LA COLLANA DI GOCCE DI SANGUE

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    LA COLLANA DI GOCCE DI SANGUE



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    Questa è una leggenda molto antica che si racconta in provincia di Padova; anzi, per essere più precisi è una leggenda che parla di una leggenda.
    Per chi ama l'arte e i monumenti la città di Padova non è di certo sconosciuta: ogni anno migliaia di turisti affollano il centro storico per poter ammirare gli affreschi della Basilica di Sant'Antonio o Prato della Valle e l'architettura medievale del Palazzo di Ezzelino il Balbo. Forse l'ultimo è un po' meno famoso, ma nasconde misteri e segreti radicati sin nel XII secolo.
    La costruzione risale all'anno 1160 d.C. e oggi è teatro di un insolito connubio tra presente e passato: lo splendido palazzo è interamente ricoperto di edera sotto la quale spunta la pietra erosa da secoli di intemperie, ma allo stesso tempo al piano terreno oggi è ospitato uno dei centri estetici più all'avanguardia d'Italia.
    Ma per quanto l'edere e la tecnologia si impegnino a celare i particolari visibili dell'architettura del palazzo, ancora nulla riesce a spegnere quell'aura di mistero e inquietudine che si prova attraversando il cortile sotto il Volto della Malvasia. Proprio questa zona, una volta lastricata ed ora asfaltata per poter permettere un più facile transito, è stata testimone di diversi scontri cruenti, omicidi, rivendicazioni e tradimenti e oggi sede di una leggenda antica oltre 600 anni.
    Oggi al centri del cortile c'è una lastra metallica che copre quello che una volta era un pozzo di diversi metri di profondità e che molti cittadini sfruttavano per abbeverarsi. Quel pozzo era presente anche nel 1717, quando un falegname di ritorno da una consegna nella città di Padova, si fermò per bere un po' di acqua fresca. Era una sera d'estate e l'arsura lo convinse a calare il secchio in fondo al pozzo; lo sollevò e bevve avidamente, ma prima di riposizionarlo sul parapetto vicino alla carrucola diede uno sguardo distratto al fondo del secchio e vide che c'era un oggetto brillante.
    Allungò la mano e prese dal secchio l'oggetto misterioso: si trattava di una stupenda collana di perle, di quelle viste solo alle persone incredibilmente ricche e a cui non era mai riuscito ad avvicinarsi. C'era però qualcosa di diverso da ciò che ricordava delle perle: fino ad allora aveva sempre credito che fossero rotonde, quasi sfere perfette; quella collana era invece composta da perle di colore rossastro a forma di goccia e ognuna era diversa dalla'altra e di forma irregolare. Era una strana collana, ma non c'era dubbio che valesse più di quanto riuscisse a guadagnare in anni di lavoro. Era talmente bella che l'uomo pensò di portarla alla moglie per farle il migliore regalo della sua vita, così si guardò attorno e, dopo aver accertato che nessuno lo vedesse, intascò il gioiello e iniziò ad allontanarsi.
    Sulla sua testa però vide una luce e alzando lo sguardo vide una sagoma bianca affacciata da una finestra che muoveva una candela a sinistra e destra, come se volesse attirare l'attenzione di qualcuno. Convinto che qualcuno volesse chiamare le guardie perchè si era accorto del suo " furto", l'uomo si nascose dietro una colonna del piccolo porticato che circonda il pozzo. Pochi istanti dopo sentì un cavallo al trotto giungere lungo la strada ciottolata: sul suo dorso c'era un uomo ammantato che si fermò davanti ad un porta e poco dopo vide uscire una donna vestita di un lungo abito bianco che reggeva una candela tra le mani.
    La donna era pallidissima, con lunghi capelli biondi che le scendevano morbidi sulle spalle e dagli abiti sontuosi. Si avvicinò al pozzo lentamente, con un passo nobile e controllato e quando l'uomo a cavallo scese gli sorrise e gli gettò le braccia al collo. Ma quel momento d'amore fu breve perchè l'uomo ammantato, dopo essersi guardato attorno, si liberò in fretta della sua amata e montò nuovamente a cavallo per scappare nella stessa direzione dalla quale era giunto.
