LA BESTIA DEL GEVAUDAN

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    LA BESTIA DEL GEVAUDAN



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    La Bestia del Gévaudan è il nome che fu dato ad un mostro ( chiamiamolo così) che terrorizzò, uccise e divorò più di 100 persone in un’area della regione del Gévaudan (oggi Lozère) nella zona centro meridionale della Francia.
    Gli eventi avvennero tra il 1764 e il 1767 ( un po' indietro nel tempo), ma ci fu un tale dispiego di uomini e mezzi da parte del governo francese, che è innegabile la veridicità di questa storia. Gli attacchi della Bestia furono provati e documentati, ma non si riuscì mai a chiarire la sua vera natura.
    La prima vittima ufficiale della Bestia fu Jeanne Boulet, una pastorella quattordicenne del villaggio di Les Ubas, che mentre portava le bestie al pascolo nelle alte radure della zona collinare del Gévaudan venne aggredita e dilaniata assieme ad alcune vacche. Il suo corpo venen trovato due giorni dopo l'accaduto e immediatamente causò lo sconcerto negli abitanti: la belva che terrorizzò quella zona montuosa di oltre 5000 chilometri quadrati aveva già attaccato una ragazza all’inizio del mese, ma era stata messa in fuga dai cani del pascolo. A quel punto era chiaro che c'era qualcosa che predava non solo gli animali, ma anche gli esseri umani, ed era abbastanza audace da farlo anche in pieno giorno.
    Da quelle due aggressioni iniziarono ufficialmente una serie di attacchi a pastori e contadini della zona e nel giro di sei mesi nel 1764 uccise 22 persone, in buona parte sbranate e persino decapitate. La cosa non poteva più essere ignorata e la voce arrivo fino a Parigi. Re Luigi XV decise di risolvere il caso in maniera drastica veloce: mandò un intero reparto di dragoni comandati dal capitano Duhamel, ordinandogli di portargli la testa come dimostrazione del successo.
    Malgrado numerose battute, alcune con oltre 20.000 uomini e centinaia di cani, la belva risultava imprendibile: il mostruoso animale venne avvistato molte volte dai soldati che lo descrissero come una specie di lupo della grandezza di un vitello di un anno, dalle zanne lunghissime e le zampe grandi come quelle di un orso. Malgrado numerose battute, alcune con oltre 20.000 uomini e centinaia di cani, la belva continuava a mietere vittime, in alcuni casi anche quattro in un giorno, e a volte sembrava essere contemporaneamente in luoghi molto lontani. La cosa che spaventò anche i più veterani fu che sembrava del tutto invulnerabile alle fucilate.
    La descrizione riportata da Duhamel portò a credere che non si trattasse di un misterioso animale esotico o di un mostruoso ibrido, ma solo di un colossale lupo. Anche alcuni studiosi successivamente adottarono questo pensiero: ipotizzarono che in quelle zone un piccolo nucleo di lupi divennero antropofagi per la mancanza di prede naturali e che tra di loro fosse cresciuto un terribile esemplare dall’aspetto abnorme, probabilmente affetto da acromegalia, una rara forma di gigantismo. Pertanto la Bestia del Gévaudan venne etichettata come un semplice lupo, solo diverso da quelli conosciuti ( una contraddizione totale, ma che effettivamente mise a tacere tutta la faccenda).
    Nel 1765 il re, imbarazzato dalle critiche interne e internazionali sul fatto che un intero battaglione non riuscisse ad avere la meglio su un branco di lupi, aumentò la taglia sull’animale all’iperbolica cifra di 9400 franchi, pari a 33 anni di lavoro di un salariato agricolo. Oggi equivarrebbero a oltre 700.000 euro. Inoltre diede l’incarico di uccidere la Bestia al nobile normanno Jean Charles d’Enneval, un famoso cacciatore che si diceva avesse abbattuto 1200 lupi, nonché rappresentante di prestigio della Louveterie, uno speciale corpo di cacciatori creato oltre 450 anni prima proprio per distruggere lupi e altre belve. Benché in pochi mesi d’Enneval fosse riuscito a uccidere ben settantaquattro lupi, la Bestia continuò la strage.
    Luigi XV allora lo sostituì con François Antoine, avente la carica di Porta Archibugio del Re e di Grande Louvetier del Regno. Nel mese di settembre dello stesso anno Antoine riuscì ad uccidere un gigantesco lupo di oltre 70 kg. e alto alla spalla quasi un metro. Senza dubbio era una delle Bestie, ma non la sola. Per Luigi XV la questione era chiusa e tributò ad Antoine grandi onori e ricompense.
    Tuttavia, dopo un periodo di pausa di circa un anno, gli attacchi ripresero ma Luigi XV non volle riaprire il caso: senza atti e documentazioni sugli attacchi non è possibile risalire al numero esatto di vittime della bestia, ma è probabile che le vittime siano state molte di più di quante ne siamo conoscenza oggi.
    A risolvere il caso della Bestia, intanto giunta a oltre 116 vittime accertate (di cui 14 decapitate, forse a causa del trascinamento tra le fauci dall’animale), fu il cacciatore locale Jean Chastel, il quale durante una battuta uccise la belva nel giugno 1767, quindi dopo ben quattro anni di tragedie. Da allora gli attacchi cessarono, a conferma della riuscita del cacciatore che venne acclamato come un eroe. A la Sogne-d’-Auvert si dice che, nel punto in cui fu sepolta la Bestia, l’erba non cresca più come prima: è di color rossiccio e non vi sono animali che vogliano brucare quell’erba dannata.
    Ancora oggi alcuni ritengono che l’animale una iena o un animale esotico misterioso, altri pensano all’azione di un gruppo di assassini per motivi politici. Ma l’esame della Bestia, tramite un dettagliata autopsia, ha fatto propendere per un ibrido mostruoso. La Bestia uccisa da Chastel pesava oltre 80 chili, aveva le fattezze di un enorme lupo con zampe sproporzionate (16,2 cm. di lunghezza x 12,2 cm., grandi quasi quanto quelle di una tigre). La testa era abnorme e i muscoli temporali e masseteri superavano in totale i tre chili di peso (un bulldog arriva a 250 grammi totali) ed esprimevano probabilmente una pressione di oltre 700 kg. Il pelo ispido era di colore nero con sfumature grigie e sul dorso le vertebre sembravano aver sviluppato delle escrescenze ossee quasi ad imitare una cresta. Se la bestia fosse stata trovata ai giorni d'oggi senza dubbio i media urlerebbero all' "ibrido" di laboratorio o addirittura alieno, ma nel 1767 si decise di catalogarlo come lupo affetto da gigantismo.
    Nello stesso periodo vi furono altri casi di aggressione e di morti dovute ad esseri mostruosi simili a lupi: il mostro di Cusago fece strage nei pressi di Milano, quello di Corfinio fece molte vittime in Abruzzo nel 1839, oltre a diversi avvistamenti sulle Alpi al confine con la Svizzera e più in là con la Slovenia.
    Sulla vicenda relativa alla Bestia del Gévaudan si è quindi calato il sipario, pur non avendo ancora chiaro di cosa si trattasse in realtà. Ci sono numerosi libri che ne parlano e altrettante biografie, ognuno con una teoria a riguardo. La cosa certa è che qualunque cosa fosse, così come ha iniziato a mietere vittime, altrettanto misteriosamente ha cessato. Per fortuna, aggiungerei...

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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