LA BAMBOLA JOLIET

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    I'm the Legend

    Group
    Admin
    Posts
    628
    Location
    Nibiru

    Status
    Offline

    LA BAMBOLA JOLIET



    la_bambola_joliet_by_lmmphotos-dblzy6h



    Di questa storia ci sono in giro pochissime notizie e piuttosto confuse, anche perchè non si riesce a risalire ne al luogo esatto dove sia la bambola ne il nome della donna che ha accettato di parlarne.
    Sfogliando i vari articoli ho scoperto che la bambola fece la sua comparsa nel marzo del 1945 in una cittadina del nord America. La città e lo stato non sono citati, ma si tratterebbe di un piccolo nucleo urbano che al tempo era prevalentemente popolano di contadini e contornato da grandi distese boschive.
    In ogni caso parliamo della bisnonna di Anna G., altro punto interrogativo perchè l'abbreviazione del cognome non permette di risalire all'identità dalla ragazza che ha raccontato la storia di Joliet.
    Nel 1945 la bisnonna aspettava un bambino e viveva tutto sommato una vita felice, soprattutto da quando il marito fu rimandato a casa dopo una missione di guerra in cui rimase ferito ad una gamba. La ferita ci mise parecchio a guarire e l'uomo rimase lievemente offeso, ma dato il momento critico la donna era felicissima di riaverlo a casa.
    Lo stesso non si poteva dire di molte altre famiglie che nella Seconda Guerra Mondiale persero uno o più membri della loro famiglia e in quel periodo piangevano la loro scomparsa. Tra di loro c'era una coppia amici della donna, che persero l'unico figlio proprio in guerra e non riuscivano a trovar pace per quell'immenso dolore che li affliggeva.
    Fino a qui non c'è nulla di strano, se non fosse che la madre del soldato morto si convinse che il responsabile della morte del figlio era l'uomo tornato a casa dall'amica: da ciò che traspare dalla testimonianza di Anna G. il bisnonno era a comando del battaglione a cui apparteneva il soldato ucciso in guerra e per quel motivo veniva ritenuto responsabile della sua morte.
    I bisnonni della ragazza avevano già una bambina di tre anni e l'amica della donna volle fare un regalo alla bambina, ma tutt'altro che per piacere: all'interno della bambola cucì un biglietti scritto a mano in cui recitava una delle più malvagie maledizioni.
    A dare il nome Joliet alla bambola fu la bambina (nonna di Anna G.). La bisnonna di Anna ignorava che quel dono non era un simbolo di gioia, bensì di profonda amarezza, ma lo scoprì alla nascita del figlio. Quando la bisnonna di Anna diede finalmente alla luce il suo secondogenito, un bambino maschio perfettamente sano, nella famiglia la felicità era raddoppiata e fu data una festa faraonica per i tempi. Ma senza alcun sintomo né malattia sospetta il neonato spirò il terzo giorno di vita.
    La cosa non fu di certo collegata alla bambola, ma la coppia non riuscì mai a spiegarsi il motivo di quella morte insensata. Joliet rimase sempre in possesso della nonna che crescendo la portò nella sua nuova casa e la regalò alla figlia. Destino volle che anche l nonna ebbe un figlio maschio e che anche lui, dopo pochissimi giorni di vita, fu trovato senza vita nella sua culla.
    Poco dopo la morte del bambino la nonna iniziò ad assistere ad alcuni fenomeni paranormali che sembravano provenire da Joliet: durante la notte si poteva sentire il pianto lacerante di un neonato, a volte sembravano due, e sembravano emessi proprio dalla bambola. Joliet si spostava nelle stanze e fu spesso trovata a terra a pancia sotto, stessa posizione in cui era morto il bambino poco tempo prima.
    La donna, terrorizzata da quegli eventi si affidò ad una medium che confermò la presenza di due entità all'interno della bambola. Joliet venne benedetta con un rituale di purificazione, ma tutto fu vano: la bambola, se messa su un mobile o un divano, durante la notte cadeva a terra senza apparente motivo e di tanto in tanto la si sentiva singhiozzare o emettere gemiti.
    La nonna allora le tolse i vestiti e la esaminò: fu allora che scoprì il terribile segreto che celava l'oggetto maledetto: trovò il biglietto inserito nella bambola e scoprì che la donna che regalò Joliet allo bisnonna le augurava di vedere persi tutti i figli maschi della famiglia. Oltre a questo malediceva la sua famiglia per generazioni auspicando anche alle future generazioni lo stesso destino: come lei aveva perso ingiustamente suo figlio a causa del marito così tutti i figli maschi della sua famiglia dovevano morire.
    La prima cosa a cui penserebbe una persona spaventata è di liberarsi della bambola regalandola o distruggendola, ma la nonna di Anna, al contrario, si fece un'altra idea e decise di tenere Joliet e addirittura di trattarla come un figlio: la donna, sentendo i lamenti della bambola, i suoi singhiozzi e vedendola in posizione sempre goffe, si convinse che Joliet fosse diventate un "contenitore" per le anime dei figli maschi della famiglia e lo dimostrava il fatto che le voci provenienti dalla bambola erano di neonati. Per quel motivo volle pensare che in realtà suo figlio fosse ancora lì con lei, anche se relegato in una bambola, e che fosse giusto dargli una stanza solo per lui, con giochi e addirittura una culla dove dormire.
    Anni dopo la bambola passò nelle mani della mamma di Anna che conosceva alla perfezione la storia del fratello e di Joliet. Decise di seguire l'usanza di sua madre e fu più volte testimone dei fenomeni paranormali legati alla bambola. Ella però non credeva ad una vera e propria maledizione e diede poco peso al fatto che fosse incinta. Anche lei fu vittima della medesima tragedia: pochi giorni dopo la nascita il proprio figlio morì aggiungendo il proprio pianto disperato a quello consueto dello zio e del prozio.
    Oggi la bambola Joliet è passata ad Anna, l’attuale proprietaria che ha deciso di parlare di lei perchè da poco ha perso il suo bambino. Anche lei è convinta che l'anima del suo bambino si sia aggiunto al pianto degli altri 3 neonati e che Joliet debba essere trattata come un figlio.
    A suo dire è convinta che quello sia il destino della sua famiglia e che il fantoccio debba essere regalato alla prima figlia femmina in modo che le anime dei maschi della famiglia possano continuare ad essere curati.
    Nonostante alcuni esperti di paranormale le abbiano consigliato di distruggere e sbarazzarsi per sempre di Joliet, Anna dice di non essere in grado di farlo perché, nonostante il dolore, la bambola "ha il diritto" di essere curata come un vero neonato, è distruggerla significherebbe uccidere i neonati maschi una seconda volta. Dall'inizio della maledizione nessuna della quattro donne ha voluto finora assumersi il pesante fardello di fare ciò che forse andrebbe fatto.

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
    Top
    .
0 replies since 1/9/2017, 07:14   103 views
  Share  
.
Top