Maria Antonietta e L’Affare della Collana

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    Maria Antonietta e L’Affare della Collana



    marie_antoinette



    Come ebbe inizio la Rivoluzione Francese? Con la presa della Bastiglia. E ancora – come ebbe inizio la Rivoluzione Americana? Con gli scontri di Lexington e Concord.

    Queste sono le risposte di routine, ma nessuno dei due eventi segnò il primo vero atto di sfida contro la Corona.

    Quest’articolo racconta i fatti avvenuti. L’evento, che aprì la strada la Rivoluzione Francese, fu uno dei più noti scandali pubblici della Storia. Grandi fortune accumulate e perdute, cupidigia, mistero ed intrighi ne furono gli ingredienti; durante il suo svolgimento, i vertici della società francese stettero l’uno contro l’altro, ma alla fine la monarchia ne uscì danneggiata a scapito di entrambi e la reputazione della seconda più alta carica della monarchia francese fu distrutta completamente. La storia comincia con tre giocatori; il primo è quella famosa carica pubblica – la Regina di Francia: Maria Antonietta. Ed è proprio in questa sventurata figura della storia di Francia che questa storia ha la sua causa, il suo credito e il suo richiamo.



    La Regina
    Maria Antonietta era una principessa austriaca quando giunse in Francia nel 1770, all’età di 15 anni, per sposare l’erede al trono. Lei e Luigi XVI, suo marito, erano ancora giovanissimi quando salirono al trono nel 1774. Mentre suo marito era goffo e sgraziato, Maria Antonietta era ammirata per la sua leggendaria bellezza, grazia ed eleganza e per i suoi gusti, che dettavano moda in tutta Europa. Era orgogliosa della sua figura e delle sue origini quale principessa della Casa d’Asburgo, la più antica casa reale in Europa. Il suo orgoglio fece risentire la vecchia nobiltà della Francia, un paese che era stato in guerra contro l’Austria per la maggior parte del diciottesimo secolo. Maria Antonietta era inoltre al centro di vari pettegolezzi per la sua incapacità (dovuta all’impotenza di Luigi) di restare incinta e dare un erede al trono, per la sua insofferenza per l’etichetta di corte e per il suo stile di vita, ritenuto frivolo e costoso. Quest’ultimo includeva il gioco d’azzardo, balli mascherati, appuntamenti a tarda notte e voci su presunti amori con uomini e donne. Nel 1785, esisteva una letteratura clandestina in cui la Regina compariva in canzoni, dipinti e libelli pornografici.

    Per la gran parte, il comportamento dissennato di Maria Antonietta durante i suoi primi dieci anni in Francia fu una reazione alle sue frustrazioni coniugali; ma nel 1778, Luigi subì un’operazione e la coppia riuscì finalmente a concepire figli. Nel 1785, Maria Antonietta aveva ormai tre figli. Stava maturando e il suo stile di vita era diventato più sedentario e meno stravagante. Tuttavia, il cambiamento non poteva essere notato dal pubblico inconsapevole e fece poco per far cambiare idea a coloro che nutrivano antipatia nei suoi confronti.

    Il nobiluomo
    Con questo retroscena nel 1784, entrano nella commedia i due attori principali – uno, un grande nobiluomo, e l’altra, un’impostora che lo raggira. Il nobiluomo era Louis René Édouard de Rohan, Cardinale di Francia ed erede di una delle più antiche e famose case nobiliari. Tuttavia, il Rohan aveva un problema: era in disgrazia presso la Corte francese. Alla madre della Regina, l’imperatrice Maria Teresa, non piacque Rohan – che era un frivolo donnaiolo – quando egli prestò servizio diplomatico in Austria. Influenzata dalla madre, anche Maria Antonietta rifiutò di ricevere il Rohan e addirittura non gli rivolse la parola quando questi ritornò in Francia. Per 10 anni, il Rohan aveva desiderato di diventare un membro della ristretta cerchia di amici della Regina, con i favori e la protezione che potevano conseguirne. Rohan, il dandy, era inoltre attratto dalla bellezza della Regina e si illudeva che se ella lo avesse accolto nel suo circolo, anche lui avrebbe potuto godere dei suoi favori – quelli del tipo di cui spesso correva voce a corte.

