Posts written by Leggende Miti Misteri

  1. .

    L'ABDUCTION DI KELLY CAHILL



    l_abduction_di_kelly_cahill_by_lmmphotos-db45694



    Nelle esperienze di abduction non si parla quasi mai di incontri ravvicinati del IV tipo, eppure, se proprio vogliamo essere pignoli, si tratta della stragrande maggioranza dei presunti casi di rapimenti alieni. A fare distinzione tra i vari tipi di incontri ravvicinati fu l'astrofisico J. Allen Hynek, che però si limitò ai primi tre tipi; gli altri vennero aggiunti in un secondo momento da altri studiosi e ufologi. Jacques Fabrice Vallée, che lavorò a lungo con Hynek, definì un IR4 (incontro ravvicinato del IV tipo) come un caso di rapimento da parte di entità extraterrestri nel quale i testimoni provano alterazioni della realtà, osservando eventi di natura assurda, allucinatoria o onirica.
    Il caso di Kelly Cahill ricade proprio in questa distinzione. Era l'8 agosto del 1993 e si avvicinava la mezzanotte quando Kelly Cahill, di 25 anni, e suo marito Andrew, di 31, percorrevano in auto la strada statale che collega Belgrave ad Hallam, in Australia. La coppia era di ritorno a Belgrave dopo una serata tra amici e nei pressi della località Eumemmerring Creek, che costeggia il fiume omonimo, si accorsero di strane luci nel cielo notturno a circa mezzo chilometro da loro. L'auto di Kelly e Andrew non era l'unica lungo la strada: altre due coppie di fari li seguivano poco distanti e dallo specchietto retrovisore Andrew vide che entrambe, alla vista di quelle fonti luminose, rallentarono visibilmente.
    Credendo che si trattasse di elicotteri della polizia che pattugliavano i campi della zona (siamo a circa 30 km da Melbourne, dove molti si accampano con i sacchi a pelo e non è raro sentire parlare di persone scomparse o trovate uccise) Andrew mantenne la velocità di circa 100 km/h e quando raggiunse la zona sopra la quale fluttuavano le luci Kelly si accorse che pur trattandosi di un veivolo non era un elicottero, ma un enorme oggetto scuro irregolare con una flebile luce bluastra provenire dagli oblò e dalla parte bassa della fusoliera.
    L'oggetto si trovava a circa una cinquantina di metri di altezza ed entrambi ebbero modo di osservare delle figure umanoidi al suo interno, ma appena giunsero nelle sue vicinanze tutte le luci che fino a quel momento avevano illuminato il suolo si spensero e in pochi istanti l'oggetto sparì ad altissima velocità in direzione di Melbourne.
    All'improvviso Kelly e Andrew si ritrovarono come smarriti sulla statale: l'auto stava viaggiando a 40 km/h ed entrambi ebbero un sussulto come se si fossero svegliati di soprassalto. Andrew sbandò, ma riuscì a mantenere la macchina sulla carreggiata e poi la coppia si guardò negli occhi smarrita. L'orologio sul cruscotto segnava le 2.31, mentre dovevano essere poco dopo mezzanotte; le auto dietro di loro non c'erano più e si trovavano a circa 5 km più indietro di dove si ricordavano.
    Perplessi giunsero a casa e cercarono di spiegare quell'esperienza in modo razionale: alla fine si convinsero di aver bevuto un bicchiere di troppo e andarono a dormire. La notte stessa però Kelly cominciò a perdere sangue dall’area vaginale nonostante il suo ciclo mestruale era finito una settimana prima e la perdita era talmente copiosa da sporcare il pigiama e le lenzuola. In bagno la ragazza notò di avere un segno triangolare rosso sotto l’ombelico e una cicatrice su un lato del ventre. L'emorragia, anche se molto meno intensa di quella notte, continuò anche nei giorni a seguire e Kelly si decise ad andare all’ospedale. Dai sintomi i dottori pensarono che fosse incinta, ma i test risultarono negativi e alla fine conclusero che avesse un’infezione all’utero.
    Ci vollero settimane, ma alla fine le cose per Kelly andarono a posto; un'altra cosa che però risultò strana fu che dopo quella notte ad Andrew iniziarono a cadere i capelli sulla nuca e rimase pelato in una zona perfettamente circolare della grandezza di circa 2 cm che impiegò mesi per essere nuovamente rinfoltita.
    Qualche tempo dopo, ripercorrendo la stessa strada che era stata teatro dell’avvistamento, Kelly ebbe dei flashback e la ragazza iniziò lentamente a ricordare molto di ciò che le era successo quella notte. Secondo al sua ricostruzione Andrew aveva accostato lungo la statale ed entrambi erano usciti dall'abitacolo per camminare in un campo dove si era posato l'oggetto a forma di disco. Era un UFO enorme, di circa 40-50 m di larghezza ed emanava una luce blu sia frontale che verso il basso. Kelly ricordò anche due persone che attraversarono la strada e che come loro avevano parcheggiato l'auto per avvicinarsi all'oggetto.
    Quando furono a circa una trentina di metri su un lato dell'oggetto si aprì una porta metallica e uscì un essere umanoide alto circa 2 m di colore scuro e con una testa molto più grande di quella di un essere umano. Dietro di lui apparvero altri esseri simili, circa una decina, e quando si avvicinarono a Kelly lei vide occhi molto grandi, rotondi e di colore rosso.
    Le creature si divisero in due gruppi: il primo si diresse verso gli altri testimoni, il secondo si mosse in direzione di Kelly e Andrew. La vicinanza diede una strana impressione di elettricità statica, ma fu probabilmente un colpo allo stomaco a far barcollare e cadere a terra la ragazza. Chiamò Andrew, ma era scomparso e quando provò ad alzarsi sentì le forze mancarle e iniziò a vomitare violentemente. Dopo qualche istante iniziò anche un terribile fischio alle orecchie e poco donna svenne. Quella fu l'ultima cosa che ricordò dell'incontro, dopo di che i suoi tornano alla loro auto e a Andrew che cercava di recuperarne il controllo. Andrew al contrario non ricordò mai nulla e fino ad oggi ha sempre affermato di avere un vuoto di memoria di quelle due ore.
    Dopo l'affioramento di qui ricordi, nell'ottobre dello stesso anno,Kelly si mise in contatto con John Auchettl, uno dei ricercatori UFO più stimati di tutta l’Australia. L'uomo affermò che la sua esperienza non era l'unica ad essere stata vissuta sulla statale Belgrave-Hallam e che quello stesso anno ci fu addirittura una squadra non ben identificata di persone che eseguirono test di varia natura sul terreno in quella zona, tutte vestite con inquietanti tute arancioni.
    Dai suoi informatori ricevette la notizia che vennero rilevati segni sul terreno lasciati probabilmente da tre sostegni di un oggetto pesante molte tonnellate e un livello di magnetismo del luogo incredibilmente elevato. Il campo su cui vennero trovati i segni risultava fortemente disidratato, come se l'acqua contenuta fosse evaporata per effetto di una grande temperatura e una zona del campo risultava carbonizzata.
    Auchettl, dopo che Kelly e Andrew gli dissero di non essere soli su quella statale, mise degli annunci sui giornali invitando tutti quelli che credevano di aver visto un UFO nella zona a telefonargli. Ricevette molte chiamate, ma nessuna connessa al caso di Kelly, fino al 17 novembre 1993 quando altre tre persone gli dissero che si trovavano lì quella notte.
    Un'altra coppia Jane e Bill (che non vollero diffondere il cognome per paura di ritorsioni e di perdere il lavoro) e la loro amica Glenda affermarono di aver viaggiato sulla statale Belgrave-Hallam l’8 agosto 1993 e di aver visto un oggetto simile a quello segnalato da Kelly. Dissero di aver raggiunto al loro destinazione con oltre 2 ore di ritardo e di avere un vuoto temporale nei loro ricordi. Glenda e Jane ricordarono un’altra vettura dopo la loro con un uomo alla guida.
    Auchettl riuscì ad incontrare Bill, Glenda e Jane e i tre si sottoposero a ipnosi regressiva. Le donne ricordarono di essere state legate ad un tavolo e di essere state sottoposte ad esami e test sul loro corpo con strumenti che non avevano mai visto. Bill non fu in grado di fornire alcuna informazione, sebbene ricordasse che attorno a lui c’erano figure scure e sfocate che lo tenevano fermo a terra. Le due donne riscontrarono tre punti rossi all’interno delle gambe e un segno triangolare rosso sotto l’ombelico.
    Un'ulteriore conferma di ciò che era accaduto giunse dopo che Jane affermò di avere spesso la visione di un"drago rosso fluorescente nell’oscurità". Auchettl, per non inquinare le testimonianze e non influenzare i vari testimoni, decise di non far incontrare i vari testimoni fino al Giugno 1994 e di raccogliere quanti più dettagli possibile da ognuno in istanze separate.
    Il 1° ottobre 1996 durante un’intervista del periodico australiano Who, Auchettl e Kelly Cahill accennarono alla terza auto sulla loro carreggiata e dopo alcuni giorni la redazione del giornale ricevette una lettera dalla moglie del presunto conducente dell’auto in questione che affermava che sulla parte posteriore destra della macchina (un fuoristrada 4x4) era montata una ruota di scorta protetta da una copertura di tela su cui c'era, dipinto con materiale riflettente rosso un drago.
    La donna rimase anonima e l’automobilista non si fece mai vivo, ma Auchettl più volte disse che era impiegato presso il Victorian Government Law Department (Dipartimento Legale dello Stato di Victoria).

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  2. .

