Licantropi: Realtà o Leggenda?

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    Licantropi: Realtà o Leggenda?



    Licantropi, o lupi mannari. Uomini che, per cause ignote, si trasformano in lupi condannati a vagare nell'oscurità della notte e a uccidere tutti coloro che si trovano inavvertitamente sul loro cammino. Mostri che esistono davvero o appartengono solo all'immaginario popolare? Esistono testimonianze di persone sopravvissute e corpi dilaniati da un incontro con un licantropo...

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    Nabucodonosor, re biblico di Babilonia, fu il primo licantropo della storia, diveniva spesso lupo a causa della sua vanità. E' una metamorfosi presente in tutte le culture antiche, dalle sciamaniche americane alle greche: nel Mediterraneo abitava il licaone, la macabra conseguenza che subiva un iniziato dopo essersi nutrito di viscere umane. Tra Odino e i Berserk, i Lupercali romani e i Luperci europei, si comprende quanto la figura dell'uomo lupo sia sempre esistita. Ma possiamo parlare solo di leggende? No, quando abbiamo centinaia di documenti scritti ed episodi accertati che abbracciano tutto il mondo. L'Italia non è da meno: morti misteriose e incontri inspiegabili accaduti anche pochi anni fa.

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    Iniziamo il nostro itinerario appena fuori confine, con uno dei casi più incredibili e con il maggior numero di testimonianze finora raccolte. "In bocca al lupo" si sentì dire una fanciulla del Lozère, nel sud della Francia, una frase che udiva spesso ma che ancora non aveva avuto modo di sperimentare. Ed ebbe l'incontro che cambiò la sua vita: era il 1764 quando la videro giungere al villaggio in condizione disperate. Abiti strappati, ferite: violenza di qualche malintenzionato? No, con il fiato in gola riuscì appena a descrivere il mostro che nei giorni a seguire attaccò altri contadini che non ebbero la sua stessa fortuna. Era un enorme lupo nero con due canini laterali, dalle spaventose fattezze umane.
    Dietro il suo passaggio corpi mutilati, laghi di sangue, viscere. I sopravvissuti realizzarono numerosi disegni di quello che rimase nella storia come la bestia di Gevaudan. Si scatenò una vera guerra tra uomo e lupo, che sterminò purtroppo splendidi esemplari con un solo obiettivo: lui. Errori su errori: ogni ricompensa ricevuta per averlo trovato era subito ritirata il giorno dopo, quando spuntavano nuovi cadaveri. Ma improvvisamente, da un giorno all'altro finì. La bestia fuggì in cerca di nuove prede?

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    Sono "lupi particolari" quelli che abitavano i dintorni di Varese Ligure, "non proprio lupi e neppure uomini", esseri intelligenti in grado di evitare le pecore per attaccare direttamente pastori e contadini. Non era fatto strano che il vicino di casa fosse segnato da profonde ferite, non era strano neppure non vederlo più. Un fatto di cronaca segna invece il castello di Cusago, luogo del ritrovamento di un cadavere la sera del 4 luglio 1792. Segno particolari: corpo sventrato. Fu un testimone a spiegare ciò che sembrava un omicidio non convenzionale: "Una belva dalla testa molto larga, muso acuto, grandi denti esterni, pelo cupo e macchiato". E ancora, riguardo ad altre vittime: "Dopo lunghe ricerche trovano la misera fanciulletta, avendo osservato che scannata l'aveva alla gola, quasi per beverne prima il sangue".

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    Volete incontrarlo? Presumo di no. Ma nel caso, il lupo si trova oggi imbalsamato al Museo di Storia Naturale dell'Università di Pavia. Padova, città sotto shock nel 1541, quando un folle contadino assalì altri suoi vicini uccidendoli. Era feroce come un lupo anche se non lo appariva, fino a quando l'uomo, tornato in sè, confessò. in preda a terribili dolori disse che i peli gli erano cresciuti sotto pelle e implorò aiuto prima di perdere nuovamente il controllo. I giudici terrorizzati lo spogliarono e gli amputarono braccia e gambe, attesero la trasformazione ma l'uomo dissanguato morì. Non fu un caso isolato: famosi nell'Impero Romano erano i "versipellis", uomini che divenivano lupi "dentro la pelle", come racconta Nicerote dopo aver assistito al fenomeno durante il plenilunio.

