L'ANIMA DANNATA DI LUCIDA MANSI

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    L'ANIMA DANNATA DI LUCIDA MANSI



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    È opinione comune che tra gli assassini più prolifici di tutti i tempi uno dei peggiori fu una donna di nome Erzsébet Báthory, conosciuta anche come "Contessa Dracula". Si calcola che nei tra decenni alla fine del 1500 torturò e uccise oltre 600 giovani fanciulle e per un motivo davvero futile: la vanità. Oggi la si rappresenta come una donna immersa in una vasca di sangue e qualcosa di vero in effetti c'è: Erzsébet si convinse che il sangue umano di giovani ragazze potesse in qualche modo rigenerare la pelle e mantenerla giovane negli anni.
    La vanità è uno dei peccati quasi esclusivamente accostato alla donne, ma la storia ci insegna che anche gli uomini ne siano spesso affetti, fino ai limiti estremi della compulsione. In Italia ci sono moltissimi esempi storici di persone vanitose, ma una delle storie più affascinanti ci arriva da Lucca, un misto tra realtà e leggenda.
    Lucida Samminiati nacque nel 1606 in una famiglia benestante di Lucca. Come di consuetudine per quei tempi il padre ne decise il destino offrendola in sposa in età adolescenziale a Vincenzo Diversi, il rampollo di un'altra famiglia facoltosa della città. purtroppo il matrimonio tra i due durò poco perché Diversi venne ucciso durante una rissa scoppiata per una discussione sui confini delle sue proprietà e Lucida fu costretta a sposare un altro uomo che non amava, Gaspare di Nicoalo Mansi, da cui prese il definitivo cognome.
    La differenza di età tra i due superava i 30 anni e, nonostante l'uomo fosse molto ricco e potente, non ci fu modo di unire la coppia in un matrimonio felice. Grazie a Mansi però, Lucida ebbe modo di conoscere la più alta aristocrazia in Italia: il marito era aveva un commercio incredibilmente attivo di seta proveniente dalle Indie e tutti i nobili facevano la fila per entrare nelle sue grazie ed accaparrarsi i pezzi migliori.
    Il matrimonio tra i due destò molto scalpore nell'alta società e per due motivi: prima di tutto l'evidente differenza di età tra i due e poi l'incredibile bellezza di Lucida che oscurava non solo quella delle altre donne aristocratiche, ma anche lo stesso marito che, al contrario, era vecchio e molto brutto.
    La consapevolezza nella ragazza di essere ammirata da tutti, specialmente i bei cavalieri di corte, sviluppò in lei un’indole libertina e un forte desiderio di evasione, tanto da divenire dissoluta nei costumi e perdere ogni dignità. Non sono molto chiari i riferimenti storici, ma si pensa che il marito morì molti anni prima di lei, dando così sfogo alla sua vanità fino a limiti impensabili per il tempo.
    Si dice che amasse passeggiare nuda per le strade della città, che provocasse apertamente uomini sposati e sfidasse altre fanciulle, anche più giovani, a denudarsi e gareggiare con al sua bellezza; si dice anche che le piacesse pagare i servigi dei suoi cittadini con il proprio corpo. Insomma, diciamo pure che era conscia della sua bellezza più unica che rara e la sfruttava per ogni suo capriccio.
    Ereditiera di una vera fortuna, non rinunciava al lusso sfrenato, alle feste e alle numerose vicende mondane; ma lei non si accontentava di apparire: la voleva avere le redini della vita delle persone.
    Si parla quindi di innumerevoli giovani amanti, accuratamente selezionati affinchè fossero i più belli e più prestanti. Le attenzioni su lei erano tali che ella stessa vide in lei una creatura superiore, al punto che fece ricoprire di specchi un'intera stanza di Villa Mansi a Segromigno per potersi ammirare in ogni occasione.
