IL MISTERO DELLA SFINGE 1 di 2

22 ottobre 2012

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  1. Sylvhia
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    IL MISTERO DELLA SFINGE 1 di 2






    Caricato in data 07/set/2011 da UNIVERSOCOSCIENTE

    La Sfinge di Giza ha testa umana e corpo leonino.
    La fusione dei due elementi, zoomorfo e umano, in una scultura a tutto fondo di dimensioni colossali è ancora oscuro e non esiste neppure un documento sul suo significato religioso. Forse, nel suo aspetto di leone accucciato, doveva vegliare sul complesso funerario delle piramidi, ma non sono mancate altre interpretazioni riguardanti la sua funzione e vi sono ancora alcuni sulla datazione esatta.
    Fu davvero un monumento voluto da Chefren, del quale tradizionalmente le vengono attribuiti i lineamenti del volto?
    E' un'interpretazione del dio Harakhty (Horo all'orizzonte) come decisero, mille anni dopo la sua costruzione gli "archeologi" di allora?
    Quando è stata fatta la Sfinge?
    Testa e corpo sono della stessa epoca?
    Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi hanno attribuito alla Sfinge ben 8000 anni in più di quelli "dichiarati": l'erosione della statua non sarebbe dipesa dal vento o dalle tempeste di sabbia, ma dall'acqua piovana che avrebbe investito il millenario colosso durante il periodo postglaciale, dal 10500 a.C. Chefren sarebbe allora solo il restauratore del monumento al quale, con l'occasione, avrebbe dato la sua faccia.
    Questa data 10500 a.C., che fa spostare decisamente indietro le lancette della storia e presupporre l'esistenza di una civiltà evoluta molti millenni prima di quella egiziana piace ad altri ricercatori che fin dal 1979 hanno aperto un'interminabile querelle con le autorità egiziane proprio sui misteri della Sfinge.
    Ammesso che veramente sia stata costruita in quella data lontana, perché è stata voluta proprio li a Giza?
    La risposta è nel cielo.
    La Sfinge ha la stessa forma della costellazione del Leone: basta guardare un qualsiasi manuale di astrologia per accorgersene.
    Ora, nel 10500 a. C. il Sole sorgeva proprio nella costellazione del Leone così che la Sfinge - costruita con lo sguardo rivolto verso est - nel giorno dell'equinozio di primavera di quell'anno vedeva sorgere, dietro il Sole, la costellazione del Leone, cioè se stessa.
    Tutto ciò, naturalmente, non dimostra scientificamente che la Sfinge sia stata costruita 8000 anni prima di quanto stabilito dalla tradizione, ma per alcuni è un'ipotesi valida quanto quella che attribuisce l'opera a Chefren. Per quale ragione egli l'avrebbe posizionata a oriente, dandole inoltre la forma di una costellazione che la Sfinge non "vedeva" più da molti secoli?
    Vista con gli occhi delle stelle, la Sfinge ci appare come un orologio millenario le cui lancette indicano un'epoca misteriosa: quel 10500 a.C. che ritorna ossessivamente negli studi sulle piramidi.


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    Caricato in data 07/set/2011 da UNIVERSOCOSCIENTE
     
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    Visto che volevo trattare l'argomento ed è già aperta questa discussione, parlo direttamente qui.


    Lunga oltre 70 metri e alta, alla testa, poco meno di 20, cioè quanto un palazzo di sei piani, la Sfinge è scolpita in un unico pezzo di roccia. La testa e il collo della colossale statua sono stati ricavati da un blocco di calcare affiorante, mentre il corpo è stato ottenuto scavando in profondità un fossato largo alcuni metri nella crosta di roccia che costituisce l’altopiano di Giza.


    Considerata dagli Egizi di ogni epoca opera risalente a un’antichità remota e venerata come il centro del potere magico esistente nella zona di Giza, la statua è inconsueta per dimensioni e aspetto: il corpo è quello di un leone, mentre il volto ha tratti umani, l’esatto opposto di quanto si verifica nelle raffigurazioni delle divinità locali.

    La Sfinge (nome comprensibile diventato sinonimo di mistero) è stata voluta e scolpita in un punto da cui si domina la valle del Nilo, ed è rivolta esattamente verso l’est nel punto dove sorge il sole nei giorni degli equinozi. Dopo aver trascorso immersa nella sabbia gran parte della sua ultramillennaria esistenza essa è stata riportata pienamente alla luce solo nel 1926.