    L’impostora
    L’impostora era la Contessa de La Motte. Discendeva dall’antica e famosa famiglia dei Valois, che da tempo aveva perso le proprie risorse, e si trovava senza mezzi di sostentamento quando arrivò a Parigi. La Contessa de La Motte, tuttavia, era anch’essa piuttosto attraente e desiderosa di sfuggire alla povertà ed ottenere una vita di piaceri e di comfort aristocratici. Cercò di attirare la benevolenza dei reali a corte in quanto rappresentante di una delle famiglie più antiche di Francia. Cominciò a fingere svenimenti a corte e in conseguenza di ciò fu notata da Madame Elizabeth, la sorella del Re, che le fornì qualche somma di denaro. Fu notata anche dal Cardinale Rohan, e nel 1784 era ormai sua amante. Benché non fosse riuscita ad ottenere l’interesse o il supporto della Regina, o addirittura ad incontrarla, la contessa riuscì a convincere il Cardinale Rohan del fatto che lei godeva dei favori di Maria Antonietta. Rohan credeva ciecamente ai racconti che circolavano a corte sulla depravazione sessuale di Maria Antonietta. Utilizzando al meglio la propria figura ben proporzionata e l’aspetto attraente, la de La Motte riuscì a convincere il Rohan di essere diventata una delle varie amanti della Regina, proprio come anche egli sperava di diventare un suo amante.

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    La collana
    Ed ecco l’oggetto che tutti desiderano: una collana a 2800 carati. Un girocollo di diciassette diamanti, da cinque a otto carati ciascuno, dal quale dipartivano festoni e pendenti intrecciati; poi la collana vera e propria, una doppia fila di diamanti culminante in una pietra a undici carati; e infine quattro pendenti a forma di nastro erano collegati alla collana. Costava 1.600.000 livres, che tradotto in valuta odierna potrebbe essere l’equivalente di 100 milioni di dollari USA. Il gioielliere Charles Bohmer aveva fatto fare questa bellissima collana per Madame du Barry, ma quando Luigi XV morì e la du Barry fu bandita da corte, Bohmer ripose le sue speranze sul fatto che la nuova Regina avrebbe acquistato la collana. Ella la provò davanti alle sue dame, ma non volle acquistarla né permettere a Luigi che gliela regalasse. “Meglio comprare una nuova nave per la nostra flotta che spendere una tale somma per una collana, per quanto bella sia …” disse.

    L’opportunità
    Anche Boehmer aveva visto la de la Motte a corte. Come il Rohan, anche il gioielliere credeva ai pettegolezzi di corte su Maria Antonietta. Il gioielliere era sensibile al fascino della contessa e credeva che ella godesse dei favori della Regina e, così, la scelse come intermediario. Sapendo quanto il Rohan fosse ardentemente desideroso di ottenere i favori della Regina, la contessa vide quanto era opportuno fare credere a entrambi gli uomini che ci fosse intimità tra lei e la Regina per soddisfare i desideri di entrambi e arricchire se stessa. Disse al cardinale che la Regina desiderava che egli acquistasse la collana in gran segreto per suo conto. Il cardinale ottenne la collana dal Bohmer e la consegnò a Madame de la Motte, aspettandosi che il conto fosse pagato dalla Regina. Naturalmente, Maria Antonietta non vide mai la collana. La de la Motte diede i diamanti a suo marito, che li portò a Londra e li vendette. La contessa produsse false lettere da parte della Regina per il Rohan a prova dell’interesse che ella provava per la collana, della sua approvazione del piano della contessa, e della rassicurazione che il Rohan poteva aspettarsi di ottenere i favori della Regina.

    L’appuntamento
    Le lettere tennero il Rohan soddisfatto per qualche tempo, ma a Versailles Maria Antonietta continuava ad ignorarlo come sempre. L’uomo voleva un segno dell’interesse di lei nei suoi confronti e, quando chiese di più, il pezzo finale del ‘puzzle’ fu trovato nei giardini del Palais Royal a Parigi. Si trattava di una prostituta di 25 anni, Madame d’Oliva, bionda, formosa e con una camminata arrogante, che la gente chiamava “Regina”. Madame de la Motte fu subito attirata dalla sorprendente somiglianza della giovane d’Oliva alla ventinovenne Maria Antonietta. E così, il Cardinale Rohan ottenne il segno del favore che desiderava dalla Regina… o, per lo meno, lo credette. In una notte d’estate del 1784, la de La Motte travestì la donna con un abito di batista, lo stesso del famoso ritratto di Maria Antonietta “en gaulle” allora in esposizione. La donna, velata, incontrò brevemente il Cardinale nei giardini di Versailles a tarda notte, proprio come i maligni sostenevano che Maria Antonietta incontrasse i suoi amanti. La falsa Regina diede al Cardinale una rosa e disse ” È tutto perdonato …”, dopo di che si affrettò ad andarsene, lasciando il Cardinale nell’illusione che avesse incontrato Maria Antonietta.