    Nuovamente la fonti storiche non ci aiutano, ma si pensa che Lucida Mansi morì giovane, all'età di soli 43 anni a causa della peste. Alcune fonti storiche riportano la sua morte il 12 febbraio del 1649 e affermano che le sue spoglie riposano nella chiesa dei Cappuccini a Lucca, ma la leggenda vuole che ella visse molto più a lungo.
    Ecco, ora passiamo dalla storia alla leggenda.
    Vanitosa e lussuriosa (ok, non lo scrivo più, credo di aver chiarito il concetto!), era solita intrattenersi con innumerevoli amanti e quando ne era annoiata, se ne liberava facendoli precipitare in una botola del suo palazzo piena di lame affilatissime e aculei metallici al fondo.
    Lucida era talmente innamorata della propria immagine che teneva addirittura uno specchio nascosto nel libro delle preghiere in modo da potersi specchiare anche durante le sacre funzioni. Il tempo passava, ma la sua bellezza tardava a sfiorire, finchè una mattina, ammirandosi come sempre ad uno specchio, si accorse di una piccola ruga che segnava inesorabilmente il suo bellissimo volto.
    La ragazza fu colta dalla disperazione e dal terrore al solo pensiero di invecchiare e imbruttire e si abbandonò ad uno struggevole pianto. Al suo lamento accorse il diavolo in persona che le propose un rimedio all'inesorabile scorrere del tempo. La ragazza, impaurita, gli ordinò di andarsene, ma il maligno sapeva quali tasti premere e si tramutò in un bellissimo giovane. Le promise altri 30 anni di immutata bellezza ma in pagamento di questo favore, Lucida avrebbe dovuto dargli sua anima.
    La proposta fu irresistibile e Lucida accettò senza pensare alle conseguenze: per lei nemmeno la sua stessa anima le era più cara della sua bellezza.
    Il tempo passava, ma Lucida non invecchiava di un giorno: gli amanti, anche i più rudi e i più perversi, non riuscivano ad intaccare la sua giovinezza e il suo fascino e ognuno di loro moriva regolarmente in maniera atroce. La sua depravazione durò altri 30 anni, fino al giorno in cui il diavolo si presentò per reclamare ciò che era suo.
    Al suo apparire Lucida negò di aver stipulato il patto, ma il diavolo le indicò l'orologio della Torre delle Ore e le disse che a mezzogiorno in punto la sua anima avrebbe lasciato il corpo e l'avrebbe seguito all'inferno. Lucida scappò, ma poi tornò indietro e salì sulla torre per tentare di fermare l’orologio, pensando così di annullare il contratto diabolico. Salì le scale, ma ogni gradino diventava sempre più difficile da salire e più saliva, più il suo cuore impazziva nel petto.
    Arrivò in vista dell'orologio, ma si accorse di nona vere più forze per raggiungerlo e fu allora che capì l'errore che aveva commesso nello stipulare quel patto. Pianse disperata ed implorò il demonio di risparmiare la sua anima, ma egli non si lasciò impietosire e la trascinò sulla sua carrozza fiammeggiante con la quale percorse tutte le mura della città di Lucca affinché tutti i lucchesi potessero udire i lamenti strazianti della sua vittima.
    Alla fine il diavolo fece inabissare il cocchio nel laghetto di uno splendido giardino fiorito e tutt’oggi quel giardino si trova all’interno delle mura cittadine ed è conosciuto da tutti come “Orto Botanico”.
    C’è chi afferma che immergendo la testa nell'acqua di quel laghetto si possa vedere il volto addormentato di Lucida Mansi e che nelle notti di luna piena sia possibile udire le sue grida e gli zoccoli dei cavalli della carrozza mentre trascinano la donna verso l'inferno.
    Infine alcuni credono che il fantasma della bella Lucida appaia di tanto in tanto nel palazzo di Villa Mansi a Segromigno, là dove ella si intratteneva e poi giustiziava i suoi molti amanti.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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