    LO SPETTRO NELL'AUTO



    lo_spettro_nell_auto_by_lmmphotos-db4561l



    Questa è una di quelle notizie che va presa con il beneficio del dubbio: la foto che vi mostro è reale, certificata dalla polizia, ma ciò che si è detto a riguardo è poco e quel poco è stato modificato dai giornali locali; immaginate poi che è successo quando la notizia è giunta in Inghilterra e poi infine a noi. Come al solito cerco di ripercorrere i fatti secondo una certa logica, anche se di logica in questo caso non si può affatto parlare.
    La vicenda si è svolta il 30 settembre del 2016 in Norvegia sulla strada europea E6, nel tratto che collega le città di Salten e Rognan. Erano quasi le 19.30 ed era già buio. Wanja Blind, di 50 anni, e sua figlia Christine Elise, di 14, stavano viaggiando in direzione di Salten e all'improvviso la donna al volante fu costretta a frenare per un'automobile contro mano in ferma in mezzo alla carreggiata.
    Il veicolo era danneggiato nell'angolo destro anteriore e a terra c'erano pezzi di fanale e del paraurti: l'idea iniziale delle due fu che c'era stato un incidente e che probabilmente qualcuno potesse essere in pericolo disteso nella vettura.
    Wanja scese per controllare, ma si accorse quasi immediatamente che l'abitacolo era vuoto. La cosa che la stupì fu che non c'erano auto della polizia, ne ambulante e nemmeno segnali di pericolo sulla carreggiata, così tornò alla sua macchina e aprì il cofano per mettere a terra il triangolo e segnalare l'ostacolo sulla carreggiata.
    Christine Elise se ne stette in auto ad attendere la madre, ma all'improvviso vide attraverso il parabrezza una figura che per un attimo apparve all'interno dell'auto di fronte a lei. Inizialmente si convinse che era stato uno scherzo della sua immaginazione o un riflesso dei fari delle auto che passavano, ma pochi secondi dopo quella visione si ripetè nuovamente.
    A quel punto, mentre sua madre contattava la polizia affinchè accorresse a controllare, la ragazzina prese il suo smartphone e fece una foto all'auto danneggiata. Nulla. Poi un'altra: nulla. Dopo l'ennesima foto senza nulla di particolare scattò quella che vi mostro al fondo dell'articolo e si spaventò a morte, uscendo dalla macchina e urlando a sua madre di allontanarsi.
    Già di per se la vicenda può inquietare, ma ciò che è successo dopo lo fa ancora di più. La polizia rispose a Wanja che erano a conoscenza della presenza dell'auto sulla carreggiata e che stavano giungendo sul luogo una pattuglia e un mezzo del soccorso stradale. Al loro arrivo alla donne venne detto che quell'auto era lì perché un uomo aveva investito per errore con un piccolo alce verso le 19 e che dopo l'impatto era scappato nei campi perché era un ricercato. La polizia infatti era poco distante e quando giunse sul luogo dell'incidente rilevò che l'auto era rubata e che none ra più in grado di ripartire.
    Il nome del fuggitivo non venne reso pubblico, ma sul luogo non c'era nessuno perchè la pattuglia aveva iniziato un inseguimento del malvivente. Al momento dell'arrivo di Wanja e Christine Elise l'uomo era su un'ambulanza che lottava tra la vita e la morte dopo essere stato colpito da un colpo di pistola al petto da un agente.
    La foto è stata scattata esattamente alle 19.28 e Wanja ha assicurato che l'auto era vuota quando la foto è stata scattata. Ma non è ancora finita: non sa come, ma l'uomo, una volta giunto all'ospedale e distesi su una barella, è incredibilmente sparito, forse aiutato a fuggire da un complice. Poche ore dopo è stato nuovamente catturato, questa volta nei pressi di Rognan.
    L'immagine è stata presa in visione anche dalla polizia, alla ricerca di indizi sulla fuga dell'uomo, e non è risultata modificata o alterata. La foto ha fatto il giro della rete prima di finire sui maggiori giornali norvegesi, ma la polizia ha preferito non esprimersi a riguardo e di che fina abbia fatto il criminale non si sa ancora nulla.
    Dopo questa vicenda si sono moltiplicate la possibili giustificazioni, ma a parte una semplice fotografia nessuno ha dati sufficienti per poter fornire una giustificazione inequivocabile. La foto di Christine Elise attualmente rimane un mistero.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  3. .

    CLARA GERMANA CELE, CRONACA DI UNA POSSESSIONE



    clara_germana_cele__cronaca_di_una_possessione_by_lmmphotos-db455m3



    Quando si parla di possessione di una persona ci si trova di fronte a forse il più aspro conflitto tra religione e scienza: esiste la possessione demoniaca oppure è un semplice caso di schizofrenia (o altre patologie mediche)?
    Per fortuna questo caso di cui sto per parlavi è finito nel migliore dei nodi, a differenza del più famoso di Anneliese Michel che finì nel peggiore dei modi. Questa vicenda avvenne molto prima, precisamente nel 1906 in Sudafrica.
    Clara Germana Cele era un’orfana sudafricana battezzata da bambina secondo rito cristiano. All'epoca dei fatti era già una ragazza di 16 anni e studiava alla Missione di St. Michael, nella città di Natal.
    Clara faceva parte di una famiglia molto religiosa e sin dalla tenera era stata abituata a recitare il rosario prima di andare a letto e al mattino al risveglio. Una sera, come suo solito, dopo cena andò in camera sua per recitare le consuete preghiere, ma dopo diverse ore, ben dopo mezzanotte, la madre salendo le scale la sentì parlare ad alta voce in camera sua e andò a vedere cosa stava facendo. Clara era inginocchiata davanti al letto e stava pregando in maniera inusuale, dapprima farfugliando preghiere con una voce da bambina, per poi assumere una voce rauca e profonda e pronunciare parole senza senso. La ragazza poi tornava alla sua consueta voce e riprendeva a recitare in maniera normale. Dal giorno dopo cominciò a comportarsi in maniera strana senza alcun apparente motivo.
    I primi segni di squilibrio, oltre all'episodio di quella sera, furono atteggiamenti violenti o di profonda rabbia verso i simboli religiosi, che terminavano quando si allontanava o veniva distratta. Inizialmente i genitori cercarono di nascondere i suoi comportamenti bizzarri affermando che stava attraversando un periodo difficile per via del suo sviluppo, ma poi i suoi gesti divennero talmente evidenti che la gente iniziò a pensare che ci fosse di mezzo addirittura il diavolo.
    Clara nel giro di pochi giorni da quella sera sviluppò un'avversione anche al contatto con altre persone, diventando particolarmente aggressiva e violenta contro chiunque provasse ad avvicinarsi, compresi i suoi stessi genitori. Spaventati da quei comportamenti, i genitori decisero di farla soggiornare per qualche tempo nella missione, ma la loro idea fu tutt'altro che azzeccata: una suora che lavorava nella missione disse che Clara mostrava i chiari segni della sua possessione e allarmò tutta la comunità.
    La voce si sparse e giunsero in parecchi ad esaminare il suo caso. Clara riusciva a parlare in altre lingue e a capire il polacco, il tedesco e l'arabo; non solo, pare che avesse abilità chiaroveggenti e fosse in grado di svelare i più intimi segreti non solo delle persone che la circondavano, ma anche di quelle con cui non aveva mai avuto contatti.
    Man mano che i giorni passavano i suoi comportamenti divenivano sempre mano umani e più bestiali e si arrivò al punto da richiedere un esorcismo vero e proprio. Giunsero due esorcisti, ma il rito dovette essere interrotto quando Clara tentò di strangolare uno dei due celebranti. Il sacerdote descrisse la sua forza come una stretta sovrumana di cui venne liberato solo grazie ad un colpo ben assestato da una guardia al petto della ragazza. I preti tentarono di riprendere l'esorcismo, ma furono costretti a interromperlo definitivamente quando la ragazza iniziò a levitare di fronte agli occhi increduli di almeno un centinaio di cittadini.
    Quel fenomeno, oltre a spaventare la religiosissima comunità, venne confermato anche da studiosi e uomini di scienza che non seppero dare una spiegazione razionale, mettendo dunque in seria discussione anche gli scettici più incalliti.
    Il primo esorcismo sembrò addirittura accelerare quella che sembrava un trasformazione in una bestia e Clara il giorno seguente cominciò a sbavare, a ringhiare e ad emettere dei versi spaventosi, tanto che le suore della missione li descrissero simili a quelli emessi dai bufali infuriati.
    L'inevitabile sentenza fu che la ragazza era posseduta dal Diavolo ed era necessario un rito intenso in cui doveva partecipare tutta la comunità. Per due lunghissimi giorni la ragazza venne tenuta legata al letto con corde da buoi, cosparsa costantemente di acqua santa, croci e simboli religiosi, finchè sembrò tornare in se e spaventata chiese il motivo della sua presenza in quel luogo.
    Si sa poco di cosa successe dopo, ma pare che il rituale finalmente la liberò dal demonio che la possedeva, lasciandola libera di vivere la sua vita. Voci dicono che la ragazza avesse confessato al suo sacerdote di aver stretto un patto con il diavolo e che questo abbia causato la sua possessione demoniaca. La ragazza non disse mai che cosa avesse chiesto in cambio, ma avvalorò l'ipotesi di molti della missione.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  4. .