    Il confronto
    Ignara del vero dramma che stava per andare in scena, Maria Antonietta era impegnata nel preparare la parte dell’impertinente ostessa Rosina, nella controversa commedia “Le nozze di Figaro”. In uno dei giorni di prova, arrivò la fattura del Boehmer per la collana ed essa fu eliminata dalla Regina. Più tardi, il Bohmer si recò a Versailles e si rivolse a Madame Campan, dama di camera della Regina, per chiedere il pagamento. Le mostrò le false lettere con la firma della Regina e le assicurò che era stato il Rohan ad acquistare la collana. Alla fine, Maria Antonietta si rese conto della serietà del caso e fece chiamare il Bohmer a Versailles. Era furiosa con il Rohan e altrettanto lo era Luigi XVI. La coppia reale volle un processo. Disposero l’arresto del Cardinale, il più alto prelato di Francia, nella più pubblica maniera: facendogli consegnare il mandato d’arresto nel grande salone di Versailles, alla presenza di centinaia di persone. L’uomo fu portato dinanzi al Re e alla Regina, che gli chiesero spiegazioni dell’imbroglio e non vollero ascoltare le sue dichiarazioni d’innocenza in quanto vittima, anch’egli, di un inganno.

    Il processo
    Il pubblico arresto del Cardinale di Francia aveva già fatto impressione a livello nazionale, ma ciò che il Re e la Regina fecero in seguito non fece altro che soffiare sul fuoco dell’interesse e dell’immaginazione popolare. Il fatto che quel nobiluomo, al quale non aveva rivolto la parola per 15 anni, osasse presumere che lei, Maria Antonietta, lo avrebbe incontrato con un appuntamento segreto, era un grave insulto al suo nome e alla sua reputazione. La Regina oltraggiata volle che il suo buon nome fosse vendicato pubblicamente. La faccenda avrebbe potuto essere risolta senza tanto frastuono a corte o in Vaticano. I consiglieri del Re suggerirono prudenza, ma Luigi XVI – pur dopo qualche esitazione – concesse un pubblico processo davanti al Parlamento di Parigi. La Francia del 1785 non era abituata a tali pubblici eventi: i pettegolezzi sullo scellerato comportamento della Regina erano cosa abituale nella capitale, ma da allora si propagarono per tutta la Francia. L’accusa contro il Cardinale era di lesa maestà, un insulto alla dignità della Regina. Per mesi, la nazione fu presa dal mistero dell’affare della collana e dalle storie sulla reputazione della Regina che avevano convinto il Rohan della sua partecipazione al piano. Il pubblico si faceva incantare dai racconti e dai personaggi, dall’impostora de La Motte, alla prostituta che aveva impersonato la Regina, alla collana da 100 milioni di dollari in gioco, in duri momenti in cui il paese scivolava verso la bancarotta. Per tutta la durata del processo, Madame de La Motte rimase fedele alla sua versione secondo la quale la Regina era dietro a tutta la storia ed era in possesso della collana.

    I verdetti
    Il caso, in cui la dignità della Regina doveva essere difesa, non avrebbe mai potuto essere facile e, benché ella non apparve mai davanti al Parlamento, fu la sua vita ad essere sotto processo. Molti dei giudici potevano credere che Maria Antonietta fosse capace di ciò che si diceva sul suo conto, a causa del suo passato smodato e al suo sregolato stile di vita, e che la credulità del Cardinale fosse fondata. Il Cardinale si attirò la loro comprensione testimoniando la sua devozione nei confronti della Regina e sostenendo che aveva solo desiderato servirla. Ma quello non era un tribunale ordinario: era un tribunale di nobili di Parigi, dove quella dei Rohan era una grande e facoltosa famiglia, dove molti erano in disaccordo con il Re e molti altri provavano risentimento nei confronti della Regina. A tutto ciò bisogna aggiungere le considerevoli somme che il Duca d’Orleans e altri nobili maldisposti sborsavano per danneggiare la coppia reale. Il processo si concluse con l’assoluzione del Cardinale dall’accusa di lesa maestà. Madame de La Motte fu giudicata colpevole di furto e imprigionata dopo essere stata frustata e marchiata pubblicamente. Poiché si dimenava di fronte al ferro infuocato, fu il suo petto ad essere marchiato anziché la spalla. La donna fu sentita da tutti gridare: “È la Regina che dovreste marchiare, non me!”

