LA LEGGENDA DI MELUSINA

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    LA LEGGENDA DI MELUSINA



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    Oggi tutti sanno cosa sono le sirene, quelle stupende fanciulle metà donna metà pesce che ammaliavano i marinai con la loro bellezza e i loro canti. Il loro mito è oggi vivo più che mai, tanto che c'è ancora oggi una teoria che ne afferma la loro esistenza e non è raro osservare in rete immagini o video di presunte sirene.
    Ci sono poi leggende meno famose, che stanno lentamente svanendo perchè chi le raccontava viveva in luoghi meno popolati, ma non di certo perchè siano meno affascinanti. Eppure quelle leggende faticano a morire e a volte si spostano sul globo, purtroppo venendo modificate per essere ambientate ad oc.
    Una di queste leggende richiama il mito della donna serpente, vivo sopratutto in Giappone dove il folclore è parte della vita quotidiana, ma in realtà quel mito è quasi certamente partito nelle nostra vicinanze, tra il nord Italia e la Francia.
    Melusina è la protagonista di diverse leggende ( non una ) che sin dal tempo dei celti si tramandano di generazione in generazione. La storia poi ci insegna che nel Medioevo e nel Romanticismo ogni leggenda antica è stata amplificata e abbellita di particolari, in modo da allietare i ricchi e le corti.
    Con Melusina diviene tangibile il potere che ogni donna, nel silenzio della sua bellezza, esercita sugli uomini: la donna che consola e inganna, guida alle giuste scelte e ammalia, appare e scompare manifestando la sua libertà, che sa essere mostro soprannaturale e allo stesso tempo una splendida musa.
    Come ho detto la storia di Melusina la si racconta di diverse versioni, ma la più antica parla di Raimondino, un ragazzo francese che durante una battuta di caccia si imbatte in un cervo e inizia a rincorrerlo per i boschi con il suo arco, pronto a scoccare una freccia fatale. Raimondino non è da solo: assieme a lui ci sono altri cacciatori, tra cui lo zio che gli lascia il campo libero per permettergli di imparare al meglio l'arte della caccia.
    La foresta di Colombiers ( un piccolo paesino nel sud della Francia) è fitta e selvaggia e la caccia si prolunga oltre il tramonto, quando il cervo si ferma sopra una roccia. E' ormai buoi quando il ragazzo incocca la sua freccia e la scocca verso il cervo. Un lamento di dolore lo avverte che il proiettile ha fatto centro, ma quando si avvicina alla roccia con orrore scopra che la freccia è infilzata nel petto del suo amato zio, che lentamente spira tra le sue braccia.
    Sconvolto dall'accaduto scappa nel bosco, senza sapere dove andare e cosa fare. Solo all'alba Raimondino si ferma e capisce che il suo errore non può e non deve essere perdonato: decide allora di morire, ma prima di compiere un qualsiasi gesto si reca presso una fonte per poter vedere un'ultima volta il suo volto, il volto del mostro che ha ucciso il suo amato zio.
    Mentre si avvicina all’acqua però vede riflesse tre fanciulle; prova a parlarci, ma non rispondono e quando si specchia nell'acqua non ci sono più. Allora si volta indietro e di fronte a lui ne trova solo una. Lei è Melusina e gli rivela di essere al corrente dell'incidente occorsogli e di poterlo aiutare.
    Sconvolto, ma rincuorato Raimondino è pronto ad accettare ogni cosa pur trovare un po' di pace dal suo dolore. Allora la bellissima fanciulla gli dice che farà sparire dai suoi ricordi e da quelli della gente la figura dello zio, in modo che tutti, lui compreso non soffrano più per tale perdita; ma in cambio lui dovrà sposarla e non dovrà mai cercare di vederla il sabato mentre si fa il bagno.
    La ragazza è talmente bella che Raimondino è lieto di accettare. Il matrimonio è assai felice e prospero: nascono numerosi figli e la prosperità della coppia sembra riversarsi anche sui possedimenti della famiglia, nei quali si accresce la produzione agricola e sorgono nuovi castelli.
    Gli anni passano e la gente invidiosa del loro benessere inizia a spargere false voci sulle misteriose assenze della giovane una volta a settimana, tanto da indurre al sospetto persino Raimondino. La curiosità fino allora repressa non può più essere contenuta e l'uomo, convinto dalle male lingue che la moglie lo tradisca, infrange il tabù nascondendosi nelle stanze in cui ogni sabato Melusina si rifugia.
    Ed ecco che il segreto di Melusina viene svelato ai suoi occhi: il sabato, nel momento in cui si fa il bagno, Melusina si muta in una essere donna per la parte superiore e serpente per quella inferiore ( ci versioni che la descrivono totalmente serpente o addirittura un drago). Melusina non ha solo natura di donna, ma un'identità segreta, che voleva celare a tutti perchè troppo intima per essere condivisa.
    Sconvolto da tanto orrore Raimondino cerca di celare alla moglie la verità che ha appreso, ma i suoi comportamenti lo tradiscono e Melusina, rimasta giovane e bellissima anche dopo aver avuto tantissimi figli, capisce che il suo segreto è stato scoperto. Allora piangendo scappa di casa e torna in quel bosco dove Raimondino l'aveva trovata, per scomparire per sempre nel regno delle acque.
    Ecco che appare evidente la metafora della vita che può essere tranquillamente applicata anche i giorni nostri: in una coppia si l'uomo che la donna hanno i loro segreti, ma nonostante questo il loro rapporto deve essere basato sulla fiducia reciproca: se la fiducia viene a mancare, se il sospetto inizia a farsi strada nel nostro cuore, avviene l'inevitabile rottura.
    Un interessante simbolismo di Melusina è spiegato da Paracelso nelle sue opere: Melusina è simbolo dell’anima che appartiene a quei fenomeni di frontiera che si verificano in particolari condizioni psichiche. Quando c'è un crollo di valori, quando sul futuro si fa il buio, Melusina giunge come presenza reale e soccorrevole: l'inconscio appare come visione mentale, e Melusina emerge dal reame delle acque assumendo sembianze umane, per poi scomparire di nuovo. Essa aiuta, ma anche inganna. E' parente dell'ingannevole Morgana (che significa "nata dal mare"), di Afrodite e di Ishtar.
    Per terminare voglio inserire una poesia di D'Annunzio, ispirate proprio alla leggenda della bellissima, ma misteriosa Melusina.

    <<guarda, assisa, la vaga Melusina,
    Tenendo il capo tra le ceree mani,
    La Luna in arco da' boschi lontani
    Salir vermiglia il ciel di Palestina.
    Da l'alto de la torre saracina,
    Ella sogna il destin de' Lusignani;
    E innanzi al tristo rosseggiar de' piani,
    Sente de 'l suo finir l'ora vicina.
    Già, già, viscida e lunga, ella le braccia
    Vede coprirsi di pallida squama,
    Le braccia che fiorian sì dolcemente.
    Scintilla inrigidita la sua faccia
    E bilingue la sua bocca in van chiama
    Poi che a 'l cuor giunge il freddo de 'l serpente.>>


    Fonte Facebook: Misteri del Mondo - Credere Per Vedere
     
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