Creta e il mito di Minosse e del Minotauro

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    L'ISOLA DI CRETA



    Tra i popoli del Mediterraneo antico quello greco fu certamente il più importante dal punto di vista culturale. I greci infatti si distinsero nei più svariati campi del sapere: furono grandi astronomi, profondi filosofi, raffinati scrittori, eccellenti artisti (scultori, pittori ecc.).
    I Romani ammiravano molto la cultura greca, tanto che quando sconfissero con le armi la Grecia ebbero a dire “Roma vinse la Grecia, la Grecia vinse Roma”.

    Le origini della storia greca vanno ricercate nell’isola di Creta.
    Creta è un’isola del mar Egeo, a sud della Grecia. Le città più importanti sono Cnosso e Festo, situate sulla costa.
    Tutte le città cretesi erano dominate dal palazzo. Il palazzo cretese era un complesso di edifici deposti attorno ad un cortile rettangolare. Qui, dove vi risiedeva il re, venivano organizzate le manifestazioni sportive e le cerimonie religiose. Inoltre vi erano contenuti enormi magazzini per le scorte alimentari.
    Le città cretesi non erano circondate da mura, perché Creta, essendo un isola, era ritenuta inattaccabile e i Cretesi erano pacifici e non amavano dedicarsi alla pratica della guerra. Questo rappresentò per loro un elemento di grande debolezza. Infatti verso la metà del XV secolo a.C. gruppi di invasori provenienti da Micene, città della Grecia, occuparono Creta e saccheggiarono le città.

    Proprio nell’ambito della civiltà cretese nacque uno dei primi e più famosi miti greci: il mito di Minosse e del Minotauro.




    IL MITO DI MINOSSE E DEL MINOTAURO



    Le fonti storiche greche ci parlano di un mitico re di Creta: Minosse, che fu il primo a dominare con la sua flotta il mar Egeo.
    Sulla sua figura mitologica sorsero nell’antichità due leggende.

    Secondo la prima leggenda Minosse era un re cattivo e privo di rispetto verso gli dèi. Perciò il dio del mare, Poseidone, decise di punirlo: fece in modo che sua moglie, la regina Pasìfae, si innamorasse di un toro e avesse da lui un figlio mostruoso: il Minotauro.
    Il Minotauro era metà uomo e metà toro. Quando Minosse lo vide, provò orrore e lo rinchiuse in un labirinto, progettato dal mitico architetto Dedalo.

    Secondo un’altra leggenda, gli Ateniesi erano stati sconfitti in guerra da Minosse. Come debito di guerra vennero costretti ad inviare a Creta ogni anno sette ragazzi e sette ragazze che dovevano essere sacrificati al Minotauro. Con il passare del tempo gli Ateniesi erano stanchi di ciò. Fu così che Teseo, figlio del re di Atene, decise di andare a Creta per uccidere il terribile mostro. I fatti andarono in questo modo:
    Teseo riuscì ad entrare nel labirinto, ma soprattutto riuscì ad uscirne (impresa impossibile) grazie all’aiuto di Arianna, la figlia di Minosse, che si era innamorata di lui. Arianna gli diede un gomitolo di filo e ne tenne fermo un capo all’entrata dell’edificio, mentre Teseo lo svolgeva muovendosi nel labirinto. Dopo aver ucciso il Minotauro, Teseo uscì dall’edificio seguendo il filo a ritroso.
    L’impresa di Teseo fu dunque un successo. Egli prese con sé Arianna, ma improvvisamente la abbandonò nell’isola greca di Nasso.





    Strettamente legato al mito di Minosse e del Minotauro è quello di Egeo, padre di Teseo e re di Atene. La mitologia narra questo:
    Egeo aveva detto al figlio, prima che partisse, di issare le vele bianche alla partenza da Creta, nel caso in cui fosse riuscito a sconfiggere il Minotauro. Teseo, però, al ritorno lasciò sulla sua nave le vele nere. Quando Egeo vide le vele nere avvicinarsi ad Atene, pensando erroneamente che suo figlio fosse stato ucciso, si gettò in mare. In suo onore il mare che bagna la Grecia è noto come mar Egeo.