    L'ALCE SPETTRALE DEL MAINE



    l_alce_spettrale_del_maine_by_lmmphotos-db454re



    Nell'enorme casistica del misteri ci sono moltissime sotto-categorie (paranormale, alieni, fantasmi ecc.), ma non è sempre facile assegnare ad un caso un categoria precisa. Questo articolo ad esempio entrerebbe a far parte di almeno tre categorie diverse: criptozoologia, fantasmi e leggende.
    Tempo fa ho parlato degli ABC, ovvero Alien Big Cats, dei grossi felini avvistati specialmente nel Regno Unito e che ancora oggi sono al centro di dibattiti sia tra gli scienziati che gli amanti del mistero: qualcuno pensa si tratti di felini esotici scappati o messi in libertà, ma alcuni pensano siano i famosi hellhounds ed hellcats delle leggende che si tramandano da secoli, ovvero spiriti infernali o spettri di cani e gatti (ma non solo) che infesterebbero le campagne inglesi.
    Questo caso è molto simile, ma siamo nel Maine e si parla di un'alce fantasma. Anche qui le storie su questa creatura sono molto radicate e gli avvistamenti nello scorso secolo sono state centinaia: viene descritta come un'enorme alce altra dai 3 m a 4 m di colorazione bianca luminescente e spesso dai contorni non ben definiti; il suo palco di corna è ampio e molto ramificato e gli occhi sono scuri, tendenti al nero. Alcune testimonianze lo descrivono come reale e tangibile, altre come evanescente, ma tutte sono d'accordo sul fatto che abbia la capacità di apparire o scomparire a suo piacimento e di passare attraverso gli oggetti solidi come alberi e rocce.
    Le notizie dei primi avvistamenti sembra risalgano al 1901, quando durante una battuta di caccia un uomo di Boston di nome M.A. Cushing avvistò la creatura (chiamiamola così) nei pressi del Monte Katahdin e ne portò notizia ai suoi amici. Pochi mesi più tardi l'avvistamento fu confermato da una guardia cittadina di Millinocket Clarence Duffy e nello stesso anno da un boscaiolo chiamato John Ross. Si è notato che l'alce appariva ad ondate di avvistamenti, cioè in pochi mesi si concentravano decine di testimonianze per poi non averne più notizie per anni. I successivi avvistamenti si sono verificati nel 1917, nel 1932, nel 1938.
    In particolare nel 1938 l'alce spettrale fu avvistata nelle foreste attorno al lago Chesuncook e lungo il ramo occidentale del fiume Penobscot. Un rapporto particolarmente dettagliato giunse da un barcaiolo che trasportava legname lungo il fiume e conosciuto solo come Houston: disse che mentre stava tornando al campo con un carico di legname si trovò a passare in una zona paludosa poco prima di raggiungere il lago, nella quale vide una mandria di 16 alci adulte. Poco distante da loro, appena dentro la boscaglia, Houston vide tre forme luminose di colore bianco e scoprì che erano tre alci bianche di cui una enorme rispetto alle altre due. Definì l'alce più grande "mostruosa" perché almeno tre volte più grande delle altre due, che gli sembravano di taglia adulta normale.
    A quel tempo gli scettici affermarono che l'uomo avesse avuto un abbaglio e che poteva trattarsi di un grande cavallo grigio scappato a qualche fattoria, ma l'uomo disse che avevano un palco molto accentuato e che, essendo anche lui un cacciatore, era certo di ciò che aveva visto.
    Più recentemente anche un cacciatore di nome Gilman Brown e il suo compagno, un tassidermista di nome Granville grigio, hanno raccontato un incontro in cui hanno sparato ad un'alce bianca, ma questa è svanita nel nulla prima che i proiettili potessero colpirla.
    Voci, leggende , storie tramandate oralmente e non verificabili; c'è però chi ha voluto vederci più chiaro sulla questione e già da diversi anni, anche grazie al censimento degli animali del parco statale Baxter, si è scoperto che non tutte le alci sono di colore grigio o marrone, ma raramente possono anche nascere di colore bianco. Non si tratta di albinismo, ma proprio di una sottospecie che si sta rapidamente estinguendo ed effettivamente risulta anche leggermente più grande delle solite alci.
    C'è una zona boschiva dell'Ontario, in Canada, chiamata "White Moose Forest" proprio a causa del numero elevato di avvistamenti di alce bianca, che gli abitanti chiamano "Spirit Moose". La piccola città di Foleyet sembrano essere al centro della maggior parte degli avvistamenti. Negli anni '90 venne fotografato un grande individuo con una colorazione talmente chiara di apparire in alcune ore del giorno quasi luminoso e ciò lascia pensare che in passato vi siano stati casi analoghi che abbiano fatto credere all'esistenza dell'alce spettrale.
    Ci sono comunque leggende che risalgono agli indiani Penobscot, che vivevano nella regione dove ora c'è il Maine che parlano degli spirito degli antenati che dimoravano le foreste e una spirito protettore che si mostrava come un'alce lucente.
    La leggenda negli secoli è sopravvissuta, ma è stata in parte modificata dai coloni bianchi che l'hanno trasformata più un animale fantasma piuttosto che uno spirito protettore. Oggi si tende a credere che, essendo molto rare le alci bianche, al tempo dei nativi l'incontro con un esemplare fosse per loro una sorta di privilegio e più che uno spirito vero e proprio vedessero un segno ben augurante che faceva loro sperare nella benevolenza del Grande Spirito.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  5. .

    OGGETTI MALEDETTI: IL QUADRO DELLA FOTO DI JAMES KIDD



    oggetti_maledetti_il_quadro_della_foto_di_james_ki_by_lmmphotos-db454ln



    Questo articolo ricade nella casistica di oggetti maledetti perché si tratta di una quadro a cui sono associati eventi paranormali che prima della sua realizzazione non accadevano, ma in realtà il quadro è un'opera postuma ispirata ad una fotografia reale e decisamente inquietante. La domanda è: può un'infestazione (se così vogliamo chiamarla) trasferirsi da un oggetto ad un altro rendendolo anch'esso infestato?
    Questa storia l'ha raccontata l'autrice del quadro che vi riporto, quindi si tratta di affermazioni personali delle quali difficilmente avremo riscontro, ma per quanto riguarda la foto ci sono data, luogo e autore (l'autrice del quadro è voluta rimanere anonima, ma deve essere una pittrice di un certo talento e anche di una certa fama, dopo vedremo perché).
    Nel 1994 James Kidd, un fotografo molto famoso in Arizona, ha presentato alcune sue foto nella galleria d'arte di Tombstone, dove tra l'altro ci sono ancora oggi molti quadri famosi. La galleria è anche di tipo commerciale, cioè si possono acquistare le opere contattando i vari artisti. Tra le foto c'era anche quella che vi mostro che raffigura una persona vicino ad una vecchia diligenza usata nel periodo della corsa all'oro proprio a Tombstone. La fotografia è il risultato di una doppia esposizione e sembra piuttosto datata e oggi è ancora consultabile e visibile a Tombstone in una vetrina.
    A prima vista non sembra nulla di che, se non per un particolare che balza alla vista solo dopo un'accurata osservazione: in piedi su un tronco alla sinistra del carro c'è una figura che il fotografo non ha fotografato e più volte affermò che non era presente ne sull'immagine in primo piano ne su quella dello sfondo. Se osservate bene la figura noterete che appare ben delineata: la giacca lunga, i pantaloni e gli stivali sono abbastanza facili da vedere, ma non la testa. L' uomo è senza testa!
    James Kidd ha affermato di aver fatto analizzare la sua fotografia addirittura dalla Kodak, oltre ad altri esperti di fotografia, ma pur non risultando modificata in alcun modo non sono riusciti a giustificare come mai quella figura sia così strana.
    Veniamo all'autrice del dipinto. Per sue stessa ammissione la maggior parte dei suoi quadri sono dipinti ad olio tratti da delle foto e molte delle sue opere sono vendute in tutti gli Stati Uniti, compresa la galleria di Tombstone.
    Dopo ave assistito ad una mostra dei suoi quadri è rimasta particolarmente colpita dalla foto di Kidd e lo ha contattato per poter aver l'autorizzazione di creare una dipinto della scena della foto. Nella sua casa a Sierra Vista, sempre in Arizona, ha iniziato a lavorare su un dipinto ad olio di 16x20 pollici.
    A circa metà del dipinto la donna iniziò ad avere una strana sensazione di disagio e iniziò a chiedersi il motivo per cui stava copiando quella foto. Per diverse notti fu pervasa da incubi molto strani, al punto che per un po' decise di interrompere l'opera, tuttavia alla fine la terminò e l'appese nel suo ufficio per mostrarla ad alcuni amici.
    Da quel momento, nonostante le fosse e sia ancora scettica riguardo queste cose, iniziarono a succedere cose molto strane, soprattutto nei pressi del dipinto.
    Tre giorni dopo averlo appeso i suoi colleghi la chiamarono dall'ufficio chiedendole di andare a riprenderselo: sostenevano che ogni mattina il dipinto veniva trovato a terra o posizionato inclinato; ogni volta che lo raddrizzavano o lo appendevano il quadro dopo alcune ore tornava a spostarsi dalla posizione. Lei stessa nel suo ufficio trovava spesso disordine e carte sparse a terra o rovesciate e la prima cosa a cui pensò fu che qualcuno avesse voluto farle uno scherzo. L'inquietudine dei colleghi la convinse a portare il dipinto a casa e ad appenderlo nel salotto.
    Nel 1995 si trasferì assieme al marito in una nuova casa nel Tennessee, ma le cose strane continuarono a succedere. Una sera lei stava preparando la cena, quando il marito la chiamò per farle vedere una cosa in TV; al suo ritorno in cucina trovò il sale rovesciato sul tavolo, ma il barattolo era la suo posto nella credenza (e non aveva ne figli ne animali domestici).
    Un'altra volta lei e suo marito erano seduti nel giardino quando videro uscire dal garage una delle stelle marine secche che il marito collezionava e teneva inchiodate alla parete: la stella marina fluttuò a mezz'aria e si andò a depositare poco lontano da loro.
    Un altro giorno ancora, mentre assieme al marito si godevano la bella giornata nel giardino, entrambi sentirono battere violentemente contro il vetro del salone dove era il quadro e quando andarono a controllare videro il vetro rotto.
    Un suo vicino chiese di mostrare alla i suoi quadri e lei li invitò a casa. Posarono i soprabiti sul manichino che lei ha all'entrata, ma non appena entrarono nel salotto quei capi vennero lanciati da una forza invisibile nella loro direzione.
    L'ultimo evento strano che avvenne in casa della donna fu il bussare insistentemente alla porta di casa: la cosa avvenne per diversi giorni consecutivi, anche con un'ampia visibilità, e quando o lei o il marito andavano a controllare non c'era mai nessuno nel giardino o in strada.
    Sebbene lei sia rimasta scettica e abbia cercato di dare spiegazioni razionali a quegli strani fenomeni la cosa più strana fu che quando lei tolse il dipinto dal muro e lo ripose in una scatola i fenomeni cessarono. Oggi il dipinto è nella galleria di Tombstone, ma non riesce a venderlo, nonostante interessi a molte persone.
    Cosa c'è dietro la foto di James Kidd e i quadri della pittrice? Coincidenze? Suggestione? Oppure è possibile che qualche entità infesti il ritratto del fantasma senza testa dopo essere stato impresso per caso su una fotografia?

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  6. .