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    "Quando giunge l'ora fatale della metamorfosi chiudono bene la stalla. Indi il disgraziato versa l'acqua nella polvere, si rotola in essa e diventa lupo minario. Poscia emana urli feroci da far arricciare il pelo". E' quanto scriveva nel 1894 Antonio Argondizza in Calabria nei fronti di Ferdinando C., che sempre allarmava i suoi cari quando percepiva l'inizio della trasformazione. Si mostrò solo a un fidato amico, perchè era difficile credergli e lui aveva bisogno di essere aiutato. Lo fece salire su un piano rialzato affinchè lo osservasse dall'alto in sicurezza. "Levò la testa feroce cogli occhi iniettati di sangue, spalancò le terribili fauci con spaventosi urli da farmi tremare a verga!" disse il testimone.

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    Castello di Cusago (MI)



    Non ebbe neppure il tempo di avere paura la novella sposa di San Giorgio Morgeto, sbranata la prima notte di nozze. La colpa? Non era al corrente di aver sposato un licantropo. Il marito le aveva raccomandato di non seguirlo la notte ma lei, sospettosa, non lo ascoltò. Immaginiamo le conseguenze. Soffrire di mal di luna: non raro in Sicilia e nessun farmaco portava sollievo. Ne era soggetto il "lupunaru", per il quale venivano divulgati veri e propri avvisi: "Al crepuscolo affrettarsi a salire su un punto elevato in quanto egli predilige le strade piane". Ma come si diventava lupo mannaro? Secondo la tradizione lo diveniva chi nasceva durante le feste sacre.

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    Per guarire si incideva una croce nel piede del neonato, con un punta di ferro rovente. Da adulto non servivano pallottole d'argento, era sufficiente ferirlo e fargli uscire anche una sola goccia di sangue. Meno dispendioso e più efficace, il problema era uno solo: chi aveva il coraggio di avvicinare e pungere una bestia feroce? Non è da escludere che i santi "amici dei lupi" come San Francesco e Sant'Ugo, utilizzassero proprio questa curiosa tecnica: dopotutto avvicinavano sempre i lupi violentissimi e solitari che sbranavano gli abitanti dei villaggi. Licantropia: una semplice malattia? Considerata una patologia psicologica, indurrebbe chi ne è affetto a comportarsi come un lupo a seconda del mutamento degli astri. Ma non solo. Oltre alla rabbia trasmessa attraverso il morso con conseguenze devastanti, è stata avanzata l'ipotesi della acromegalia, malattia che provocherebbe una crescita abnorme delle ossa, delle mani e dei piedi, oltre a disturbi del sonno.

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    Casa dei Venti Boca



    Tutto questo però non è riconosciuto dalla scienza ufficiale, fatto che ci catapulta ancora nel dubbio. Licantropia: come il caso della Casa dei venti di Boca. Fu costruita da Alessandro Antonelli per la sorella e, nonostante gli impegni, le faceva visita molto spesso. La donna avrebbe sposato un ingegnere minerario di Stoccarda, morto giovane in quanto affetto da licantropismo, malattia che avrebbe trasmesso alla moglie. Il nome Casa dei venti venne dato forse per gli strani ululati causati dal vento che attraversava la torre dalla curiosa forma di un flauto. nessuno vide mai la donna. Solo il fratello, che andava e tornava di continuo, un architetto eccentrico, autore dell'Oscura Mole Antonelliana di Torino. Il lupo è presente ovunque: dalle favole ai film, dal mito alla storia, dalla religione alle cronache. Non ci sorprendiamo se, a ogni luna piena, il nostro pensiero è per lui.

    Testo a cura di: Isabella dalla Vecchia
    Fonte Editoriale: Mistero
     
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