LE STREGHE DI PAISLEY

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    LE STREGHE DI PAISLEY



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    Sigmund Freud affermava che alcune persone soffrono di "disturbo di conversione", ovvero di un forte conflitto psichico capace di trasformare la sensazione di ansia in gravi problemi fisici che nei soggetti più vulnerabili si tramutano in cecità isterica, perdita di funzioni motorie o sensitive e crisi epilettiche.
    Analizzando a posteriori gli episodi di cui vi sto per parlare pare proprio che fu un disturbo di conversione a scatenare quella che fu l'ultima grande esecuzione di massa ad opera del Clero impegnato nella "caccia alla streghe", ma dati i fatti il dubbio che un po' di magia ci fosse resta.
    Il fatto viene ricordato come "Le streghe Paisley" o "Le streghe Bargarran" perchè avvenne nel 1697 a Paisley, nella Scozia centrale.
    Ma partiamo dall'inizio della storia.
    Il 17 agosto 1696 a Bargarran una ragazzina di 11 anni di nome Christian Shaw, figlia del proprietario terriero John Shaw vide una dei servitori della sua famiglia, Catherine Campbell, rubare del latte e corse a segnalare il furto alla madre.
    Ovviamente, essendo tempi in cui la servitù non aveva pressochè diritti, la punizione fu esemplare e la donna venne frustata e tenuta segregata per diversi giorni a digiuno. Fu così che, non appena la serva si ritrovò da sola con la bambina, la maledisse con parole piuttosto pesanti, dicendole che desiderava " che il Diavolo trasportasse la sua anima all'Inferno".
    Quattro giorni più tardi Catherine fu vista dalla ragazzina confabulare con Agnes Naismith, una vecchietta della zona che tutti evitavano perchè aveva la fama di essere una strega e il giorno seguente, il 22 agosto, la piccola Christian si ammalò gravemente. Le salì la febbre ed iniziò ad avere attacchi epilettici, perdendo conoscenza diverse volte in poche ore. Poi le convulsioni finirono, anche se rimase la febbre alta per diverso tempo.
    Per alcuni giorni la famiglia Shaw non riuscì a spiegarsi cosa stesse succedendo alla loro figlia, ma poi in loro nacque un sospetto: gli attacchi che aveva la bambina avvenivano quasi sempre in presenza della serva Catherine e le condizioni peggioravano quando lasciavano che la donna si occupasse di lei. Certo, il sospetto c'era, ma mai avevano visto Catherine fare cose strane o diverse dal normale; pensarono quindi che la figlia fosse malata di vaiolo così chiamarono i dottori più illustri di tuta la Scozia, che però non riuscirono a fornire una diagnosi per il malessere che colpiva la bambina.
    Tra i medici che visitarono Christian Shaw ci fu anche l'allora famoso Matthew Brisbane, che per circa una settimana riuscì ad alleviare i sintomi di stanchezza e la febbre della bambina, ma poi la situazione tornò a peggiorare. La bambina iniziò ad alternare stati quasi "cadaverici" in cui era talmente rigida da non riuscire a muovere nulla se non gli occhi a stati di isteria in cui aveva un comportamento violento con chiunque le si avvicinasse.
    I genitori allora la portarono a Glasgow, dove risiedeva il dottor Brisbane, e gli chiesero di ospitarla nella sua clinica per risolvere il problema di Christian. Il dottore la tenne solo tre giorni dopo di che la rimandò a casa sconvolto: durante la prima visita al suo arrivo il medico trovò nella bocca della bambina delle palline di capelli, come quelle che creano i gatti leccandosi il pelo; il secondo giorno poi avvenne l'assurdo: la bambina iniziò a vomitare carbone, ghiaia, piume di pollo e cenere.
    Il dottore pensò di essere davanti ad una bambina indemoniata e se ne convinse quando , durante la notte del secondo giorno, vide la bambina in piedi sul letto fissare il muro e parlare con l'invisibile Catherine Campbell ( che era rimasta alla magione degli Shaw), confabulando e dicendo che voleva tornare alla loro ex amicizia.