    A dire il vero attorno al 1400 a.C. il faraone Thutmose IV (della XVIII dinastia) volle che la Sfinge venisse liberata dalla sabbia, la fece restaurare, quindi fece porre tra le sue zampe una stele di granito a perenne ricordo dell’avvenuta opera di restauro. Questa tavoletta di pietra, nota come Stele della Sfinge, alla tredicesima riga reca il cartiglio di Chefren, motivo per cui l’enigmatica scultura è stata attribuita a questo re.

    Ma per la presenza del nome di Chefren potrebbero esserci anche altre spiegazioni: la citazione potrebbe ricordare in effetti lavori di restauro e sgombero della sabbia eseguiti dal citato faraone. Nella fossa in cui la Sfinge è accovacciata, infatti, la sabbia del Sahara tende ad accumularsi piuttosto velocemente e questo ha dato corpo all’ipotesi che l’enorme opera sia realizzata molto prima di quanto si creda, quando il clima della zona non era desertico e dunque non vi era il problema dell’accumulo della sabbia. Perché infatti realizzare un monumento destinato a rimanere celato? Anche dopo il restauro di Thutmose IV la sabbia infatti ha di nuovo preso il sopravvento.

    I dubbi attorno al monumento permangono; datare la Sfinge con il metodo del carbonio 14 è impossibile, in quando essa è scolpita nella roccia viva e a un esame teso ad accertarne l’età risulterebbe antica quanto il mondo.

    Fu davvero il faraone Chefren a volere che la statua con il corpo da leone (animale in Egitto frequentemente deputato alla sorveglianza dei luoghi sacri) e il volto umano da guardia sull’altopiano di Giza?

    Oggi l’archeologia ufficiale risponderebbe positivamente “Si”, fa risalire la Sfinge all’epoca di Chefren e vuole che il viso della statua, ornato con il copricapo regale e dotato, in origine, della tipica barba finta dei faraoni, riproduca le fattezze dello stesso re, anche se non sempre gli studiosi sono stati di questo parere.

    Su una pietra calcarea di forma rettangolare ora custodita al Museo del Cairo, la Stele dell’inventario, rinvenuta a Giza dall’archeologo Mariette nella seconda metà dell’Ottocento, si afferma che la Sfinge e la Grande Piramide molto tempo prima della salita al trono del faraone Cheope. La Stele dell’inventario venne in seguito screditata dall’archeologia ufficiale che la considerò solo “un’opera di narrativa storica”. All’inizio del Novecento, tuttavia, gli archeologi erano propensi quasi all’unanimità a ritenere la Sfinge molto più antica delle piramidi.

    Schwaller de Lubicz, filosofo e matematico francese, vissuto a lungo in Egitto, facendo riferimento alle piogge che colpirono il mondo nell’undicesimo millennio a.C., nel suo libro Roi del a théocratie pharaonique ha sottolineato che gli inconfondibili segni provocati dall’erosione dell’acqua presenti sul corpo della Sfinge, a eccezione della testa, fanno dedurre che la gigantesca statua esistesse già in tempi remoti, risalenti a prima del 10.000 a.C. Dal 3000 a.C. in avanti sul territorio egiziano non si sono infatti mai verificate precipitazioni tali da causare gli effetti erosivi osservabili sulla scultura e sulla fossa che la contiene. La testa della Sfinge mostra il caratteristico copricapo dei faraoni, ma ciò potrebbe trovare giustificazione nel fatto che, come suggerisce anche l’evidente sproporzione con il resto del corpo, essa fu riscolpita in epoca dinastica. Forse in origine l’enorme statua non aveva neppure il volto umano di un re, ma proprio quello di un leone…

    Anche secondo numerosi geologi l'erosione osservabile sul corpo della Sfinge e sulle pareti della fosse che la ospita è opera dell'azione dell'acqua, o meglio delle piogge, e non del vento. L'abrasione provocata dalla sabbia e dal vento avrebbe determinato fessure orizzontali dai margini netti, non avrebbe potuto provocare fessure verticali che possono venire causate solo da "acqua che cola giù", nè solchi orizzontali dai margini arrotondati e ondulati. Se i fenomeni di erosione fossero opera del vento, il corpo della Sfinge, a lungo sepolto nella sabbia, sarebbe stato preservato; inoltre gli altri monumenti della piana di Giza, ritenuti dall'archeologia ufficiale coevi alla Sfinge e costruiti con la stessa pietra calcarea, non presentano segni di erosione.
     
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