IL FANTASMA DI BETSY AARDSMA

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    IL FANTASMA DI BETSY AARDSMA



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    Se avete notato la maggior parte dei fantasmi (o meglio presunti fantasmi) sono quelli di persone vissute molto indietro nel passato: non dico che non ci siano fantasmi di persone decedute di recente, ma solitamente, almeno quando sono in parecchi ad affermare di aver visto uno spettro, questo viene ricondotto a uomini e donne vissute più di un secolo fa.
    Questo invece è un caso che riguarda una ragazza morta piuttosto di recente, di cui è possibile rintracciare documenti, fotografie e perfino parlare con la sua famiglia. La ragazza in questione, Betsy Aardsma, purtroppo salì alle cronache per essere stata uccisa da diverse pugnalate nella biblioteca dell'università che frequentava e la cosa più inquietante è che qualcuno, forse l'assassino stesso, si sia burlato di lei in diverse occasioni, anche di recente.
    Questa vicenda inizia nel 1969, quando la 22enne Betsy Aardsma frequentava l'Università del Michigan ad Ann Arbor. Descritta da tutti i compagni di corso come intelligente, benvoluta e solare, aveva un unico difetto: l'essere molto carina…
    Proprio in quel periodo nel Michigan girava un serial killer conosciuto come "The Co-Ed Killer", colpevole di diversi omicidi a scapito di giovani e belle ragazze. Famoso divenne un agguato teso dal killer in un campus proprio nelle vicinanze dell'università, dove morirono in una sola notte sei giovani studentesse. È intuibile la preoccupazione dei genitori di Betsy e il sospiro di sollievo che trassero quando lei decise di proseguire gli studi in un altro college, la Penn State University.
    Lei lo fece perché il suo fidanzato David studiava proprio lì e in quel modo avrebbe potuto starle più vicino. I suoi genitori erano felici perché sentivano che sarebbe stata più al sicuro che all'Università del Michigan, dove temevano si nascondesse il killer.
    Dopo appena due mese dal suo arrivo a Penn State, Betsy andò nella biblioteca per fare alcune ricerche, ma non tornò più a casa. Dalla ricostruzione dei fatti pare che fosse giunta già sul tardi, dopo le 17, e fu vista muoversi tra gli scaffali ancora verso le 18 in una zona della biblioteca piuttosto stretta e isolata che gli studenti hanno soprannominato "The Stacks".
    Mentre sfogliava i libri, Betsy fu improvvisamente attaccata alle spalle da qualcuno, che l'afferrò per il collo e la pugnalò diverse volte al petto uccidendola probabilmente in pochissimi istanti. Alcuni studenti sentirono un urlo e accorsero a controllare, trovando la ragazza distesa al suolo; l'assassino si era dileguato nel nulla e nessuno vide altre persone in quella zona della biblioteca.
    Ironia della sorte Betsy quel giorno aveva un vestito rosso e quando la gente accorse non capì che era stata pugnalata: credendo fosse svenuta, ci vollero diversi minuti prima che fosse chiamata l'ambulanza, ma era già troppo tardi.
    Nessuno aveva assistito all'omicidio e il suo assassino non lasciò alcun indizio: solo uno di decine di studenti presenti in quel momento nella biblioteca disse di aver visto un uomo biondo che correva tra le navate della biblioteca e che quando gli passò di fianco gli disse:

    «È meglio che qualcuno aiuti quella ragazza.»

    L'uomo non fu mai trovato.
    Poco tempo dopo venne catturato il serial killer che tanto spaventava gli studenti dell'Università del Michigan: il suo nome era John Norman Collins, ma la polizia escluse categoricamente che fosse anche colpevole della morte di Betsy Aardsma a Penn State. In poche parole, il suo omicidio rimane un mistero irrisolto ancora oggi.
    Purtroppo la vicenda non finisce qui, ma diventa oltraggiosa e inquietante: verso metà degli anni '70 nel campus della Penn State University, le guardie addette alla sicurezza ricevettero una lettera con sopra scritto:

    «Non siete mai riusciti a prendere il ragazzo che ha ucciso quella ##### nella biblioteca.» (#### era un dispregiativo molto esplicito).

    Il 28 novembre del 1994, nel 25° anniversario dell'omicidio di Betsy, uno degli impiegati della biblioteca trovò una candela accesa nella stanzetta dove la ragazza fu pugnalata. Di fianco c'era un ritaglio di giornale in cui si parlava del suo caso e a terra, scritto con un pennarello rosso, c'era questo messaggio:

    «R.I.P. Betsy Aardsma, nata il 11 luglio 1947, morta il 28 novembre 1969. Sono tornato/a!» (dal messaggio non si capì si intendesse "tornato" o "tornata" perché la lingua inglese va spesso contestualizzata).

    Chi scrisse quelle parole? Fu l'assassino tornato sul luogo del delitto oppure l'anima inquieta di Betsy?
    Perché questa domanda? Beh, oltre alla leggenda metropolitana del killer di studentesse nata nel campus universitario, da quell'episodio in effetti vennero riportati diversi eventi anomali in tutta la biblioteca dell'università. Pare infatti che nelle stanza della biblioteca si aggiri un fantasma e molti giurano si tratti di quello di Betsy Aardsma.
    Molti studenti, anche negli ultimi dieci anni, hanno affermato di aver percepito una presenza inquietante aggirarsi tra i banchi e gli scaffali, spesso intravista come ombra, ma a volte sentita sulla pelle come un forza invisibile che afferra le persone per un braccio o per il collo o che strattona le persone che fanno rumore.
    Pare che a notte tarda a volte si sentano urli lontani provenire dalla zona degli stacks e si veda chiaramente un'ombra dalle sembianze femminili con occhi rossi incandescenti allontanarsi tra le navate della biblioteca.
    Nel 1995, verso mezzanotte, un addetto alla sicurezza fece il suo solito giro di ispezione nella biblioteca e affermò di aver visto il fantasma di una ragazza che indossava un abito rosso. Affermò che il suo corpo era perfettamente delineato e che intravide il suo sguardo triste; quando gli sguardi si incrociarono l'apparizione sparì nel nulla. Alcuni giorni dopo gli fu mostrata una foto di Betsy Aardsma e lui disse che era esattamente la stessa ragazza che aveva visto nella biblioteca quella sera.
    Nel 1998 una studentessa rimase nella biblioteca fino a tardi e sostenne che qualcosa o qualcuno l'avesse afferrata per il collo. Dopo aver lasciato la biblioteca sentì come se qualcosa l'avesse seguita a casa e nella notte fu svegliata nuovamente da quella sensazione di oppressione che l'aveva colpita in biblioteca.
    Questa vicenda è forse poco conosciuta dalle nostre parti, ma è alla base di moltissime leggende metropolitane americane. Certo, affermare che la parte sovrannaturale sia vera è un po'azzardato e ci sono molte ipotesi a riguardo, ma chissà che non si tratti dell'anima di Betsy, ma quella del suo assassino che voglia continuare a tormentare le studentesse della biblioteca.

    Fonte: misteridalmondo.net
     
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