    AUTOCOMBUSTIONE UMANA



    autocombustione_umana_by_lmmphotos-db454by



    L'autocombustione (o combustione umana spontanea) è uno dei fenomeni più controversi che la scienza ha dovuto affrontare: ancora oggi alcuni scienziati rifiutano categoricamente l'ipotesi che un corpo umano possa prendere fuoco da solo senza un catalizzatore e senza una sorgente di fiamma; altri invece stanno cominciando a convincersi che in rari casi il corpo umano possa effettivamente incendiarsi da solo.
    Chi propende per l'impossibilità che il fenomeno si verifichi tira in ballo il fatto che il corpo umano per oltre 70% è costituito da acqua e che per cremare un corpo sono necessari almeno 1.000 °C. Per la maggior parte dei medici quando una persona viene trovata carbonizzata non si tratta di una combustione spontanea, ma dell'accensione di una fiamma accidentale che brucia per primi i vestiti e poi, solo una volta che la fiamma ha attecchito, passa a bruciare il corpo. A sostegno di questa ipotesi viene spesso fatto notare che le presunte autocombustioni riguardano persone inferme o impossibilitate a muoversi, i cui vestiti non solo possono prendere facilmente fuoco senza che i malcapitati se ne accorgano, ma avrebbero anche difficoltà nel reagire. In molti casi inoltre le vittime vengono trovate nei pressi di caminetti, lampade, sigarette o altre fonti di fiamma.
    Chi invece pensa che in alcuni casi possa avvenire la combustione spontanea fa notare che in tutti i casi documentati, circa 120, le persone trovate incenerite sono state le uniche ad essere colpite: in molti casi il fuoco non si è esteso al resto degli oggetti intorno ai resti del corpo, il che porta a credere che la combustione parta spontaneamente dall’interno del corpo e che si arresti una volta consumato il "carburante", ovvero il grasso umano.
    Molte delle possibili combustioni spontanee hanno risparmiato i piedi e le gambe è ciò ha portato alla teoria che nel corpo umano si verifichi il cosiddetto "effetto candela": tra i maggiori sostenitori ci sono Joe Nickell e John F. Fisher che hanno studiato il fenomeno per due anni sui maiali e affermano che, fermo restando che serve un'accensione esterna della fiamma, una volta che un corpo umano ha preso fuoco il grasso comincia sciogliersi e a impregnare i vestiti della vittima, alimentando in questo modo le fiamme come farebbe la cera fusa con lo stoppino. In questo modo si raggiungono temperature tali da distruggere anche le ossa. Le parti che non vengono bruciate sono anch'esse spiegabili perché molte delle vittime erano sedute e il fuoco tende a salire verso l’alto.
    Uno dei primi casi documentati fu Nicole Millet nel 1725. Il marito era il proprietario di una locanda di Reims, in Francia, e una notte di febbraio fu svegliato da un forte odore di bruciato. Scese al piano terra e vide con orrore a terra un mucchietto nero fumante da cui usciva solo una parte del cranio, alcune vertebre e le gambe della moglie, mentre i resto era completamente carbonizzato. La donna era anziana, e sovrappeso e per questo era costretta a dormire su una poltrona nella reception, ma nelle sue vicinanze non c'era alcuna fonte di scintille o fiamme. Tutti sapevano che la signora Millet era troppo spesso attaccata alla bottiglia e il caso venne chiuso ipotizzando che l’alcool ne aveva reso il corpo combustibile. Ma da dove era partita la combustione?
    Nel 1776 un sacerdote fiorentino, don G. Maria Bertoli, prese fuoco mentre era raccolto in preghiera; nel 1939 Peter Seaton, un bambino di 11 mesi di Londra,venne trovato incenerito nella sua culla e senza nessuna traccia di incendio nelle vicinanze; il 5 dicembre del 1966 a Coudersport, in Pennsylvania, venne trovato morto dottor Irving Bentley, un uomo magrissimo e che non aveva mai bevuto un goccio in vita sua.
    Nel 1967 a Londra venne trovato il corpo carbonizzato di un barbone sulle scale di una casa privata. Il pompiere Jack Stacey, accorso a spegnere il fuoco rivelò:
    «… Nel suo addome c’era un taglio di 10 cm dal quale prorompeva una fiamma blu che stava attaccando il legno della scala. Spegnemmo il fuoco dirigendo un getto nella cavità addominale.»
    Nel gennaio del 2015 un neonato di sette giorni del villaggio T Parangini, in India, è stato ricoverato per gravi ustioni sul 10% del corpo e due anni prima il fratellino Rahul, allora di tre mesi, era stato ricoverato per ustioni simili sull’addome e il petto. Entrambi i casi sembrano siano stati fenomeni di autocombustione umana e oggi si indaga per capire se si tratta di una sindrome, un incidente o peggio...
    Ad oggi la combustione umana spontanea è fonte di dibattito in tutta la comunità scientifica, ma ne sappiamo talmente poco a riguardo che molti preferiscono negare che essa sia possibile.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  7. .

    IL CAVALIERE SENZA TESTA DI RIVA DEL GARDA



    il_cavaliere_senza_testa_di_riva_del_garda_by_lmmphotos-db4545k



    Avete mai sentito parlare del cavaliere senza testa? Forse dipende dalla generazione: chi ha visto il film "Il mistero di Sleepy Hollow" di Tim Burton o ha letto il racconto "La leggenda di Sleepy Hollow" di Washington Irving lo immaginerà come un uomo senza testa a cavallo di un destriero nero che taglia teste apparentemente a casaccio; chi è più piccolo ricorderà il personaggio Nick-Quasi-Senza Testa della serie di Harry Potter di J. K. Rowling. In realtà nel mondo ci sono diverse leggende riguardo il cavaliere senza testa, ma non occorre andare chissà dove perché un caso lo abbiamo in Italia e non molto distante dall'attrazione turistica Gardaland.
    Se doveste andare a visitarlo o doveste portarci i vostri figli vi consiglio di fermarvi a Riva del Garda, un ridente paesino che si affaccia sul lago dalla parte settentrionale. In particolare potreste andare a visitare il museo della Rocca di Riva, l'antichissimo castello che oggi ospita opere di autori molto famosi e che vale la pena del viaggio.
    Parlando del castello si può dire che la sua storia è stata molto travagliata e che dal 1124, la prima volta che apparve sulle mappe, ha subito più volte ricostruzioni, modifiche, ampliamenti e adattamenti, segno che è stato testimone di terribili battaglie e chissà quanti morti.
    Dimora delle signorie dominanti che si susseguirono nei secoli, è anche ricco di misteri storici e pare che non tutti siano stati ancora svelati. Uno di questi è quello del "cavaliere senza testa" ritrovato agli inizi degli anni '50: nei sui pressi venne portata alla luce un'antica tomba romana contenente resti umani di un guerriero, ma che mancava della testa!
    Non è nemmeno proponibile un'identificazione, ma dai resti dell'armatura e degli oggetti con cui venne sepolto si è ipotizzata una vita agiata, con armi di pregiata fattura e una tomba fatta di tegole e pietra pregiata: ciò ha fatto supporre si trattasse di un uomo di un certo potere, un cavaliere di circa 2.000 anni fa che però, non si sa il motivo, venne decapitato e seppellito senza la sua testa.
    Lo scheletro venne sistemato in una bacheca all'interno del museo, ma incredibilmente da allora all'interno della rocca iniziarono a verificarsi fatti molto strani: i guardiani del museo e il personale più volte testimoniarono rumori di passi, fruscii, strani globi di luce fluttuanti nei corridoi, oggetti spostati o fuori posto; ma la cosa più strana avveniva proprio allo scheletro che ogni volta veniva trovato spostato di qualche centimetro e spesso in posizione diversa da quella in cui era stato ricomposto.
    Il personale iniziò a gridare "alla maledizione" e iniziò a spargersi la voce che di notte il cavaliere senza testa si risvegliava adirato per la sua nuova collocazione o alla ricerca della sua testa. Il direttore e gli studiosi che lo esaminarono allora, temendo qualche scherzo oppure intrusi non rilevati dalle guardie, decisero di mettere dei fili trasparenti tesi in tutti i corridoi del museo, e in particolar modo nei pressi della teca che conteneva lo scheletro. Misteriosamente il museo venne sempre trovato in disordine, lo scheletro in un'altra posizione, ma nessuno dei fili strappato o smosso.
    Nel 1955 poi avvenne qualcosa che potrebbe essere collegata al cavaliere senza testa: in località Malcesine, a circa 15 km da Riva del Garda, venne ritrovato in uno scavo un teschio molto antico; solo il teschio e nessuna traccia del corpo. Poteva essere il teschio del cavaliere?
    Si dibattè molto sulla questione, ma alla fine vinse l'idea che fosse altamente improbabile e che fossero due persone differenti, anche perchè 15 km di distanza due millenni di anni fa erano ancora parecchi. Ciò nonostante il teschio venne portato al museo e, anche se non ha la stessa collocazione, oggi lo scheletro nella sua teca di vetro nella sala delle torture sembra non faccia più brutti scherzi e abbia trovato il giusto riposo.


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  8. .

