LA COLLINA DELLE NINFE E DEI FANCIULLI

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    LA COLLINA DELLE NINFE E DEI FANCIULLI



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    Il Salento è una terra ricca di leggende molto suggestive, le cui origini sono da cercarsi ai tempi dei Greci e Latini. E questi racconti di magia e mistero si percepiscono ancora più forti quando ci si sofferma sui secolari ulivi che dominano questa terra: imponenti, ritorti, argentei nelle loro fronde e impressionanti nelle forme che assumono. Alcuni addirittura divengono “antropomorfi” e sembrano nascondere nel loro interno corpi umani, desiderosi di raccontare quanto accaduto in passato e quanto visto nei secoli.
    In particolare c'è un paesino nel basso Salento che è immerso nel folclore più vivo e che ospita una collina che sembra immersa nella magia fatata. Siamo a Giuggianello, un comune di circa 1.200 abitanti in provincia di Lecce e, a due passi dalla famosa Grotta di San Giovanni, si erge quella che è state soprannominata la “collina delle Ninfe e dei Fanciulli”.
    Nella zona sono presenti numerosi Dolmen e Menhir che gli antichi erigevano come altari su terreni sacri e che avevano lo scopo di tramandare in eterno le ancestrali energie della natura. Sin da quei tempi lontani si pensava che gli spiriti della natura fossero causa dei molti fenomeni misteriosi che ancora oggi facciamo fatica a spiegare e col tempo quegli spiriti hanno assunto al forma di fate, folletti, orchi, demoni e streghe.
    Lo scrittore Nicandro di Colofone nel II secolo a.C. rimase talmente incantato da questi luoghi che dedicò loro molte pagine nel suo libro "Metamorfosi". Il pensiero viene ripreso anche da Ovidio, un secolo più tardi, e da Giovanni Andrea dell’Anguillara, che nel 1561 che ne ripropone una trasposizione in ottava rima.
    Riprendo un passo scritto da Nicandro di Colofone:

    <<si favoleggia che nel paese dei messapi presso le cosiddette “Rocce Sacre” fossero apparse un giorno delle ninfe che danzavano e che i figli dei messapi, abbandonate le loro greggi per andare a guardare, avessero insinuato di saper danzare meglio. Queste parole punsero sul vivo le ninfe e si fece una gara per stabilire chi sapesse meglio danzare. I fanciulli, non rendendosi conto di gareggiare con esseri divini, danzarono come se stessero misurandosi con delle coetanee di stirpe mortale. Il loro modo di danzare era quello rozzo dei pastori; quello delle ninfe, invece, fu di una bellezza suprema. Esse trionfarono dunque sui fanciulli nella danza e rivolte ad essi dissero: “Giovani dissennati, avete voluto gareggiare con le ninfe e ora che siete stati vinti! Ne pagherete il fio!”. E i fanciulli si trasformarono in alberi, nel luogo stesso in cui stavano, presso il santuario delle ninfe>>.

    Ecco quindi che la collina delle Ninfe e dei Fanciulli inizia a prendere significato sia nel nome che nella motivazione: i vecchi ulivi del luogo, infatti, sembrano contribuire alla leggenda assumendo proprio forme umane in diverse posizioni, come se effettivamente alcuni esseri umani siano stati trasformati in eterno, ma abbiano avuto il tempo di contorcersi per il dolore e la disperazione.
    Ci sono poi racconti successivi che hanno contribuito a rendere il posto ancora più magico e misterioso, come il fatto che fino a qualche decennio fa i contadini vietavano severamente ai figli di recarsi presso la collina perchè si credeva che le fate potessero apparire loro sotto le mentite spoglie di bellissime fanciulle per stregarli.
    Si racconta anche di una vecchia e folle strega (Macara o Striara nel dialetto locale) che risiedeva su quelle alture e che se disturbata lanciava sugli sprovveduti ( o curiosi) la sua terribile maledizione che li tramutava in roccia.
    Ci sono poi presunti avvistamenti recenti di sfere luminose e tra gli alberi e la ricca vegetazione durante la notte, così come alcuni credono di aver udito inspiegabili canti e pianti fanciulleschi lontani.
    La collina delle Ninfe e dei Fanciulli, al di là delle leggende di cui è protagonista, è un posto incantevole sicuramente da visitare, ma forse riservata a coloro che ancora sanno sognare, cercando i folletti sotto folti cespugli.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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