    Brisbane non fu in grado di fornire alcuna spiegazione razionale per le condizioni di Christian e liquidò in fretta gli Shaw consigliando loro di affidarsi alla loro parrocchia perchè la loro figlia non poteva che essere posseduta e tormentata da una stregoneria.
    La vescovo di Bargarron istituì un incontro settimanale di digiuno e preghiera a casa Shaw, in modo da eseguire più sedute in presenza di "uomini di chiesa" che avrebbero cercato di capire quale fosse il problema della bambina. La stessa Christian per vendetta accusò Catherine e Agnes Naismith di averla maledetta, ma nelle sedute seguenti iniziò a fare tutti i nomi che le vennero in mente, arrivando ad accusare 35 persone di volerle fare del male.
    Di loro 10 erano uomini, per lo più contadini che ogni tanto passavano davanti casa Shaw, 20 erano donne, tutte serve o venditrici o donne anziane con cui aveva a che fare quando andava a scuola; infine 5 erano ragazzini tra i 10 e i 15 anni, con cui a volte aveva avuto attriti.
    Su richiesta del Presbiterio di Paisley venne istituita una commissione per indagare sul caso. Sotto la presidenza di Lord Blantyre il 5 febbraio 1697 iniziò un vero e proprio processo alle persone accusate. Dopo averli ascoltati tutti la commissione chiamò una seconda volta a comparire 7 accusati: Margaret Lang, John Lindsay, James Lindsay, John Reid, Catherine Campbell, Margaret Fulton, e Agnes Naismith. Tutti gli altri vennero prosciolti e rimandati a casa.
    Con gli imputati rimasti la piccola Christian, probabilmente fomentata dai genitori e dagli abitanti del paese, ci andò pesante e iniziò a raccontare di fatti e comportamenti che di certo non sono inventati da una mente così giovane, accusandoli di stregoneria e pratiche demoniache.
    Il loro avvocato, James Robertson, sostenne che il malessere della bambina era avvenuto per cause naturali, ma a peggiorare la situazione dei 7 sventurati intervenne Matthew Brisbane affermando che non era stato in grado di trovare una qualsiasi causa naturale per la condizione di Shaw.
    James Hutchison, il ministro di Kilallan (a circa 8 km a nord di Paisley), volle lasciare un segno sulla vicenda e in un lungo discorso spronò la commissione di Paisley e non prendere sotto gamba un processo alle streghe perchè se si fosse reso conto che la giustizia non era amministrata a dovere avrebbe portato il caso all'attenzione delle più alte autorità.
    La giuria, di fronte a una minaccia tale, non potè che segnare il destino degli imputati. Tutti e sette vennero dichiarati colpevoli di atti di stregoneria della malattia di Christian Shaw, così vennero incarcerati in attesa di essere prima impiccati e poi arsi sul rogo.
    Uno dei condannati, John Reid, preferì togliersi la vita impiccandosi nella sua cella, utilizzando il fazzoletto attaccato a un chiodo nel muro. I restanti vennero impiccati e poi bruciati sul rogo a Paisley il 10 giugno 1697.
    L'ultima esecuzione di massa per stregoneria in Europa occidentale fece tra le vittime John e James Lindsay, due fratelli di 11 e 14 anni, che vollero tenersi per mano ed essere impiccati insieme. Catherine Campbell, dopo essere stata trascinata lottando e urlando alla forca volle lasciare questo mondo richiamando a se l'ira di Demonio sui suoi accusatori, fomentando così la folla e sollevando un po' gli umori dei membri della giuria che erano in enorme imbarazzo.
    Come ho detto, oggi si tende a pensare che l'ansia indotta a Christian Shaw dalla maledizione di Catherine Campbell potrebbe aver causato un disturbo di conversione della ragazzina e poi scatenando l'isteria di massa.
    Io invece tendo a credere che 7 persone siano morte per i capricci ( a 10 anni faccio fatica a chiamarla cattiveria) di una ragazzina che aveva tutto e si annoiava e che un gruppo di giurati ha preferito condannare degli innocenti invece di prendersi le proprie responsabilità. Un po' come succede a volte ancora oggi...

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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