    LA BELLA 'MBRIANA, LO SPIRITO BUONO DELLA CASA



    la_bella__mbriana__lo_spirito_buono_della_casa_by_lmmphotos-db453y6



    Una delle figure più nominate del folclore italiano è sicuramente il "munaciello", o "monaciello" (ma ha davvero moltissimi nomi a seconda della zona e della regione), uno spiritello burlone della casa che se prende in simpatia chi ci vive lascia monete e soldi nascosti negli angoli del'abitazione e se diventa ostico può nascondere oggetti, rompere piatti e altre stoviglie e fare scherzi di cattivo gusto.
    Nel napoletano però sono presenti altre figure leggendarie, ma tra tutte forse la più importante è la "Bella 'Mbriana", uno spirito benevolo domestico che tutti a Napoli conoscono. Raffigurata come lo spirito di una massaia, la Bella 'Mbriana è la protettrice della casa e leggende vogliono che per ingraziarsela basta semplicemente portare rispetto per la propria abitazione e salutarla quando si esce o si rientra.
    Oggi non si usa più, ma i nostri nonni erano soliti salutare la Signora all’ingresso con le parole "Buonasera 'Bella 'Mbriana" e in cambio ottenevano protezione per le loro cose, benessere e salute per chi abitava la loro casa. Sempre per essere gentili con lei erano soliti lasciare sempre una sedia libera in casa affinché la donna potesse sedersi per riposare; al contrario, se queste usanze venivano meno, lo spirito poteva andarsene a causa della mancata ospitalità. Anche l'ordine e l'educazione era un motivo di vanto per quella che potremmo definire la "vera padrona di casa": persone ordinate, miti, sorridenti e gentili erano spesso ricompensate ritrovando sempre gli oggetti che perdevano, con il benessere degli animali domestici e una sensazione di benessere ogni volta che si sedevano su una sedia o una poltrona.
    La leggenda della Bella 'Mbriana ha radici molto antiche, che si perdono nei secoli. Il nome deriva da Meridiana, una principessa molto bella che, innamoratasi di un bellissimo uomo dell'alta aristocrazia, ebbe notizia della sua morte in una sanguinosa battaglia per difendere i confini dagli invasori. Non riuscendo a convincersi della morte del suo amato, la ragazza iniziò a vagare per le vie di Napoli bussando ad ogni casa alla ricerca del suo amore, che lei credeva ferito e accolto in una di esse. Il tempo passò e lei cadde in una profonda disperazione che pian piano logorò la sua anima trasformandola in un'ombra, un fantasma vagante nei vicoli della città alla ricerca di qualcuno che non avrebbe mai trovato. Il Re, suo padre, non sapendo come fare per aiutare l'anima inquieta della figlia, decise di ricompensare tutti coloro che, vedendo un'ombra anomala per i vicoli, aprissero le loro porte accogliendola.
    Ecco quindi che la Bella 'Mbriana assunse l'identità di uno spirito benevolo che ringraziava chi l'accoglieva con piccoli gesti apparentemente casuali, eppure sempre positivi per chi abitava in quelle abitazioni. Oggi in lacune zone della Campania il suo "culto" è ancora vivo e si crede che nelle case vi sia uno spirito femminile che protegge la famiglia e la casa stessa.
    Non è facile descriverne l'aspetto perché lei appare solo per pochi istanti, a volte nel buio dei corridoi, a volte scostando una tenda o aprendo una porta appoggiata. Reste quasi sempre invisibile, ma sa si percepirebbe da qualche riflesso anomalo, dai brividi che a volte ci corrono lungo la schiena, da quelle forme indistinte che a volte vediamo con al coda dell'occhio.
    Sempre la leggenda vuole che se la si riuscisse a vedere per qualche attimo, lei si tramuterebbe in farfalla o in un geco, una lucertola che nelle sere d'estate dà la caccia agli insetti vicino alle lampade e che tutti a Napoli rispettano e ritengono che porti buona fortuna; perché chissà, forse è lei, la Bella 'Mbriana, che sotto la luce ci osserva e ci ascolta, perfino quando siamo assorti nei nostri pensieri prima di andare a dormire.
    Questa figura è davvero famosissima, tanto che il cognome Imbriani, molto diffuso in Meridione, è proprio nato dalle leggende su di essa; anche Pino Daniele nel suo singolo del 1982 ha voluto omaggiarla addirittura dando come titolo al suo album "Bella 'mbriana".
    La Bella 'Mbriana sempre secondo le leggende locali, è anche piuttosto suscettibile: mai parlarne mai male o lamentarsi quando le cose in casa vanno male e soprattutto mai progettare traslochi ad alta voce perchè rischiereste di scatenare la sua ira che per ripicca potrebbe rivalersi sulla morte di un vostro caro.
    Un famoso proverbio recita:
    «Casa accunciata, morte apparecchiata»
    (casa ristrutturata, morte preparata… in agguato).
    Al giorno il progresso, la frenesia sociale, lo stare sempre meno in casa e occuparsene sempre più superficialmente sta facendo scomparire non solo le leggende, ma anche la figura della Signora della casa e gli anziani dicono che ella si manifesti sempre più raramente perché infastidita e impaurita dalla frenesia della vita moderna in cui armonia e serenità familiare sono ormai un lontano ricordo.


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  9. .

    CEDARHURST MANSION E IL FANTASMA DI SALLY CARTER



    cedarhurst_mansion_e_il_fantasma_di_sally_carter_by_lmmphotos-db453rc



    Negli Stati uniti ci sono molte città omonime, alcune famose altre meno. Una di questa è Huntsville che è presente in molti dei 50 stati americani. Io vi parlerò di Huntsville dell'Alabama, famosa per essere sede di grandi compagnie come Boeing, NASA, e Raytheon; ma in effetti più che della città in se mi soffermerò su un antico edificio che ha la fama di essere infestato.
    Cedarhurst Mansion oggi è un palazzo che accoglie i ritrovi della comunità di Huntsville ed è aperto non solo a visite guidate, ma anche ad un breve soggiorno di chi vuole dormire una o due notti nelle stanze ai piani superiori. Fu edificato nel 1823 per ordine di Stephen Ewing, un politico molto influente dell'Alabama che volle la più bella casa dello stato in cui abitare assieme alla famiglia.
    Nei primi giorni di novembre del 1837 la 15enne Sally Carter, sorellastra di Mary Ewing, decise di fermarsi qualche tempo ad Huntsville e si fece ospitare nella casa, ma nel giro di pochi giorni contrasse una strana malattia che degenerò velocemente e la portò alla morte per arresto cardiaco il 28 novembre. Proprio quell'evento oggi fa pensare che il suo spirito infesti ancora Cedarhurst Mansion e che di tanto in tanto si manifesti a proprietari e ospiti.
    Le prime testimonianze documentate risalgono al 1919, quando una famiglia proveniente dalla città di Dothan decise di affittare due camere al primo piano della casa. Il figlio maggiore di 17 anni preferì dormire in una camera da solo, che era proprio quella dove aveva soggiornato Sally nel decorso della malattia. Il ragazzo in una notte di tempesta sognò una ragazzina che gli chiese di visitare la sua lapide perché sentiva freddo.
    Quando si svegliò la mattina dopo, il ragazzo descrisse il sogno ai genitori e a un membro del personale che gli confessò che la tomba di Sally Carter era nella tenuta e si trovava sul retro della costruzione. I genitori scherzarono sulla cosa, ma il ragazzo volle controllare la lapide che risultò spaccata e scoperchiata dalla tempesta della notte precedente
    Quell'episodio, sia pure una coincidenza, si diffuse rapidamente e per Cedarhurst Mansion iniziò un periodo di "invasione" di curiosi che con una scusa o un'altra si infiltrava nella proprietà alla ricerca di fenomeni paranormali. Molti vandalizzarono la tomba della famiglia Ewing, distruggendo e depredando parte della facciata della tomba e ciò portò ai discendenti alla decisione di spostare le bare nel Maple Hill Cemetery in un luogo segreto e con intestazione fittizia.
    Il trasferimento avvenne nel dicembre del 1982 e nuovamente accadde qualcosa di molto inquietante: Sally, la sorellastra, e tre figli di Mary vennero recuperati dalla tomba, ma quando venne estratta la bara di Sally non c'era alcun corpo al suo interno, solo vestiti e alcuni effetti personali. La bara in cui Sally avrebbe dovuto passare l'eternità non era stata forzata e al suo interno c'erano ancora dei gioielli molto cari alla ragazzina: ciò farebbe scartare l'ipotesi di predatori di tombe, ma non quella di un culto satanico.
    Da allora è tornata in auge l'ipotesi che il fantasma di Sally si aggiri ancora nella Cedarhurst Mansion e a suo sostegno giunsero decine di testimonianze di persona che l'avrebbero visto più volte scalzo camminare sui gradini dell'ingresso per poi sparire davanti alla porta.
    Negli anni '90 una delle guardie notturne della tenuta ha affermato di aver avuto un'esperienza molto misteriosa: durante la notte aveva più volte sentito nei suoi pressi rumori di passi, ma senza vedere mai nessuna figura. Quando all'alba finì il turno si accorse di aver perso il portafogli e prima di tornare a casa ispezionò nuovamente tutto il perimetro del caseggiato temendo di averlo perso durante la guardia. Pur essendo certo di non essersi mai avvicinati alla vecchia tomba ormai in disuso vide a terra davanti all'entrata del mausoleo il suo portafogli.
    Si chinò a raccoglierlo e, forse per stemperare le tensione, ringraziò ad alta voce Sally di averglielo fatto trovare; quando si voltò per tornare sui suoi passi sentì una profonda risata femminile e nuovamente dei passi nell'erba che si allontanavano.
    Oggi i gestori del palazzo affermano che prima di concedere stanze in affitto a sconosciuti si premurano di avvisarli della possibilità di disturbi notturni dovuti al fantasma di Sally e sono in molti che al mattino dopo, sorridendo, sono convinti che qualcuno del personale si diverta a far loro scherzi.
    Molti, più superstiziosi e paurosi, hanno affermato che spesso i gioielli da donna vengono trovati rotti o gettati alla rinfusa nelle camere, e che di notte spesso le coperte vengono scalzate da una forza invisibile.
    Per chi volesse testare la presenza spettrale di Sally ci sono sempre un paio di camere a disposizione di turisti o curiosi.


    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  10. .
    CITAZIONE (Fan di sailor moon e pretty cure @ 10/3/2017, 20:26) 
    :terrore: Scusa ma non è una storia vera,vero?
    Ok lo ammetto questa storia...ehi aspetta, questa storia era apparsa nel mio sogno. Non mi dire che è un'altro sogno premonitore? Oh no! Sempre questi sogni premonitori!
    Communque mi ha fatto veramente paura!

    Alcune storie che inseriamo qui sul forum, sono tratte da storie vere. Che queste siano contestabili può anche starci, ma alcune sono proprio vere. Hai sogni premonitori? Ti devi ritenere fortunata, perchè la maggior parte delle volte ci mettono in ragguaglio su fatti che possono accadere, anche per così dire, spiacevoli (speriamo di no).
    Un giorno pubblicheremo un articolo che parla in merito dei sogni premonitori. Sarà comunque interessante approfondire l'argomento.
  11. .