    Il volto della donna venne rigato da lacrime e lei si chinò sul pozzo portandosi le mani al volto. Pochi istanti dopo dall'ombra, proprio a fianco ai cespugli dove si era nascosto il falegname, uscì un secondo uomo, che aveva assistito all';incontro tra i due amanti. Era vestito di rosso e con abiti sontuosi, ed aveva uno sguardo severo e assai furioso. Giunto di fronte alla donna che piangeva sguainò la spada che portava appena alla cintola.
    Il falegname allora uscì dal suo nascondiglio e urlò a squarciagola alla donna di voltarsi, perché quell'individuo non aveva certo buone intenzioni, ma inspiegabilmente nessuno udì la sua voce. Il cavaliere raggiunse la donna, che seguitava a piangere china sul pozzo, e senza dire una parola le si le tagliò la testa. Gettò quindi il suo cadavere nel pozzo e prese solo la testa che nascose sotto il mantello; poi si allontanò e sparì dietro l'angolo opposto a quello dove era il falegname.
    Sconvolto da quelle immagini il falegname corse subito al pozzo e ci guardò dentro, nel tentativo di vedere il cadavere della donna che era appena stata decapitata, ma il pozzo era troppo scuro e profondo per poterci vedere qualcosa. Mentre se ne stava chino sul parapetto, una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare
    «Cosa state cercando?» chiese una voce femminile.
    Il falegname si voltò terrorizzato. Si trattava di una donna molto anziana, che giungeva al pozzo con una brocca da riempire dell'acqua del pozzo. Giunta davanti al pozzo la donna calò il secchio e l'uomo iniziò a balbettare alcune parole confuse.
    «Cosa cercate? Che vi prende? Sembra che abbiate visto un fantasma!».
    Il falegname deglutì.
    «Ho visto... Io credo di aver visto un fantasma!» concluse l'uomo.
    La donna sollevò lentamente il secchio dell'acqua dal pozzo, poi con una sorriso benevolo annuì. Il falegname fermò la mano della donna e volle guardare nel secchio per evitare alla donna una vista sgradevole, temendo che l'acqua fosse macchiata di sangue del corpo che era stato appena gettato nel pozzo.
    Con suo stupore l'acque era limpida e non vi era traccia di sangue. La donna riempì la brocca e posò il secchio sul bordo del pozzo
    «Certo che avete visto un fantasma! La donna, il suo amante, il marito geloso, lei decapitata, il corpo nel pozzo, la testa portata via. Non è una novità! »
    L'uomo sgranò nuovamente gli occhi.
    «Come dite?»
    «Quello che avete visto è l'assassinio di una nobildonna di nome Maddalena, il cui adulterio venne scoperto dal marito e che si vendicò tagliandole la testa e gettando il suo corpo nel pozzo. La cosa si ripete ogni notte di luna nuova: stanotte è toccato a voi vederla, ma non temete perchè è del tutto innocua»
    Il falegname si chinò sul parapetto ed indicò l'acqua in fondo al pozzo.
    «Ed il suo corpo?»
    «Sono ormai 300 anni che è successo, non credete davvero che sia ancora là sotto? Dite piuttosto, avete pescato anche la collana?».
    L'uomo si irrigidì: non voleva separarsi da quel gioiello così prezioso e così cercò di mantenere un'espressione distaccata.
    «Quale collana?»
    «E' strano che non l'abbiate vista. In fondo al pozzo c';è una collana che apparteneva alla bella Maddalena. E' fatta con le gocce del suo sangue cadute nell'acqua e unitesi a formare delle splendide perle. Ma se non l'avete trovata non importa, ma io so che in fondo al pozzo c'è».
    L'anziana donna salutò il falegname e se ne andò con al sua brocca. Rimasto solo, l'uomo si incamminò lentamente, desideroso di allontanarsi da quel luogo maledetto. Giunto ad una certa distanza dal palazzo mise la mano nella tasca e si accorse di non aver più la collana. Sentiva però che la tasca era fredda e viscida. Terrorizzato, estrasse la mano dalla tasca: era sporca di sangue...

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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