Titanic, all'asta la lettera della superstite

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    Titanic, all'asta la lettera della superstite: «Sembra che abbiamo fatto male a salvarci, non è disonorevole?»



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    «Come è stato gentile a spedirmi un telegramma da New York carico di comprensione sulla nostra salvezza. Stando al modo in cui siamo stati trattati al nostro ritorno non sembra che abbiamo fatto una cosa giusta nell’esserci salvati. Non è disonorevole?». Scriveva così, affidandosi a una lettera inviata a un destinatario rimasto anonimo, il 27 maggio del 1912 Lucy Duff-Gordon, costumista e sarta londinese famosa tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo ma soprattutto superstite della tragedia del Titanic, per esprimere tutta la sua amarezza di reduce “imputata”.

    Un mese prima il transatlantico più famigerato della storia era affondato nelle acque dell’oceano portandosi giù 1518 passeggeri ma lei, insieme al marito Cosmo, era riuscita a scampare alla morte trovando rifugio in una scialuppa - potenzialmente atta a trasportarne 40 - con a bordo solo 12 persone, compresi sette membri dell’equipaggio. Divenuta il bersaglio prediletto dei tabloid americani e inglesi, che accusarono il coniuge di aver corrotto i marinai per spingerli a condurre immediatamente l’imbarcazione a distanza di sicurezza dal luogo dell’impatto tra l’iceberg e la nave invece di provare a recuperare nuovi viaggiatori, Lady Duff-Gordon in quei giorni del maggio del 1912 non trovò altro sfogo al di fuori della missiva, straordinaria testimonianza destinata ad andare all’asta a Boston, con valutazione indicativa di seimila dollari, il prossimo 22 gennaio. “Si incontra raramente corrispondenza di passeggeri del Titanic dal contenuto così eccezionale”, ha affermato Bobby Livingston, vicepresidente esecutivo della società “RR”.

    Unici testimoni, con Joseph Bruce Ismay, amministratore della “White Star Line”, la compagnia proprietaria del Titanic, tra i reduci nell’inchiesta governativa britannica aperta sul disastro, i Duff-Gordon furono grandi protagonisti mediatici del processo; al termine del dibattimento Combo fu scagionato dall’infamante accusa di corruzione, anche se si appurò che la scialuppa in cui ripararono lui e la moglie avrebbe potuto benissimo salvare altre vite umane. Nel frattempo, come emerge dalla lettera e come poi avrebbe affermato Lucy stessa più avanti, critiche e insinuazioni avevano fatto molto male alla coppia, specialmente a Sir Duff-Gordon che, a quanto pare, avrebbe sofferto moltissimo per tutto il resto della sua vita.

    Fonte: ilmessaggero.it
     
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