    L'ACCHIAPPASOGNI



    l_acchiappasogni_by_lmmphotos-db1liro



    Li vediamo spesso sulla bancarelle degli indiani e ai nostri occhi sembrano carini e caratteristici. Dietro gli acchiappasogni però c'è molto di più che un monile o un souvenir della cultura indiana. Quelli che abbiamo noi in casa o che si vedono in giro hanno perso il significato culturale e simbolico per cui sono nati, ma se doveste visitare qualche remoto villaggio indiano in America scoprirete che dietro un semplice simbolo ci sono credenze molto serie.
    Il vero acchiappasogni ha avuto origine nella cultura Ojibwa, che noi europei chiamiamo Chippewa. Non era un popolo molto vasto e le tribù si concentravano quasi esclusivamente nell’attuale Michigan. Parliamo di secoli prima che gli europei invadessero l'America. Secondo gli Ojibwa l'acchiappasogni aveva il compito di proteggere una persona o una famiglia e perfino al sua costruzione andava fatta con molta cura e da un uomo mosso da nobili sentimenti. Per questo motivo il talismano (perché è di questo che stiamo parlando) inizialmente veniva costruito da uno sciamano, un anziano saggio o il capo tribù ; successivamente anche gli altri indiani iniziarono a crearli, ma affinchè avesse effetto era necessario che la loro anima fosse in pace con al natura e il suo popolo.
    Il suo aspetto non è casuale e ha un significato ben preciso: il cerchio è la parte principale ed è il simbolo dell’eterno ritorno, della vita che nasce, muore e poi ritorna; le piume di aquila colorate in modo diverso tra loro rappresentano i sacri punti cardinali: bianco per il nord, giallo per il sud, nero per l’ovest e rosso per l’est; la ragnatela all'interno del cerchio ha il compito di catturare e trattenere tutti i sogni e se si tratta di sogni positivi l'amuleto li affiderà al filo delle perline (che rappresenta le forze della natura) e li farà avverare; se li giudicherà invece negativi li consegnerà alle piume li farà portare via lontano, disperdendoli nei cieli.
    La costruzione richiedeva tempo e come ho detto, qualora la persona in quel periodo avesse accumulato rabbia, gelosia o altri sentimenti impuri, bisognava iniziare da capo perché l'acchiappasogni doveva essere infuso da un animo nobile e puro. Il cerchio centrale, che rappresenta l'universo, era di legno flessibile, in genere colorato di rosso, e veniva avvolto da un laccio di daino o di animali da caccia, considerati sacri perché si sacrificavano per il bene della tribù. Un lungo filamento di pelle creava all’interno del cerchio una rete simile alla tela di un ragno, dove si attaccano una o più perline. Quattro piume d’aquila sono invece legate all’esterno del cerchio, simbolo della forza divina, del Grande Spirito, colui che decideva se un sogno era buono o meno.
    I nativi americani ne costruivano uno per ogni loro figlio e lo appendevano sopra la culla. Avevano lo scopo di catturare gli incubi e di permettere ai bambini un sonno tranquillo, proteggendoli fino al risveglio. Ancora oggi, a secoli di distanza, gli indiani mantengono questa tradizione e, almeno per i nativi, ha un significato molto profondo.
    Purtroppo dagli anni '60 questi bellissimi talismani iniziarono a essere commercializzati (cosa che di per se ne inibisce il reale significato), scatenando indignazione e critiche pesanti da parte delle varie tribù che ritengono che ciò profani la loro cultura e soprattutto il loro credo. Oggi gli acchiappasogni sono niente più che semplici decorazioni e di certo non hanno il magico e mistico potere per cui erano stati pensati.
    Per noi occidentali, comunque, ogni volta che ne vediamo uno muoversi mosso dal vento davanti ad una finestra è una specie di simbolo e a volte si ha l'impressione che uno spirito invisibile si adoperi per portare fortuna a noi e alla nostra casa.
    Concludo l'articolo con due leggende indiane che hanno come protagonista l'acchiappasogni: ce ne sono molte di leggende a riguardo, ma sono certo che bastino queste a farci capire la grande importanze che questo piccolo oggetto ha per le tribù indiane.
    1. Secoli prima che l'uomo bianco giungesse a sterminare la gente e a conquistare le loro terre, in un villaggio Cheyenne c'era una bambina chiamata Nuvola Fresca. Un giorno la bambina, spaventata, disse a sua mamma, Ultimo Sospiro della Sera, che ogni volta che scendeva la notte lei vedeva un uccello nero che si posava sul suo corpo e iniziava a beccarla per nutrirsi; questo fin quando la mamma non giungeva a darle la buona notte. Quando lei veniva al suo capezzale quell'uccello scappava e volava via. Ultimo Sospiro della Sera allora le sorrise e le disse che quello che credeva fosse reale erano dei sogni e che l'uccello nero era un'ombra che veniva a salvarla. La bambina allora continuò dicendole che aveva molta paura di quell'uccello e che avrebbe voluto vedere solo figure bianche che la rassicurassero. Allora, per scacciare quella paura in cui si calava ogni sera la sua bambina, Ultimo Sospiro della Sera intrecciò una rete rotonda, che sarebbe servita a pescare i sogni nel lago della notte, poi infuse all’oggetto il potere di riconoscere i sogni buoni, cioè quelli utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè insignificanti e ingannevoli. Costruì quindi un acchiappasogni e li appese sulle culle di tutti i bambini del villaggio Cheyenne: in quel modo ognuno di loro sviluppava un potere protettivo e ogni volta che qualche bambino abbelliva il proprio il potere magico cresceva, e cresceva insieme a lui. Per questo motivo ogni Cheyenne conserva il suo acchiappasogni per tutta la vita perché per lui è oggetto sacro portatore di forza e saggezza.
    2. Nella tribù Lakota un vecchio stregone che abitava sulla cima di un monte ed ebbe una visione. Il grande maestro di saggezza Iktome gli apparve sotto forma di ragno e in lingua sacra lo istruì sul ciclo della vita umana: da bambini siamo accuditi da persone che ci vogliono bene, poi passiamo dall’infanzia all’età adulta e infine diventiamo vecchi e nuovamente qualcuno si prende cura di noi, come se fossimo nuovamente bambini. La vita quindi è un ciclo e come tale si chiude là dove è iniziata. Poi il ragno prese tra gli oggetti del vecchio un cerchio di salice che una volta si usava per adornare le lance; attaccò ad esso delle piume di aquila e dei crini di cavallo a cui appese delle perline; infine iniziò a tessere una rete all’interno e poi continuò la sua lezione spirituale. Disse all'uomo che nella vita ci troviamo avvolti da molte forze, alcune buone e altre cattive, e se si seguono le forze buone queste guideranno la persona nella giusta direzione, al contrario si andrà verso la rovina. Alla fine Iktome consegnò all’anziano il cerchio con la rete facendogli notare che aveva lasciato un buco al suo centro, poi di disse di utilizzare quel simbolo per aiutare la sua gente: quel talismano avrebbe lasciato passare nel busco le buone idee, le giuste intenzioni e i sogni positivi e avrebbe catturato nella rete tutti i pensieri cattivi e i gli incubi che avrebbero affollato le loro notti. Da allora i Lakota ritengono l’acchiappasogni un oggetto sacro e lo appendono all’entrata dei loro tepee per filtrare i sogni e le visioni.
    Quelli buoni sono catturati nella rete e quelli maligni scivolano nel buco centrale e scompaiono per sempre.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  12. .

    IL LAGO RONKONKOMA



    il_lago_ronkonkoma_by_lmmphotos-db1lili



    A circa 75 km dall'affollatissima New York c'è uno dei molti laghi di Long Island dove ogni anno centinaia di persone si dirigono per passare una giornata all'aperto e in mezzo alla natura. Ad immergersi nella sue acque però sono in pochi perché questo specchio d'acqua nasconde segreti che sono costati la vita a molti curiosi.
    I misteri che circondano il Lago Ronkonkoma sono addirittura 3, ma prima di descriverveli lasciate che vi dia qualche dritta su come è fatto.
    Il lago ha una lunghezza di poco più di 3 km e una larghezza di circa 1; è il più grande lago d'acqua dolce di Long Island e anche il più profondo (circa 30 m); proprio la profondità del lago è ancora oggi motivo di discussione perché alcuni assicurano che in realtà ci siano punti in cui non ci sia il fondo!
    Il primo mistero infatti riguarda molte sparizioni avvenute nei decenni scorsi nel lago: al di là del fatto che le acque di questo lago sono piuttosto turbolente per via di una corrente forte, la particolarità di questo luogo è che quando qualcuno vi annega il suo corpo scompare sul fondale e non riesce ad essere recuperato perché incredibilmente sparisce nel nulla. Ogni anno ci scappano 1 o 2 morti di persone che si avventurano nelle sue acque e, nonostante le autorità pattuglino la zona e ci sia personale pronto ad intervenire, si sconsiglia caldamente l'immersione nei periodi più freddi perché la corrente è molto più forte.
    La gente della zona afferma che il lago non abbia fondo e che al centro ci sia un vortice che trascina le persone in un crepaccio sul fondo di una depressione che è profondo centinaia di metri, dove annegano e non vengono mai più riviste. C'è anche chi parla di caverne subacquee che portano fino al mare e questa versione è parzialmente avallata da una recente spedizione effettuata da speleosub. Negli anni '50 fu stabilito che il punti più basso è a circa 30 m dalla superficie, ma la misurazione si basò solo su punti radi sulla superficie e non è stata mai misurata la reale profondità.
    Un altro mistero riguarda un presunto tesoro custodito dalle acque del Lago Ronkonkoma. Si crede infatti che vi siano affettivamente cunicoli subacquei che collegano il lago al mare e uno di questi sarebbe stato il covo di alcuni pirati che solcavano le acque alla fine del 1700. In molti sono convinti che da qualche parte, forse in una grotta crollata impedendo l'accesso attuale ai ricercatori, ci sia un luogo dove si risale per arrivare all'asciutto in mezzo a forzieri e incredibili tesori lasciati lì da una ciurma di pirati. Anche in questo caso non si tratta di sola fantasia di alcuni sognatori: nel 2001 una ricerca di un gruppo di biologi ha trovato sulla costa nord di Long Island alcuni passaggi crollati e ai piedi di uno di questi uno scheletro che venne datato a circa 200 anni fa. Ciò bastò ad alimentare la leggenda e oggi qualcuno si spinge alla ricerca di strettoie e passaggi che dal mare porterebbero fino al lago.
    Infine c'è una famosa leggenda che riguarda una giovane indiana. Ci sono diverse versioni della vicenda, ma la più diffusa parla della principessa Ronkonkoma, una principessa indiana della tribù Setauket che morì nel lago a metà del 1600.
    La fanciulla un giorno d'inverno stava camminando sul ghiaccio alla ricerca di legna da portare al villaggio quando quando incontrò e si innamorò di un boscaiolo inglese di nome Hugh Birdsall, che abitava dall'altra parte del lago. I due iniziarono a frequentarsi, ma il padre, capo della tribù, proibì quel rapporto malsano con il nemico.
    Seguita a vista dai cacciatori indiani, la ragazza trovò come unico metodo di contattare il boscaiolo quello di scrivergli dei messaggi sulla corteccia dei tronchi che recuperava per il villaggio: dopo averne inciso l'interno la ragazza posava la corteccia sulla superficie del lago e sperava che giungesse a destinazione dall'altra parte. Per 7 anni inviò frasi d'amore a Hugh, ma non sapeva che l'uomo era stato ucciso proprio dal padre che voleva impedire l'irreparabile.
    Quando la principessa lo venne a sapere mise in acqua una canoa e, una volta raggiunta la metà del lago, si pugnalò a morte per il dolore.
    La leggenda vuole che ogni anno lo spirito della fanciulla esiga una vita per vendicare la morte del suo amante e poiché ad ucciderlo furono degli uomini ucciderebbe un maschio; una variante dice che il suo spirito farebbe annegare un ragazzo per cercare per se stessa l'anima gemella nella morte. E le statistiche eseguire sui decessi nel lago sembrano dare ragione alla leggenda: la stragrande maggioranza dei morti annegati sono stati giovani maschi.
    A testimoniare questa anomalia è stato David S. Igneri che dal 1973 al 2005 è stato uno degli 11 bagnini sulla spiaggia più frequentata del Lago Ronkonkoma: durante il suo servizio ci sono stati 30 morti e tutti maschi tra i 20 e i 30 anni. A questi vanno aggiunti almeno un centinaio di bagnati spariti e mai più ritrovati (ma qui si torna al primo mistero)
    A Long Island gli investigatori paranormali hanno un particolare interesse per le vicende del lago, anche perché un gruppo ha sede proprio a Ronkonkoma. Hanno indagato sulle leggende, su segni di attività paranormali che qualcuno afferma di aver riscontrato e su dove possano finire la maggior parte dei cadaveri. Le loro indagini fino ad ora sono state inconcludenti.
    Il Lago Ronkonkoma è sicuramente un luogo suggestivo da visitare ed è probabile che qualcosa di vero ci sia riguardo alle dicerie sul suo conto. Certo è che io prima di immergermi ci penserei due volte…

