I segreti di Saliceto

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    I segreti di Saliceto



    Nel cuneese un'antica leggenda racconta di un maestoso sepolcro fatto costruire dal principe saraceno Amin.

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    Molte sono le storie di tesori nascosti, di gallerie misteriose, di camere segrete, di simboli esoterici da decifrare. A Saliceto, in provincia di cuneo, questi elementi sono ben amalgamati. Una leggenda racconta del maestoso sepolcro di un principe saraceno, di nome Abdul Amin, che fece scavare una camera ipogea all'interno di una collina per collocarvi un enorme feretro, a forma di vascello, realizzato con l'oro razziato quando era in vita.

    Al fine di mantenere segreta l'ubicazione del suo sepolcro furono uccisi tutti gli schiavi che avevano partecipato alla sua realizzazione. I loro corpi sarebbero poi stati gettati in una fossa comune poco distante. I cavalieri a lui più fedeli trasportarono la sua salma all'interno della sua tomba, fecero franare l'accesso e piantarono delle querce per cancellare le tracce dei lavori e rendere il luogo irriconoscibile. Negli anni molti abitanti della zona hanno cercato qualche traccia di questa tomba, ritrovando un numero notevole di strane gallerie, e ipotizzando che potessero condurre al sepolcro nascosto.

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    Molti tratti di queste cavità artificiali sono ancora percorribili e spesso rinforzate da rivestimenti murari a secco. Sono ricorrenti due elementi, comuni nella maggior parte di queste opere ipogee: L'ampiezza della loro sezione, che consente il comodo passaggio di una persona adulta, e la presenza, più o meno abbondante, di acqua al loro interno. L'ipotesi più accreditata è che si tratti di opere idrauliche, poichè alcune di queste gallerie intercettano sorgenti d'acqua direttamente da alcuni grottini naturali.

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    Un secondo enigma è legato alla figura del cardinale Carlo Domenico Del Carretto, fratello maggiore di fabrizio, gran Maestro dei Cavalieri di Rodi. Carlo Domenico fece edificare la splendida chiesa rinascimentale, intitolata a San Lorenzo, che possiamo considerare, con parole dello storico Guido Araldo, "un libro di pietra ancora da leggere". La sua facciata, ma anche il suo interno, presenta una gran quantità di simbologie esoteriche. Questi bassorilievi raffigurano anche sirene dai seni coperti e dalle doppie code, salamandre, l'araba fenice, il pellicano che nutre i piccoli con il proprio sangue.

    Sempre sulla sua facciata troviamo un Bafometto (la misteriosa figura collegata ai Cavalieri Templari) e un simbolismo alchemico, dove l'acqua è rappresentata da anfore e dalla rana alata, il fuoco delle salamandre e dalle torce accese, la terra delle tartarughe e dai melograni e l'aria da uccelli e grifoni. Compare inoltre un Ermete Trimegisto, il detentore delle conoscenzec segrete.

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    Anche al suo interno la chiesa custodisce interessanti enigmi. Chi scrive ha avuto la fortuna di notare un bizzarro dettaglio presente in un dipinto. Si tratta dell'Annunciazione, ma la curiosità è un teschio presente nella parte inferiore della tela, che ad un primo esame sembra non essere umano: la mascella è allungata, così come i denti, e la cavità nasale è più ampia della norma. Ricorda il teschio di uno scimmione, e con un pò di fantasia un diavolo o un demone.Non solo: sulla tempia pare esserci un grande foro o una concavità che può dare spazio a numerose interpretazioni.

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    Anche il castello, che conserva ancora i pregevoli affreschi trecenteschi e alcuni motivi decorativi medievali, nasconde un segreto. Tra le sue mura, nei sotterranei, sarebbe celata una camera segreta. In questa stanza, nel XVI secolo, si sarebbero ritrovati di nascosto alcuni nobili delle Langhe per tramare contro la dominazione spagnola di Filippo II. La camera potrebbe trovarsi sotto la grande cisterna. Nel corso della nostra indagine preliminare (filmata da Arcadio Cavalli, regista di "Mistero", e visibile su Mistero Web) abbiamo osservato il pozzo del castello, notando una curiosa nicchia situata sotto il livello dell'acqua.

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    Durante le operazioni di scuotamento abbiamo esaminato la pavimentazione della vecchia stalla notando un tombino di modeste dimensioni, in precedenza ignorato da tutti. Mentre una nuova idrovora era impegnata a scuotare queste cavità, siamo scesi nel pozzo, nel frattempo liberato dalle acque. La nicchia, purtroppo, non era un suggestivo passaggio segreto ma un semplice vano ricavato nell'intercapedine tra il rivestimento in muratura e la roccia viva. La cisterna invece, ha mostrato molti detriti al suo interno ma nessuna ulteriore apertura. Uno studio completo e sistematico potrebbe rivelare nuovi e preziosi indizi. Esiste davvero la camera segreta? E cosa potrebbe essere nascosto? Resta un mistero....

    Fonte: Editoriale "Mistero"
    Testo a cura di: Luigi Bavagnoli
     
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