L'incubo di Hill House

5 luglio 2014

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    « Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant'anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola. »
    ( Shirley Jackson, L'incubo di Hill House (1959), traduzione di Monica Pareschi)
    L'incubo di Hill House (The Haunting of Hill House, 1959, noto in Italia anche come La casa degli invasati) è il più celebre romanzo della scrittrice americana Shirley Jackson (14 dicembre 1916 - 8 agosto 1965), e uno dei più famosi racconti di fantasmi della letteratura del XX secolo. Travalicando i confini del genere horror, il romanzo della Jackson si avvicina per eleganza a capolavori della ghost story come Il giro di vite di Henry James. Autori come Ray Bradbury e Stephen King hanno riconosciuto la sua influenza.


    La trama

    Protagonista del romanzo è Eleanor Vance, una ragazza che da bambina è stata protagonista di un fenomeno di poltergeist, e che per questo è stata chiamata da un certo professor Montague - un antropologo interessato ai fenomeni paranormali - a trascorrere l'estate a Hill House, una casa che si suppone infestata. Montague pensa infatti che la presenza di alcuni sensitivi possa catalizzare meglio le presenze soprannaturali della casa, e per questo ha convocato diverse persone protagoniste a vario titolo di eventi paranormali: all'appuntamento, tuttavia, si presentano solo Eleanor, e una ragazza spregiudicata e anticonformista - Theodora, un'artista di cui la Jackson suggerisce tra le righe un orientamento omosessuale - che ha manifestato poteri ESP. Completa il quartetto Luke Sanderson, ultimo erede dei proprietari di Hill House, un giovanotto spensierato e attraente che ha il compito di vigilare sulla proprietà.


    Eleanor ha trascorso la giovinezza ad accudire la madre inferma: ora che la madre è morta (una morte di cui Eleanor tende a colpevolizzarsi, avendola forse inconsciamente causata per non essersi svegliata la notte in cui la madre era morta) vive con la sorella e il cognato, una coppia gretta e piccolo-borghese che non le lascia alcuna autonomia. Per Eleanor, l'invito del professor Montague rappresenta la prima possibilità di andarsene di casa dopo una giovinezza infelice: per questo ruba la macchina della sorella, e si dirige a Hill House. Eleanor ha un carattere tenero e dolce, e una natura sognante: incapace di confrontarsi col prossimo, e con forti problemi di relazioni, tende tuttavia a racchiudersi in un mondo suo, inventando menzogne su di sé e sul proprio passato. Così, quando incontra Theodora e Luke, mentre crede da un lato di aver trovato finalmente degli amici e la possibilità di vivere una vita normale, dall'altro sviluppa con loro una relazione gelosa e piena di fobie, a cui non è forse estranea un'attrazione erotica (parzialmente ricambiata) nei confronti di Theodora.


    Intanto, Hill House - sotto l'apparenza di normalità - si svela un luogo da incubo: la casa è costruita in modo strano, con impercettibili scarti nelle proporzioni e nelle inclinazioni di piani e angoli da generare fenomeni bizzarri, dalle porte che si chiudono senza che nessuno le tocchi a vaghi sentimenti di spaesamento e malessere generati da giochi ottici. Parallelamente, iniziano a verificarsi fenomeni paranormali: poltergeist, scritte sui muri che chiamano Eleanor, voci, presenze, apparizioni spettrali. La Jackson non ricorre mai a facili effetti splatter o horror: i fenomeni di Hill House generano un'inquietudine sottile, che conduce gradatamente i protagonisti ad esasperare le loro tensioni, ed Eleanor alla pazzia.
    Infine, una notte, Eleanor impazzisce definitivamente: inizia a battere colpi sulle porte, e rischia anche di morire. Montague, Luke e Theodora decidono dunque di allontanarla: Eleanor, tuttavia, sente che ormai la casa è sua, che la casa la vuole, e - del resto - non ha altro posto dove andare, dato che ha rubato l'auto della sorella e non ha più una casa sua.

    Come trascinata da una determinazione soprannaturale, Eleanor prende la macchina e si schianta intenzionalmente, morendo, contro un albero, e il romanzo si conclude con le stesse parole con cui si era aperto: se non c'era un fantasma prima c'è ora, ed è la stessa Eleanor che si aggira sola per le stanze di Hill House.


    Opinioni sul finale

    L'incubo di Hill House è un'opera di horror elegante e raffinato, costruita con uno stile allusivo e mai esplicito: in particolare, il finale è aperto a diverse interpretazioni. Si può pensare, infatti, che i fenomeni di Hill House siano frutto della suggestione derivata dal luogo: Eleanor, già prostrata psicologicamente, impazzisce e si uccide, mentre i fenomeni verificatisi in precedenza non sarebbero altro che allucinazioni collettive generate dall'atmosfera tetra della casa e dalle sue proporzioni distorte. Costruito - come Il giro di vite - sulla scia dei racconti fantastici ottocenteschi analizzati da Cvetan Todorov, L'incubo di Hill House lascia dunque aperto uno spiraglio a un'interpretazione "razionale" degli eventi inspiegabili. Viceversa, se si accetta l'interpretazione soprannaturale, è possibile che le "presenze" di Hill House abbiano chiamato a sé Eleanor, fra i quattro la più suggestionabile: è possibile tuttavia una lettura ulteriore dell'opera, e cioè che la casa ed Eleanor siano inestricabilmente legate, e che Eleanor sia fin dall'inizio - in una logica spazio-temporale che esclude il "prima" e il "dopo", la causa e l'effetto - il fantasma di Hill House.

    Nella notte in cui impazzisce, Eleanor produce - nella sua follia - gli stessi fenomeni che gli altri, ed Eleanor stessa, avevano avvertito nelle notti precedenti: la precedente proprietaria aveva udito qualcuno muoversi per la casa, la notte, facendo ciò che Eleanor stessa avrebbe fatto decenni dopo. La casa chiama dunque a sé Eleanor perché Eleanor è già sua: Eleanor infesta da secoli Hill House, inestricabilmente avvinta alla casa in una dimensione a-temporale.


    Fortuna del libro

    L'incubo di Hill House è unanimemente considerato un capolavoro della narrativa horror e non solo, ed è stato spesso correttamente avvicinato al Giro di vite di Henry James per affinità di temi e di soluzioni narrative. Nel suo saggio Danse macabre, Stephen King ha trattato diffusamente del romanzo, dichiarandolo come una delle sue maggiori influenze.

    Il libro ha avuto due adattamenti cinematografici, nel 1963 e nel 1999, entrambi col titolo di The Haunting: il secondo, in particolare, si discosta notevolmente dal testo della Jackson, accentuando la componente omoerotica della figura di Theodora nei suoi rapporti con Eleanor. A lungo noto in Italia come La casa degli invasati, L'incubo di Hill House è stato restituito al suo titolo originale (per quanto "Haunting" non significhi letteralmente "incubo", bensì "infestazione") dalla nuova edizione realizzata nel 2004 dalla casa editrice Adelphi.

    ShirleyJackson


    L'Autrice Shirley Jackson



    Fonte: Wikipedia
     
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