossimità di dolmen o dei laghi, oppure attirare le creature fatate danzando sotto la luna (una pratica molto apprezzata sopratutto dalle fate).
    In Irlanda ancora oggi quest'antica tradizione è molto viva tra la gente e ci sono dei luoghi immersi nella natura ritenuti sacri che sembrano rievocare la magia degli antichi abitanti di Irlanda. Si dice che gli elfi moderni, quelli con il cappuccio che di tanto in tanto qualcuno afferma di intravedere nei boschi, siano tutto ciò che resta dei Tuatha de Danaan, guardiani dei laghi irlandesi e scozzesi.

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    IL FANTASMA DELLA QUEEN'S HOUSE



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    Oggi giorno in rete e in diverse trasmissioni di dubbia bontà appaiono fermi immagine e video di fantasmi talmente vivide da destare il sospetto anche nei più creduloni. Per questo motivo tendo a ignorare le notizie di riprese di fantasmi, soprattutto quando si cerca di ottenere qualche click su un sito o di pubblicizzare la propria attività.
    Con questo non voglio dire che i "ghost hunters" odierni siano tutti dei ciarlatani, ma purtroppo ritengo che alcuni abbiano scoperto un modo semplice per raggirare la gente e guadagnarci sopra. Oggi esistono programmi di foto e video ritocco che permettono di generare immagini molto realistiche e guarda caso i casi di avvistamento di fantasmi sono aumentati esponenzialmente.
    Preferisco quindi fare un salto nel passato, quando modificare una fotografia era molto più difficile e scovare l'inganno era (e oggi coi mezzi cha abbiamo ancora di più) piuttosto semplice.
    Quella che vi mostro è forse la fotografia più famosa di fantasmi e ha fatto il giro del mondo per la sua "bellezza". Venne scattata nel 1966 nella Queen's House, che si trova nel Greenwich Park di Londra.
    Ad immortalare le due figure spettrali fu il reverendo Ralph Hardy, che giungeva da White Rock, nel British Columbia, per visitare il museo marittimo nazionale di Greenwich. Assieme ad un gruppo di turisti giunse ad ammirare la splendida Queen’s House e fu colpito dall'architettura degli interni. La cosa che gli piacque di più fu la "Tulip Staircase" (tradotto rozzamente significa "scala tulipano") un bellissima scala a chiocciola opera dell'architetto Inigo Jones, che la costruì nel 1617.
    L'uomo iniziò quindi a scattare delle foto degli interni e si soffermò sui dettagli della scalinata; fu allora che scattò la fotografia più misteriosa al mondo. Come spesso accade in questi casi, l'uomo non si accorse di nulla di strano finchè non fece sviluppare il rullino: solo allora si rese conto che nello scatto appariva una grossa ombra sulla scalinata, come si fosse una figura umana con le braccia appoggiate alla ringhiera.
    Osservando la fotografia con molta attenzione, Hardy si accorse che la sagoma che si aggrappa al corrimano, oltre a non essere ben definita, non è l'unica sagoma presente nella foto: si intravede anche una seconda figura vagamente umana posta più in alto, sempre lungo la scala.
    Il negativo originale venne esaminato da alcuni esperti, tra alcuni tecnici della Kodak e non vennero individuati interventi o manomissioni.
    Gli esperti che analizzarono lo scatto furono tutti d’accordo su un punto: non c’era alcun tipo di ritocco e la foto poteva considerarsi originale. Ancora oggi, a distanza di 50 anni, non si sa chi possa aver immortalato il reverendo Hardy sul corrimano della scalinata e la foto resta un inquietante mistero.

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    CITAZIONE (¤Hexenbiest¤ @ 28/1/2018, 16:23) 
    ciao a tutti ero gia un utente di sto forum ma ho dovuto trasfermi,e non sono piu stato presente e mi e dispiaciuto un sacco ma avevo la mia vita da mettere apposto spero mi possiate riacettare lo stesso..!!

    Bentornato Spriz :)
604 replies since 27/5/2014
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