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  13. .

    ENTITÀ SOVRANNATURALI: IL POLTERGEIST



    entit_sovrannaturali__il_poltergeist_by_lmmphotos-db1lifj



    Spesso si sente parlare di poltergeist e sebbene qualcuno sappia di che si tratti, si rischia sempre di fare confusione con altri fenomeni paranormali. Alla domanda "cos'è un poltergeist?" molti tirano fuori definizioni del tipo ombre erranti, spiriti maligni, entità sovrannaturali, fantasmi, entità demoniache oppure ricorrono alla famosa definizione di "spirito chiassoso".
    Bene, in realtà non si tratterebbe di un "entità", come ho erroneamente scritto nel titolo, ne di entità paranormali, bensì di fenomeni paranormali. Ovviamente ciò che sto per scrivervi va preso con beneficio del dubbio, anche perché gli studi a riguardo non solo sono in alto mare, ma negli ultimi anni sembrano addirittura prossimi ad essere abbandonati.
    Iniziamo dalla definizione: poltergeist è un termine tedesco e significa "spirito rumoroso" (o chiassoso, o che bussa), questo perchè i fenomeni di poltergeist si manifestano strani e forti rumori o eventi che comunque li comportano.
    Inizialmente si credeva che gli eventi dovuti alla "manifestazione rumorosa" fossero generati dall'anima di un defunto che usava quel bizzarro metodo nel tentativo di attirare l'attenzione su di se per ottenere l'aiuto dei viventi a causa di un problema con il trapasso. I fenomeni del genere hanno origine antichissima, alcuni dicono ancor prima di Cristo, e nei secoli hanno assunto diverse spiegazioni, compresa la stregoneria (analizzando i fatti la strega di Bell, infatti, sarebbe null'altro che un fenomeno di poltergeist).
    Alla fina del 1800 però, pur restando dell'idea che fosse un'entità paranormale la fonte, si iniziò a pensare che il defunto tentasse di spaventare le persone per costringerle ad andarsene da un luogo (casa, castello, cimitero ecc.) a lui caro e che lui riteneva di sua esclusiva proprietà. Non fino a moltissimo tempo fa questa ipotesi andava per la maggiore finchè, raccogliendo i dati di molti possibili poltergeist, si è giunti ad alcune caratteristiche comuni.
    Le prossime 4 righe avrei dovute inserirle forse all'inizio dell'articolo, ma qui mi servono per giungere al nocciolo della questione:
    la principale differenza fra i fenomeni di poltergeist e quelli dei fantasmi è che in genere i primi se la prendono con le persone piuttosto che con i luoghi. Ovunque vada la persona è il vero "epicentro" del fenomeno e le attività poltergeist la seguono; al contrario i fantasmi o le apparizioni avvengono in un determinato luogo o in una zona circoscritta.
    Cosa vuol dire questo? Oggi è convinzione comune che le anime dei defunti non c'entrino nulla con i poltergeist, ma che piuttosto siano generati, consapevolmente o meno, da esseri umani in particolari condizioni di stress, di shock o di "subbuglio ormonale": in poche parole sarebbero fenomeni di psicocinesi incontrollata.
    Uno dei maggiori studiosi del paranormale e dei fenomeni di poltergeist, Andrew Green, ritiene che ci sia un collegamento fra le attività di poltergeist e le giovani donne adolescenti: la maggior parte dei fenomeni che rientrano nella casistica del poltergeist colpisce individui per lo più tra i 10 e i 18 anni; di questi la stragrande maggioranza in ragazze durante la pubertà, quando gli ormoni causano in loro anche i primi atti aggressivi e ribelli verso la famiglia.
    In generale il fenomeno del poltergeist può essere provocato dal subconscio di persone di entrambi i sessi, di età compresa tra i 3 e 40 anni, di solito per effetto di un trauma psicologico o durante un periodo di forte tensione. Le ricerche di Green hanno trovato anche un possibile legame con la schizofrenia.
    Concludendo si può dire che la teoria odierna su cosa sia effettivamente un poltergeist è piuttosto semplice: nulla di spiritico, ma un fenomeno di telecinesi inconsapevole legato a uno o più adolescenti presenti nello stesso edificio. A scatenare il fenomeno può essere un trauma psicologico/affettivo, magari dormiente che si risveglia oppure a causa dello sviluppo puberale. Il termine poltergeist può quindi essere ridefinito come "Psicocinesi Spontanea Ricorrente" (o RSPK, in inglese Recurrent Spontaneous Psycho Kinesis).
    Concludo l'articolo con una rapida carrellata dei casi più significativi di poltergeist.
    Uno dei primi casi affrontato da un gruppo di studiosi avvenne nel 1956, quando nella zona di Battersea, a sud di Londra, una ragazza 15enne di nome Shirly Hitching iniziò a provocare suoni e colpi secchi ogni volta che veniva chiamata. La ragazza affermò che i suoni provenivano da uno spirito con il quale era in contatto che lei chiamava "il suo polty" e che aveva il nome di Donald.
    Nel 1967 nella cittadina bavarese di Rosenheim il ricercatore tedesco Hans Bender documentò una serie di fenomeni bizzarri e inspiegabili. Una ragazza di nome Annemarie, di 19 anni, era in un momento critico della sua vita: era sempre nervosa, agitata, intrattabile. Lavorava in uno studio legale dove tutto iniziò con l'elettricità che andava e veniva, lampadine che si accendevano e si spegnevano da sole, telefonate a diversi numeri che nessuno aveva fatto e l'elettricità che andava e veniva, sempre e solo in sua presenza. I tecnici specializzati non trovarono tracce di sabotaggi ne di guasti. Bender verificò che al passaggio della ragazza non era raro vedere le lampadine esplodere, gli apparecchi elettronici fermarsi, i telefoni impazzire ecc. Ad avvallare la teoria di Bender fu il progressivo peggiorare delle condizioni psico-fisiche di Annemarie e quando la ragazza restò a casa per curarsi i fenomeni cessarono totalmente.
    Nell’estate del 1974 Doris Bither inizò a subire un'escalation di aventi rivolti contro se stessa: odori nauseabondi, temperature che si abbassavano in sue presenza, atti di vera e propria aggressione (spesso si sentiva immobilizzata sul letto, schiaffeggiata e affermò anche di essere stata violentata). Il suo aggressore era invisibile, ma a dimostrazione di quei momenti concitati c'erano lividi su tutto il corpo e graffi in punti che lei non poteva auto infliggersi. Molti testimoni affermarono che in sua presenza accadevano fenomeni incredibili come lampi improvvisi, globi luminosi a mezz’aria, odori strani e oggetti che fluttuavano attorno a lei.
    Nel 1977, per oltre un anno, nella città di Enfield la signora Peggy Hodgenson e i suoi figli furono al centro di un'intensa attività poltergeist che aveva come centro la figlia Janet, di soli 11 anni. Oggetti di ogni tipo venivano spostati o scagliati contro le pareti, apparivano scritte sui muri e la ragazzina fu vista più volte levitare. I fenomeni furono testimoniati da molte persone, inclusi scienziati e ricercatori del paranormale.
    Nell'agosto del 1992 a Portsmouth, in Inghilterra, la famiglia Griggs si era da poco trasferita nella nuova casa, quando i mobili della casa cominciarono a disporsi nelle stanze da soli. Poi iniziarono odori nauseabondi, rumori animaleschi all'interno delle pareti e movimento di oggetti, tutti in presenza di Jasmin, la figlia della coppia. Jasmin però aveva appena 18 mesi e questo fu un caso davvero molto particolare di poltergeist. La signora Griggs chiamò un prete e una medium che affermarono che la sua bambina era posseduta dallo spirito di un precedente inquilino della casa, un tale di nome Percy. A dimostrazione di ciò Jasmin, improvvisamente, iniziò a parlare con strani accenti e con voce da adulto. Qualche mese dopo ogni evento paranormale cessò e la famiglia ebbe finalmente il suo periodo di tranquillità.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  14. .

