LA COSTANTE DI NINIVE

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    LA COSTANTE DI NINIVE



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    <<se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti.>>

    Una frase divenuta famosa perchè a pronunciarla fu un tizio di nome Isaac Newton. Newton fu uno dei pochi scienziati che si rese conto che le sue deduzioni non erano solo frutto della sua brillante mente, ma anche di conoscenze ereditate nel tempo dai filosofi e i sapienti dell' età classica, grazie ai quali potè giungere alle sue eccezionali conclusioni. Senza quei "giganti" lui e tutti gli altri scienziati non sarebbero stati che "nani" e avrebbero avuto una visione decisamente più limitata della realtà.
    A cosa mi è servita questa disquisizione? Beh semplicemente per introdurre una nuova prova che gli antichi, che noi spesso reputiamo dei perfetti ignoranti, in realtà conoscevano cose che a noi non sono oralmente o per iscritto e che probabilmente, per alcuni aspetti, ne sapevano più di noi oggi.
    Maurice Chatelain, peraltro scomparso da poco, era uno scienziato della NASAche, prima di dedicarsi alla pubblicazione dei suoi studi, lavorò a lungo come astrofisico e come ricercatore di vita extraterrestre.
    Nelle sue ricerche, pubblicate col titolo di "Our Cosmic Ancestors Came from Outer Space", Chatelain va ben oltre le sue ricerche sulla periodicità del calendario Maya, e arriva a fare una scoperta a dir poco sconcertante: un ciclo temporale ancora più grande che unifica l’intero Sistema Solare in semplici vibrazioni armoniche.
    Da secoli astrologi e matematici si sono accorti di una misteriosa regolarità del moto delle stelle nei cieli e hanno tentato disperatamente di scoprire i segreti di questo meraviglioso orologio. Questi “osservatori dei cieli” capirono che doveva esistere un periodo di tempo molto lungo, che abbracciava milioni di anni, che rappresentava le rivoluzioni di tutti gli oggetti celesti.
    Al termine di questo immenso periodo tutti i corpi del firmamento si sarebbero trovati nuovamente nelle loro posizioni originali sulla fascia dello zodiaco. Questi astrologi e matematici chiamarono questo lasso di tempo il “Grande Ciclo” o il “Grande Anno”. Loro però non sapevano che questo numero era stato già calcolato migliaia di anni prima e che fosse stato utilizzato da civiltà precedenti.
    Questo numero è emerso da una tavoletta di argilla Sumera, che era stata ritrovata fra i resti dell’incendio della Libreria del Re Assurbanipal a Nineveh nel XIX secolo tra le rovine della civiltà Assira. All’interno di questa libreria c’erano migliaia di tavolette d’argilla incise con scritture cuneiformi. Queste scritture erano, come dice Chatelain, <<una collezione di tutta la scienza e di tutta la storia conosciuta a quell’epoca, raccolta da tutte le civiltà precedenti>>.
    Le sconcertanti figure su quelle tavolette non vennero prese sul serio dagli scienziati che le analizzarono e le etichettarono come "elucubrazioni di menti deboli Sumere ossessionate dai numeri". Chatelain invece capì che poteva esserci qualcosa di più nei dati riportati e fu così che scopri un misterioso numero: 195.955.200.000.
    Questo valore assunse il nome di Costante di Nineveh ( dal nome della città dove venne trovata al tavoletta), poi storpiato in Costante di Ninive, e rappresenta, espresso in secondi, un enorme periodo di tempo: 2,268 milioni di giorni, cioè 6.3 milioni di anni. Questo periodo di tempo è un multiplo esatto di ogni ciclo astronomico noto finora, e costituisce una delle costanti astronomiche dell'universo.
    Chatelain stesso fu talmente colpito da quel numero che si dedicò per anni al solo studio dei moti dei pianeti solari e dei loro satelliti. E sapete cosa concluse?

    <<non sono stato in grado di trovare un solo periodo di rivoluzione, o congiunzione, di un qualsiasi pianeta o satellite del sistema solare che non sia una esatta frazione, precisa fino alla quarta cifra decimale, di questa grande costante universale.>>

    Per farvi un esempio la costante divisa per 240 da 26.000 anni, cioè la durata media del ciclo di precessione del Sole. A sua volta, 240 è un multiplo intero del numero di ore in un giorno solare. E così via. La stessa costante sembra descrivere con assoluta precisione i cicli orbitali e le congiunzioni di tutti i pianeti e satelliti del sistema solare.
    Ora, lo sviluppo della costante di Ninive richiederebbe migliaia di anni di osservazioni continue della volta celeste con strumenti di altissima precisione. Ma allora da dove ereditarono allora i Sumeri la conoscenza di questa fondamentale costante dell'universo?

    Fonte facebook: Misteri dal Mondo - Credere Per Vedere
     
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  2. francescone
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    <<non sono stato in grado di trovare un solo periodo di rivoluzione, o congiunzione, di un qualsiasi pianeta o satellite del sistema solare che non sia una esatta frazione, precisa fino alla quarta cifra decimale, di questa grande costante universale.>>

    :o:

    Ma cosa aspettano a studiare questi fenomeni...? La precisione che pare avere questa costante nello studio astrofisico è sconvolgente!
    Possibile che gli scienziati l'abbiano snobbato con tanta superficialità? Per rendersi conto, magari più in là nel tempo che con un po' di impegno in quella direzione si arriverebbe a delle scoperte importantissime!
     
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1 replies since 19/6/2016, 08:50   709 views
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