La vera Storia di Babbo Natale

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    La vera Storia di Babbo Natale



    La magica notte della Vigilia si sta avvicinando. In quella notte milioni di bambini di tutto il mondo attendono l'arrivo di Babbo Natale con i suoi doni. Ma chi è veramente Babbo Natale? Come è nato il suo mito? Qual'è la sua vera storia?

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    Era una fredda notte d'inverno, fra il 243 e il 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma amici e parenti si scambiarono le prime strenne per festeggiare il dies natalis. Ricchi cesti di frutta e doni di ogni tipo divennero il simbolo di prosperità nel momento dell'anno in cui la nascita di Gesù coincise con l'ascesa al trono dell'imperatore. Con il passare del tempo questo scambio di doni divenne un vero e proprio rito e trovò la sua raffigurazione in un vecchio paffuto dalla lunga barba bianca, Babbo Natale. La tradizione lo racconta al lavoro tutto l'anno al Polo Nord, aiutato da tanti gnomi nella costruzione di giocattoli da distribuire a tutti i bambini nella notte di Natale, a bordo di una slitta volante trainata da renne. E tutti i bambini, quella notte lo aspettano guardando di nascosto il camino. Ma perchè proprio il camino?

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    San Nicola



    Forse Babbo Natale è esistito veramente e il suo vero nome potrebbe essere San Nicola. Nato da una ricca famiglia a Patara, in Turchia, divenne vescovo di Myra in Lycia nel IV secolo e, quando morì, fu sepolto in questa località. A Mira le sue spoglie rimasero custodite fino al 1087, quando vennero trafugate da un gruppo di devoti italiani che organizzarono una spedizione per rubarle, portandole nella città di Bari dove sono tutt'ora conservate. Dopo la morte del Santo si tramandarono diverse leggende. Quella che ha fatto meritare a San Nicola l'appellativo di paladino di tutti i bambini è del greco Michele Archimandrita confermata poi da Dante nel purgatorio (xx, 31-33). Archimandrita narra di un padre , un nobiluomo caduto in disgrazia e disperato perchè non aveva la dote per far sposare le tre figlie, destinate così alla prostituzione. Il santo, commosso dai lamenti di quest'uomo, decise di aiutarlo, lanciando per tre notti seguenti, dalla finestra sempre aperta del vecchi castello, tre sacchi di monete che sarebbero state la dote per le tre giovani.

    Tutto filò liscio le prime due notti, ma la terza San Nicola trovò la finestra misteriosamente chiusa. Deciso a portare a termine il suo intento il Santo, descritto con una lunga barba bianca, si arrampicò sui tetti e gettò l'ultimo sacco dal camino. Le monete andarono a finire dentro a delle calze stese ad asciugare. Così, dal tentativo fallito di restare anonimo da parte di San Nicola nasce la tradizione di lasciare di nascosto dei doni sotto l'albero la notte della Vigilia. E quella che chi porta i doni scenda dal camino.

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    E' curioso notare che San Nicola era chiamato anche "il marinaio". Questo ci riporta a un mito ancora più antico, risalente addirittura alla cultura classica greca, che narra come Poseidone, il dio del mare, fosse un dispensatore di doni. Inoltre, il nome Nicola potrebbe derivare da quello del dio greco Nickar, anch'egli ritenuto nell'antichità un dio molto generoso.Un tempo i pacchetti venivano scartati proprio il 6 dicembre, festa di san Nicola, ma poi il Santo divenne così famoso che la festa si prolungò fino al ventiquattro che è ancora oggi la data ufficiale per lo scambio dei regali. Curioso anche come il numero tre ritorni ripetutamente nella storia del Santo: tre figlie, tre notti, tre sacchi di monete. Il numero si ricollega ai tre doni portati a Gesù dai Re Magi, e alla tradizione secondo cui il sole resterebbe fermo sopra l'orizzonte dal 21 al 24 dicembre.

    Sono questi i tre giorni del solstizio d'inverno, in cui la morte apparente dell'astro veniva interpretata come segno della sua rinascita, dal momento che nei giorni a seguire il sole sarebbe diventato visibilmente più alto e più luminoso sopra l'orizzonte. San Nicola era dunque vescovo della città di Myra in Turchia, ed è qui che è nata un'altra leggenda. Si racconta infatti che esortò tutti i sacerdoti della sua diocesi a diffondere il cristianesimo anche dove i bambini non potevano andare in chiesa, per via del freddo invernale. A quei bambini i parroci avrebbero dovuto anche portare un regalo. I sacerdoti obbedirono, ognuno di loro portava con sè un sacco pieno di giochi e raggiungeva i bambini su una slitta trainata da cani.

