L'ESORCISMO DI ANNA ECKLUND

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    L'ESORCISMO DI ANNA ECKLUND



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    Quand'è che una persone è posseduta? Ma poi, è davvero posseduta oppure ha una patologia psichiatrica? Qui la risposta non è semplice perché scienza e religione in passato hanno quasi sempre preso posizioni opposte; tuttavia nell'ultimo secolo pare che perfino gli ecclesiastici preferiscano cedere il passo ai medici, forse per il fatto che alcuni riti di esorcismo hanno portato alla morte del soggetto, scatenando anche grandi "polveroni".
    Quando sentiamo parlare di esorcismi solitamente pensiamo a due famosissimi casi: quello di Anneliese Michel, che portò alla morte della ragazza, e quello di Roland Doe (nome inventato per tutela del ragazzo), che ha ispirato il famosissimo film "L'esorcista". In realtà in passato di esorcismi ne sono avvenuti moltissimi, ma parecchi sono stati tenuti nascosti oppure non hanno raggiunto la popolarità se non a livello regionale. Qui vi parlerò di un caso semi-sconosciuto: a questa vicenda si è ispirato il film "L’Esorcismo di Anna Ecklund" del 2016, ma si sa, i film tendono a distorcere i fatti e ad enfatizzare la storia con scene esageratamente violente. Vediamo di ripercorrere la vicenda di questa sfortunata ragazza.
    Ciò che ci è giunto a riguardo lo si deve all'opuscolo scritto in tedesco dal reverendo Carl Vogl, poi tradotto nel 1935 in inglese. Per intenderci chiamerò la ragazza come la protagonista del film, Anna Ecklund: in realtà il nome della protagonista della vicenda non è noto perché per volere dei familiari non fu mai reso pubblico.
    Anna nacque nell'Iowa nel 1882 in una famiglia cattolica molto osservante. Pur non essendo di ceto alto, i genitori le fecero frequentare le scuole elementari e le insegnarono un rigore religioso piuttosto marcato: lei stessa sin da bambina era molto religiosa e non perdeva mai una messa al di fuori di quando era ammalata.
    Purtroppo gli insegnamenti base della religione, almeno da parte del padre, erano tutt'altro che seguiti e l'uomo era solito avere fugaci relazioni con altre donne, alcune anche di dubbia moralità. Se la madre di Anna si affannava a tenere unito il nucleo familiare, il padre ben presto diede sfogo alla sua depravazione e quando Anna divenne adolescente e iniziò a mostrare le prime curve femminili, il padre iniziò a molestarla e più volte tentò un rapporto incestuoso. Anna aveva solo 14 anni.
    Viene da pensare che in qualche modo riuscì ad abusare di lei perché la ragazzina pian piano iniziò a cambiare atteggiamenti in casa e a diventare sempre più aggressiva. I primi sintomi li mostrò in chiesa adottando azioni impulsive come rovesciare le acquasantiere e far cadere i candelieri e i simboli sacri; continuò poi con atteggiamenti sessuali espliciti e proseguì con chiari sintomi di pazzia e violenza incontrollata.
    In quel periodo l'approccio dei genitori fu completamente diverso: il padre si allontanò ancora di più da casa, intrecciando una relazione con una strana donna che chiameremo Mina, la madre si accollò il problema della figlia portandola in giro per il paese per farla visitare da medici e psichiatri.
    I dottori affermavano tutti che Anna non avere problemi rilevanti e che i suoi comportamenti erano dovuti solo da un approccio sbagliato con la sessualità e i primi cicli mestruali; poiché Anna continuava a comportarsi in maniera sconsiderata, la madre decise allora di rivolgersi alla Chiesa.
    Del caso se ne occupò il reverendo Theophilus Riesinger, un frate cappuccino di origini tedesche ed esperto esorcista, che arrivò presto alla conclusione che Anna fosse posseduta. Nel 1912 effettuò un esorcismo che sembrò liberare la ragazzina dai suoi mali e per un breve periodo Anna tornò alla vita spensierata di prima.
    Nella Bibbia però ci sono scritte queste parole:
    «Ora, quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova. Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito", ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna; va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Cosí avverrà anche a questa generazione malvagia». [Matteo 12:43-45]
    Mina, l'amante del padre di Anna, era considerata una sorta di fattucchiera e fu additata come causa del malessere della ragazzina. Anna andò a vivere con il padre (non si sa se la madre morì o si separò) e poco tempo dopo l'esorcismo la ragazzina iniziò di nuovo a comportarsi in modo strano. Si pensa che la donna fosse gelosa di Anna e l'abbia maledetta con gesti rituali di cui, tra l'altro, alcuni vennero scoperti perché furono riportate erbe nel cibo, tabacco e intrugli strani nelle bevande; sta di fatto che Anna fu vittima di una seconda possessione, ancora peggiore della prima.
    Riesinger venne chiamato di nuovo a visitare Anna e, forse saggiamente, decise di trasferirla ad Earling in un convento isolato di suore francescane sia per non attirare sguardi indiscreti, sia per allontanarla dal genitore e la sua concubina.
    Una volta giunta in convento, Anna dimostrò avversione per gli oggetti sacri e benedetti, riuscendo persino a distinguere quelli benedetti da quelli normali. Iniziò nuovamente a mostrare una violenza incontrollata e per questo fu legata in un letto per impedire che facesse del male a sé stessa e ad altri.
    Il 18 agosto 1928 iniziò un secondo esorcismo di Padre Theophilus, che dovette essere interrotto e ripreso più volte per lasciar riprendere le suore e la ragazzina. Terminò nel dicembre dello stesso anni e in totale contò 23 giorni di rituale, durante i quali Anna mostrò stati di incoscienza alternati a fasi acute di possessione durante le quali urinava talmente tanto da riempire secchi interi, oltre a vomitare anche oggetti strani, tra i quali foglie di tabacco che si pensò avesse ingerito per opera della matrigna.
    Una delle scene ampiamente illustrate sull'opuscolo di Carl Vogl fu quella che ancora oggi vediamo in alcuni video caricati in rete per spaventare i soggetti più sensibili: Anna in qualche modo si liberò dalla stretta delle suore e dalle corde che la legavano, spiccò un salto e rimase diversi secondi appesa un muro sopra alla porta della stanza, sostenuta da una forza sovrannaturale.
    Durante quel lungo periodo di prigionia e riti purificatori Anna emise versi bestiali talmente forti che perfino i contadini nei campi vicini sentirono.
    Durante l’esorcismo il prete parlò con i demoni presenti all’interno di Anna; tra loro c’era Giuda Iscariota, che voleva spingerla alla pazzia e al suicidio, ma la "verità" si seppe quando il prete affermò di aver parlato con le anime dannate di suo padre e della sua concubina, che dichiararono di averla maledetta.
    Pare che alla fine, dopo estenuanti sedute di preghiere, Anna fu liberata dai demoni che la tormentavano e lentamente tornò alla normalità.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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