Il segreto di Tutankhamon - Parte Terza - Ultima

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    Il segreto di Tutankhamon



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    Il segreto della scatola n.101



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    Una volta chiarita l’importanza storica di papiri eventualmente presenti nella tomba di Tutankhamon è possibile tornare ad esaminare gli indizi che suggeriscono che questi siano stati occultati, mentre dovrebbe risultare sempre più chiaro il motivo per cui documenti del genere erano, e sono ancora considerati, politicamente esplosivi.

    Lasciamo per un momento da parte la vicenda del ritrovamento, e facciamo un breve salto indietro nella storia.

    La nascita del Sionismo



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    Le idee sioniste cominciarono a diffondersi in seno alla comunità ebraica attraverso le pubblicazioni e i discorsi di Binjamin Ze’ev, meglio noto come Theodor Herzl . Il suo volume “Der Judenstaat” (lo stato ebreo) del 1896 divenne così una sorta di “testo sacro” tra tutti i più ferventi militanti sionisti. Theodor Herzl è passato alla storia come il fondatore ufficiale del World Zionist Organization (la prima organizzazione sionista a livello mondiale), un movimento che propagandava sostanzialmente due istanze fondamentali: il concetto di “razza ebraica”, e il suo imprescindibile legame storico con la Terra Promessa, Eretz Israel (che non significa “Terra di Israele” in senso geografico, ma Terra dei discendenti di Giacobbe, ovvero “israeliti”). La lobby sionista non fù mai un movimento politico qualsiasi, in quanto potè contare sin dall’inizio sull’esclusivo appoggio dei poteri forti di allora.

    Il supporto finanziario ai futuri coloni ebrei infatti venne assicurato dallo storico summit tra insigni banchieri e massoni che si tenne a Basilea nel 1897, durante i lavori del Primo Congresso Sionista.

    Il convegno era presieduto dal barone Edmond de Rothschild , il quale mise all’ordine del giorno la nascita di un istituto di credito che avesse il precipuo scopo di sostenere la causa sionista.

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    I sionisti viceversa, nonostante la mancanza di fondatezza sia storica che biologica, cercavano a tutti i costi di validare e diffondere il concetto di “razza ebraica”: una ideologia che venne propagandata attraverso opere come quelle di Vladimir Jabotinsky (uno dei massimi attivisti storici del sionismo revisionista). Costoro infatti, proprio a causa del processo d’integrazione effettivamente in corso a quell’epoca, consideravano la purezza etnica degli ebrei in grave pericolo, arrivando a sostenere che l’unica soluzione possibile per porvi rimedio fosse l’edificazione di uno stato ebraico.

    A questo punto non è difficile immaginare come l’eventuale diffusione del contenuto dei papiri, che riscrivevano alla radice la storia dell’origine del popolo ebraico, avrebbe nuociuto alla causa sionista in maniera probabilmente letale. (Come già detto, in quel periodo la causa non aveva ancora riscosso molto successo. Fu solo negli anni ’30, con l’ascesa al potere di

    Adolf Hitler, che la politica sionista cominciò ad ottenere largo consenso anche all’interno della comunità ebraica. A seguito della propaganda anti-semita del dittatore tedesco, molti ebrei accettarono di buon grado la proposta di traslocare definitivamente in Palestina, innescando quel consistente processo di immigrazione che portò poi alla nascita dello stato ebraico.

    Paradossalmente quindi la politica di segregazione razziale messa in atto dal Fuhrer giocò a favore dei sionisti che premevano per un emigrazione ebraica di massa verso la Palestina. La storia deve ancora chiarire fino in fondo i diversi punti di contatto che di fatto si registrarono fra nazisti e sionisti, in questa paradossale convergenza di interessi).


    CONCLUSIONE



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    Siamo quindi di fronte ad una terza ipotesi, per cercare di spiegare la serie impressionante di morti sospette che sta alla base di questa vicenda: casualità statistica, maledizione del faraone, o “intervento umano”, teso a impedire la diffusione dei contenuti dei preziosi papiri?

    Per quanto il cui prodest suggerisca chiaramente la terza ipotesi, non esistono prove concrete che legittimino tale accusa verso i sionisti dell’epoca. Esiste però una curiosa connessione, ben dfficile da ignorare: la presenza del barone Edmund de Rothschild nella cerchia delle persone che seppero per prime la verità sullo scottante contenuto dei documenti. L’insigne banchiere godeva infatti di una canale d’informazioni privilegiato, essendo parente stretto di Alfred de Rothschild , il finanziere che coprì i debiti dello squattrinato conte di Carnarvon.

    A. de Rothschild, a sua volta, era il padre naturale della moglie di Carnarvon, lady Almina , la figlia di Marie Felice Wombwell, una donna regolarmente sposata con l’inglese George Wombwell. Tale grado di parentela di uno dei massimi esponenti del potente casato ebraico con Lady Almina – anch’essa fra le vittime della “maledizione” – è autorevolmente testimoniato dalle memorie del VI conte di Carnarvon, ed appare quindi evidente che, se davvero fosse stato trovato il resoconto storico sulle vere origini del popolo ebraico, un influente membro della lobby sionista come E. Rothschild lo avrebbe certamente saputo.

    Da qui in poi, lo spazio è delle illazioni. I fatti però sono quelli che ho presentato.

    Fonte: altrainformazione.it
     
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