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    Nel corso dei secoli l'aspetto del Santo è cambiato. Dopo la riforma protestante del 1500, i santi non erano visti di buon occhio, ma la tradizione dei regali doveva essere conservata. Ogni nazione europea adottò quindi il proprio sostituto di San Nicola: In Inghilterra divenne un vecchio con la barba, mentre in Germania fu Gesù Bambino a diventare dispensatore di doni. Venne cambiato anche il nome del Santo, da San Nicola all'olandese Sinter klass, da cui sarebbe derivato l'inglese Santa Claus, che ancora oggi è il nome anglosassone di Babbo Natale. Il vecchio inglese era vestito con un lungo abito verde scuro e la mitra vescovile diventò un cappuccio verde con un pon-pon bianco. Ma quando Babbo Natale ha indossato per la prima volta la divisa rossa? A Boston nel 1885, in un'illustrazione di alcune cartoline natalizie a opera del tipografo Luis Prang. Fu però la campagna pubblicitaria della Coca-Cola, iniziata nel 1939, a rendere famosa questa immagine in tutto il mondo.

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    Il vero artefice del cambio d'abito di Santa Claus è stato il pittore illustratore di statunitense Haddon Sundblom, che diede vita a Babbo Natale più umano e realistico, rappresentandolo come un vecchio rassicurante e vestito di rosso e bianco, i colori appunto del logo Coca-Cola, Sundblom si ispirò a un anziano vicino di casa e usò proprio il suo volto. E le renne? Anche qui il legame di Santa Claus con questi animali trae origine dal vero San Nicola. Come abbiamo detto i suoi sacerdoti distribuivano i regali ai bambini spostandosi su slitte trainate da cani. San Nicola, invece, faceva portare il fardello dei doni a un asinello. Le renne comparirono solo nei primi dell'Ottocento create dalla fantasia di alcuni scrittori che le ritennero più suggestive. Clement Clarke Moore scrisse una poesia per i suoi figli in cui diede un nome a tutte le otto renne di Babbo Natale: Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Comet, Cupido, Blitzer e Donner. E nel 1939 venne aggiunta Rudolph da naso rosso, creata a scopo pubblicitario da una catena commerciale americana.

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    Rudolph veniva snobbato dalle altre proprio per via del suo naso rosso e brillante e, per questa ragione, veniva esclusa da tutti i giochi da renna. Una notte di Natale particolarmente nebbiosa, però, Rudolph ebbe la sua rivalsa. Santa Claus in persona le chiese di guidare a slitta perchè la luce del suo naso avrebbe illuminato la foschia. Da allora Rudolph divenne la renna più famosa e simbolo del riscatto degli emarginati. Ma ci sono altri aiutanti di Babbo Natale: gli nomi. Pare che, inizialmente, santa Claus si facesse accompagnare da Peter il Nero durante la consegna dei doni: Peter aveva il compito di punire i bambini ancora svegli. Siccome era un'immagine piuttosto negativa, nel corso degli anni si persero le tracce di Peter e gli gnomi diventarono più di uno, tutti abili costruttori di giocattoli.

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    Ma come fanno, Babbo Natale e gli gnomi, a sapere cosa desiderano i bambini come dono? La tradizione vuole che siano proprio i bambini, con l'aiuto dei genitori, a scrivere una lettera che, oltre a contenere la dichiarazione di essere stati buoni durante l'anno, consente di esprimere il desiderio del gioco preferito. Ogni anno vengono scritte milioni di lettere in tutto il mondo. Lettere indirizzate proprio a Santa Claus, e in molti Paesi sono gli uffici postali ad accettarle. In Canada, per esempio, e stato predisposto un codice postale apposito per Babbo Natale e dal 1982 sono circa 13mila gli impiegati di questi uffici che si offrono di rispondere gratuitamente, mentre Santa Claus e i suoi gnomi sono al lavoro.
    Ma dove si trova l'officina dei giocattoli e la casa di Babbo Natale? Ancra una volta è una leggenda a svelare il mistero: nella remota Lapponia, nell'estremo nord-est, esiste una montagna con due picchi a forma di orecchio. E' la montagna Korvatunturi, che tradotta dal finlandese è la "Montagna dell'orecchio". Si dice cvhe Santa Claus vivrebbe da sempre lì, dentro alla sua grotta, e che solo lui, gli gnomi e le renne conoscano il sentiero segreto per arrivare alla montagna magica in quell'angolo sperduto di mondo. Negli anni 50 Babbo Natale ha sentito il desiderio di incontrare la gente e ha deciso di farlo in un villaggio sul corcolo polare artico. A pochi chilometri da Rovaniemi, nel freddo polare e in un paesaggio coperto dalla neve già alla fine di ottobre, sorge il villaggio Joulupukin Pajakyla, il Paese di Santa Claus.