    Altro personaggio legato al mito è Icaro, figlio di Dedalo e di Naucrate, una schiava di Minosse.
    Minosse aveva chiesto al padre di costruire un labirinto per rinchiudergli il Minotauro. A Dedalo e al figlio però venne impedita ogni via di fuga da Creta, perché si temeva che svelassero i segreti della costruzione del labirinto. Secondo alcune fonti, i due vennero rinchiusi all’interno di esso perché Minosse gli ritenne responsabili della vittoria di Teseo. Sta di fatto che per scappare, Dedalo mise in atto tutta la propria creatività: costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera. A Icaro piacque molto volare: farlo gli dava una sensazione incredibile di libertà. Il padre Dedalo con saggezza lo avvertiva di non volare troppo in alto, perché avvicinandosi troppo al sole, la cera delle sue ali si sarebbe sciolta. Preso dall’ebbrezza del volo, Icaro non prestò molto attenzione al padre e, così facendo, il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì.
     
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  2. francescone
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    Non conoscevo la prima leggenda, è infatti la seconda che si impara al liceo, molto belle e affascinanti entrambe. Chissà cosa portava gli uomini di allora a creare questi miti...
     
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    CITAZIONE (francescone @ 24/6/2016, 10:02) 
    Non conoscevo la prima leggenda, è infatti la seconda che si impara al liceo, molto belle e affascinanti entrambe. Chissà cosa portava gli uomini di allora a creare questi miti...

    Innanzitutto il mito è per definizione un racconto simbolico carico di significato che in modo narrativo ha un senso logico che si traduce in racconti tramandati di generazione in generazione.

    Si può quindi intuire che i miti sono un mezzo di trasmissione di usi e costumi della società dell'epoca. I popoli potevano così conservare le proprie tradizioni nelle generazioni future, dal momento che i miti erano influenzati dalle credenze specifiche di quel tempo.

    Poi c'è la classica interpretazione che vede nei miti la ricerca razionale dell'uomo del senso della realtà. Tanto è vero che è possibile trovare, secondo alcuni, un rapporto di correlazione fra la ragione (la filosofia) e il mito.
     
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  4. francescone
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    Hai in parte ragione luke2, ma secondo me prevale l'irrazionale... che risponde al bisogno di conforto che quelle popolazioni cercavano e non potevano certo trovare nella scienza.
    Succede ancora in certe popolazioni, diciamo, non al passo coi tempi ;)
     
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    CITAZIONE (francescone @ 4/7/2016, 11:00) 
    Hai in parte ragione luke2, ma secondo me prevale l'irrazionale... che risponde al bisogno di conforto che quelle popolazioni cercavano e non potevano certo trovare nella scienza.
    Succede ancora in certe popolazioni, diciamo, non al passo coi tempi ;)

    Concordo sul fatto che il linguaggio del mito appare irrazionale. Ma questa sua irrazionalità è stata acquisita a partire dall'antica Grecia, dove prima la ragione filosofica e col tempo quella scientifica e matematica hanno "ridicolizzato" il pensiero mitico.

    A parer mio è sbagliato dire che il mito è un racconto irrazionale. Ha una razionalità in sè, in un contesto e una realtà differente rispetto a quella cui siamo abituati a pensare. È vero che, come hai giustamente detto te, non vi era/è la possibilità di utilizzare mezzi scientifici. Ma la ragione non si basa solo sulla scienza.

    Per fare un esempio, Platone non ritiene contradditorio alla ragione un pensiero mitico e religioso. La ragione è giustificata a verificare il mito, in un rapporto di concigliazione fra le due cose.
     
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4 replies since 6/9/2015, 22:14   618 views
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