    L'INCIDENTE DI MAURY ISLAND



    l_incidente_di_maury_island_by_lmmphotos-db1li94



    Il 2 luglio del 1947 è una data storica per tutti gli ufologi del mondo: quel giorno avvenne il famoso "incidente di Roswell", nel Nuovo Messico, ma scoperto solo il 7 e prontamente smentito il giorno dopo. Venne comunicato che si trattò di un pallone sonda appartenente alla United States Air Force che era precipitato a causa di un malfunzionamento, ma ancora oggi ufologi e appassionati ritengono che si sia stato lo schianto di un UFO e il recupero di cadaveri alieni da parte dei militari statunitensi.
    Siamo soliti pensare che l'ufologia moderna abbia avuto inizio con quell'evento, ma non è così: 11 giorni prima avvenne un altro evento misterioso, che però purtroppo fu oscurato dal dilagare della notizia di Roswell e cadde un po' nel dimenticatoio; tuttavia non è meno interessante e qui ve la illustrerò come "l'incidente di Maury Island".
    Maury Island è un'isola legata a Puget Sound, un lembo di terra nello stato americano di Washington. Si tratta si un'isola solo per il fatto che nel 1913 i proprietari della zona fecero scavare un istmo per poter navigare e raggiungere le zone interne più facilmente.
    Nel primo pomeriggio del 21 giugno del 1947 Harold Dahl stava costeggiando Maury Island a bordo del suo battello; trasportava dei tronchi e una falegnameria ed essendo un viaggio di tutto riposo portò con se un collega, suo figlio e perfino il suo cane.
    Il figlio dell'uomo ad un certo punto attirò l'attenzione dei due adulti indicando alcuni strani oggetti nel cielo: erano 6 oggetti metallici di colore scuro a forma di anello e sorvolavano la zona ad alta quota. La cosa che incuriosì Dahl e il suo collega, oltre al fatto che sembravano ciambelle volanti, fu che non emettevano alcun rumore nonostante fosse chiaro che erano oggetti tecnologici.
    All'improvviso uno dei 6 oggetti iniziò ad avere problemi e scese ad un quota molto più bassa che i testimoni stimarono in 200 m; cominciò a vibrare e poi a perdere pezzi proprio sopra la testa dei testimoni. Uno degli altri oggetti scese alla stessa quota, ma l'UFO (chiamiamolo così) era visibilmente danneggiato e sembrava sostenersi a fatica mentre perdeva pian piano pezzi di fusoliera.
    I detriti piovvero addosso ai naviganti e uccisero il cane di Dahl e ferirono al braccio il figlio. L'amico di Dahl iniziò a scattare foto ai pezzi caduti sulla barca e agli oggetti in volo. Per diversi secondi i pezzi di metallo incandescente caddero ovunque nell'acqua e i testimoni dissero che l'oggetto che li aveva persi in pratica si era scomposto in aria perdendosi nel mare, mentre gli altri sparirono ad alta velocità all'orizzonte in direzione ovest.
    Harold Dahl e il suo collega raccolsero gli oggetti di metallo caduti sull'imbarcazione e andarono velocemente a casa. Il giorno successivo a casa dell'uomo giunse una Buick di colore nero dalla quale scese un uomo alto e robusto che indossava un completo nero e occhiali scuri. Bussò alla sua porta e senza molti preliminari invitò Dahl a seguirlo per fare colazione insieme ad un bar poco distante. Il suo tono di voce intimorì Dahl e i suoi modi di fare sembravano quelli di una agente del governo, così preferì seguirlo e capire cosa volesse da lui.
    Lo strano individuo non si presentò, ma disse che era a conoscenza di ciò che era capitato il giorno prima sulla sua barca e della ferita che aveva riportato il figlio. Mentre facevano colazione fu solo lo straniero a parlare e gli raccontò alcuni dettagli sugli oggetti volanti e confermò che uno di loro aveva avuto un guasto.
    Dahl lo ascoltò in silenzio, fino a quando l'uomo vestito di nero iniziò a fargli domande specifiche su cosa ricordasse degli oggetti, particolari dei pezzi caduti e se avesse con se alcuni di quei pezzi. Il testimone non accennò al fatto che aveva raccolto dei detriti dell'oggetto, ma spiegò all'uomo tutto ciò che aveva visto degli oggetti.
    A quel punto l'uomo assunse un tono minaccioso e gli intimò di dimenticare tutto quello che aveva visto, di non farne parola a nessuno e di convincere a fare lo stesso anche a suo, arrivando fino a minacciarlo apertamente dicendo che qualora fosse trapelato qualcosa ne avrebbe fatto le spese la sua stessa famiglia.
    Dahl però dopo qualche tempo si confidò con il suo amico Fred Crisman che iniziò a spargere la voce, fino a far giungere la notizia a Kenneth Arnold, un aviatore statunitense che solo tre giorni dopo l'incidente accaduto a Dahl visse un'esperienza molto simile.
    Il 24 giugno 1947, infatti, Arnold era sul suo CallAir A-2 e stava svolgendo un'attività di ricerca di un velivolo militare andato disperso, quando vide 9 oggetti volanti volare in schieramento vicino al Monte Rainier (Washington) a velocità troppo elevata per un veivolo di natura terrestre. Arnold, stuzzicato dalla notizia dell'incidente del 21 giugno, iniziò ad indagare su cosa fosse accaduto a Dahl quel giorno. Incontrò Crisman e Dahl e si fece consegnare i detriti metallici raccolti sulla barca dicendo loro che li avrebbe fatto analizzare; Dahl però preferì non dargli le foto ne i negativi perchè temeva che l'uomo volesse far semplicemente sparire le prove. Disse ad Arnold che le fotografie erano venute mosse e gli oggetti erano irriconoscibili, così le aveva buttate.
    Arnold affermò di aver contattato il tenente Brown e il capitano Davidson dell'Army Air Force che presero in consegna il materiale caduto dall'UFO. I due ufficiali presero un aereo quello stesso giorno precipitò uccidendo tutto l'equipaggio.
    Dopo quel disastro la vicenda accaduta a Dahl fu sulla bocca di tutti, tanto che l'uomo fu costretto a partecipare ad una conferenza stampa in cui disse che la storia era stata una sua invenzione e che non c'era stato alcun avvistamento, né alcuna visita di personaggi misteriosi vestiti di nero.
    Nonostante le sue dichiarazioni oggi molti ufologi continuano a ritenere che l'incidente avvenne realmente e che Dahl abbia ritrattato per paura dopo che il governo americano aveva agito più incisivamente per fare tacere Dahl ed eliminare le prove.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
  15. .

    LA SPIAGGIA INFESTATA DI POUNDERS BEACH



    la_spiaggia_infestata_di_pounders_beach_by_lmmphotos-db1li38



    Finora, quando ho scritto articoli su luoghi infestati, ho sempre scritto di case, castelli, boschi e perfino laghi, ma mai di una spiaggia infestata. Eppure di morti il mare ne fa molti e sono tantissimi i corpi che ogni anno la marea restituisce a riva.
    Questa è una di quelle storie che nonostante siano molti a raccontarla non ha prove tangibili perché la vicenda a base di tutto non è rintracciabile in rete: non ci sono nomi ne anno, ma migliaia di persone affermano che sia vera.
    Il luogo al contrario è noto e si stratta di Pounders Beach, una lingua di terra sull'isola di Oahu, l'isola delle Hawaii più popolata (dove ci sono la capitale Honolulu e Pearl Harbor). Questa spiaggia è molto famosa per i surfisti perché la conformazione della piattaforma continentale permette la formazione di onde molto alte ed è un vero paradiso per gli amanti di questo sport.
    Da una mia ricerca superficiale ho intuito che tutto è iniziato negli anni prossimi al 2000 quando una madre e il suo bambino morirono annegati a causa di onde molto alte.
    Il litorale ha un fondo sabbioso che scende bruscamente a pochi metri dal bagnasciuga e ciò rende Pounders Beach una spiaggia molto pericolosa, specialmente d'inverno, e purtroppo teatro di una o due morti l'anno.
    Ad ogni modo alla fine degli anni '90, un giorno di ottobre, una donna con suo figlio sfruttarono la bella giornata e il mare non particolarmente mosso per andare in spiaggia e fare un bagno. C'era molta gente sulla spiaggia quel giorno e diversi surfisti che attendevano che il mare si agitasse un po'. la cosa iniziò nel pomeriggio e il vento sollevò le prima onde oltre i 2 m. La donna a quel punto decise di andare a chiamare il figlio che si stata intrattenendo troppo sul bagnasciuga, ma lo perse di vista e ci mise diverso tempo per capire che non era a giocare con altri ragazzini, ma era in acqua.
    Probabilmente un corrente anomala (ma i surfisti sanno che sulle coste delle Hawaii il moto ondoso cambia anche repentinamente) ebbe la meglio sul bambino che invece di raggiungere la riva andava sempre più a largo. La donna chiese aiuto, ma la gente gridava e il rumore delle onde che si infrangevano rendevano le urla della danno confuse e poco localizzabili, così lei si tuffò in acqua per recuperare suo figlio. La tragica conseguenza fu che anche lei iniziò a combattere contro la corrente per restare a galla e quando alcuni surfisti capirono cosa stava accadendo era troppo tardi per salvare i due. Quando vennero portati a riva, e non fu affatto facile, erano entrambi annegati.
    Le autorità arrivarono sulla spiaggia dopo il tramonto e non poterono far altro che constatare il duplice decesso.
    Da quel tragico incidente sono parecchi ad affermare che dopo il tramonto tra le onde si possa sentire il pianto di un bambino e lungo la spiaggia un lamento di donna. Qualcuno afferma che di notte, sedendosi sulla battigia, a volte si possa sentire uno spostamento di sabbia simile a quello prodotto da una persona in corsa e non è raro che qualcuno venga colpito da una palla di sabbia umida.
    Alcuni studiosi del paranormale hanno affermato di aver incontrato diversi orbs, forse le anime delle morte persone portate a riva senza vita dalle onde. Infine hanno riportato di una nebbiolina che nei mesi invernali si condensa lungo la spiaggia.
    Come ho detto all'inizio, la morte di una donna e suo figlio non è riscontrabile in rete con certezza, perciò bisognerebbe capire cosa c'è di vero di tutta la vicenda.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
604 replies since 27/5/2014
.
Top