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    La sua dimora è diventata così una meta turistica per milioni di bambini che vogliono chiedere id persona il loro regalo a Babbo Natale, che in Lapponia chiamano Joulupukki. Il paffuto signore con il vestito rosso li accoglie sorridendo seduto su una grande sedia, in una stanza piena di giochi, pacchetti e decorazioni natalizie. Un sogno che diventa realtà per i bambini che lo guardano trattenendo il fiato. E così Babbo Natale di strada ne ha fatta tanta, dalla calda Turchia alla gelida e lontana Lapponia. In origine era un vescovo, poi un Santo, e dopo ancora il simbolo del Natale. Noi abbiamo cercato di raccontarvi la sua vera storia con i riferimenti storici, date, luoghi e leggende. La magia ce la regala questo anziano signore dalla lunga barba bianca: ce la regala ogni anno, nella notte della Vigilia, mentre scartiamo i regali con i bambini. Mentre loro giocano ci avviciniamo alla finestra e, gettando uno sguardo verso il cielo, speriamo sottovoce di vedere anche solo di sfuggita la sua slitta volare. E questo per noi è il suo dono più bello.

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    Fonte Editoriale: Mistero
    Testo a cura di: Simona Gonzi


    Edited by Selene_Moon - 8/12/2015, 07:43
     
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  2. Cassie Nightingale
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    In realtà la leggenda vera è ancora più antica e proviene dai Nativi Americani prima dell'invasione delle Americhe, la coca cola non si è invetata il volo ma l'ha preso dagli sciamani Nativi Americani, si tratta di una pratica sciamanica simili forse ai viaggi astrali.
    Un capo tribù nella notte del 21 o 23 andava in giro tra i villaggi vicini e il suo a dare doni come piccoli giocattoli e dolci ai bambini e adulti.
     
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    CITAZIONE (Cassie Nightingale @ 22/12/2015, 21:53) 
    In realtà la leggenda vera è ancora più antica e proviene dai Nativi Americani prima dell'invasione delle Americhe, la coca cola non si è invetata il volo ma l'ha preso dagli sciamani Nativi Americani, si tratta di una pratica sciamanica simili forse ai viaggi astrali.
    Un capo tribù nella notte del 21 o 23 andava in giro tra i villaggi vicini e il suo a dare doni come piccoli giocattoli e dolci ai bambini e adulti.

    Quindi secondo questa "leggenda" a quando si potrebbe catalogare l'inizio del Natale? Interessante sapere questa cosa omessa dall'articolo che ho pubblicato :)
     
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  4. Cassie Nightingale
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    Purtroppo la chiesa omette molte cose, quelli che chiamiamo Nativi Americani giunsero per primi in america quando lo stretto di Berger era gelato, partirono dalla Siberia e dall'Himalaia e loro festeggiavano il Soltizio d'inverno, anche l'abero di natale e le uova di pasqua non ché il 25 dicembre sono cose Pagana anche il Rosario in realtà era un'abitudine pagana, non saprei ma il natale è una cosa antica prima del cristianesimo.
    Si dice che la Nasa segua la ipotetica rotta di babbo natale tutti gli anni, chissà poi perché, io una volta anni fa il 24 ho sentito i campanelli di una slitta, non sono uscita di casa a guardare ma era la prima volta che mi succedeva e l'ultima fino ad ora, solo che dove abitavo io prima non c'erano slitte in città, tutto può essere a questo mondo, ne ho viste di cose strane che non mi stupisco più di nulla.
     
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  5. Cassie Nightingale
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    Ecco cosa avevo trovato l'ho sul mio pc ma non so dove al'avevo letto.

    La leggenda di Babbo Natale sembra essere legata ad un antico mito Lappone di volo estatico dello Sciamano?

    Il volo ripreso dalla Coca Cola

    Era usanza tra i Lapponi celebrare una particolare cerimonia più o meno nel periodo del nostro Natale, dove lo Sciamano volava in cielo guidato dall'Amanita Muscaria (fungo allucinogeno da colore rosso e bianco!). Lo Sciamano saliva sull'Asse del Mondo uscendo dalla yurta per parlare con le divinità, al suo rientro rientrava nella tenda dal foro nel soffitto riscendendo l'Asse del Mondo.
    Da questo viaggio riportava conoscenza e saggezza, doni (!) per tutta la comunità.


    Il Babbo Natale Nativo Americano prima di quello Lappone o in contemporanea?

    Il Fellow Handsome
    Un certo numero di culture diverse hanno una figura gentile che cura i bambini per caramelle e doni durante il periodo natalizio. Per molti nativi americani, questo signore è noto come il Fellow Bello.

    La leggenda si riferisce a un capo Creek nominato Chief Hobbythacco, che si traduce in inglese come "bel ragazzo". Ha fatto parte degli sforzi diplomatici in America coloniale, e spesso elargire altri capi tribali con doni da condividere tra loro le persone. Alcuni indiani americani incoraggiare i bambini a credere che il Fellow Bello è responsabile per lasciare regali il giorno di Natale, mentre altri credono di Santa viene a visitare.
     
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4 replies since 21/12/2014, 12:21   257 views
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