    Il clamore
    La sera del verdetto, Maria Antonietta si recò all’Opera di Parigi per un evento di beneficenza, nonostante il parere contrario della polizia. Quando fu annunciato il verdetto “Rohan prosciolto”, il teatro dell’opera esplose in un applauso. La Regina, costernata, fu costretta dai fischi della folla a ripartire per Versailles e quando vi arrivò si abbandonò alle lacrime, circondata dalle sue dame. Non era mai accaduto prima che un regnante di Francia fosse ripudiato a causa di un verdetto giudiziario e dalla conseguente pubblica reprimenda. La Rivoluzione era ormai incominciata. A distanza di un anno la de La Motte fuggì a Londra dove, oltre a godersi con il marito i frutti derivanti dal furto della collana, si dette a diffondere pettegolezzi infondati su Maria Antonietta.

    Le calunnie
    I libelli scritti da Madame de La Motte sui presunti appetiti sessuali di Maria Antonietta, sulle orge di Versailles delle quali sarebbe stata protagonista e sulle lettere d’amore tra il Rohan e la Regina fecero sensazione in Francia quando vi furono illegalmente introdotti a migliaia. La propaganda contro Maria Antonietta, che era già un fatto normale nella capitale, grazie all’affare della collana si era ormai diffusa per tutta la Francia. La posizione economica del paese andava peggiorando ed il Re, partecipe del dolore della sua consorte, si rivolgeva sempre più spesso a lei per ottenerne i consigli in materia economica. Il crescente ruolo della Regina e le disgrazie del paese indebolirono la posizione di Luigi e della monarchia. La presenza di Maria Antonietta galvanizzava ed incitava ormai gli oppositori del regime.

    La Rivoluzione
    La Rivoluzione avrebbe potuto essere evitata in Francia, dopo l’affare della collana, proprio come avrebbe potuto esserlo in America dopo il “Boston Tea Party”, ma il corso degli eventi era già entrato in movimento. La monarchia subiva ormai l’umiliazione dei nobili e del popolo e il tutto nella più totale impunità. Gli oppositori del regime avanzavano: prima tra i nobili, poi fra i mercanti e infine tra i contadini, essi si accanirono e non si arresero fino a che la monarchia francese fu violentemente travolta e il Terrore si diffuse nel paese. I nobili che cercavano di ostacolare il potere del Re ed altri che, come Philippe Egalité (il Duca d’Orleans), provavano risentimento nei suoi confronti rimasero prigionieri anch’essi dell’uragano della Rivoluzione. Migliaia di nobili, incluso Philippe, perirono durante la Rivoluzione e così anche i privilegi di cui avevano goduto. Non era sicuramente ciò che volevano quando cercarono di vendicare il Rohan ed infliggere un colpo al Re e alla Regina.

    Il rovesciamento della situazione
    Quando Maria Antonietta venne a conoscenza dell’affare della collana, volle istintivamente che un pubblico processo vendicasse l’offesa arrecata al suo onore e alla sua dignità. Nessuno poteva immaginare che il suo atto d’orgoglio avrebbe innescato il catastrofico sconvolgimento della Rivoluzione nei sette anni che seguirono. Nel 1786, Madame de La Motte fu imprigionata e marchiata; il Rohan fu prosciolto dalle accuse ma obbligato a lasciare la sua carica di Cardinale per una remota destinazione. Maria Antonietta sedeva sul trono, ancora affascinante e potente Regina di Francia, e infliggeva punizione a tutti coloro che osavano ledere il suo onore. In sette anni, la Rivoluzione avrebbe rovesciato le posizioni dei tre giocatori di questa partita. Nel 1793, la de La Motte viveva agiatamente a Londra, dove si era rifugiata dopo la fuga dalla prigione. La fortuna che divideva con il marito dopo il furto della collana aumentò ancora di più, grazie ai suoi libelli contro la Regina che andavano a ruba in Francia. Madame de La Motte era diventata un’eroina della Rivoluzione. Nel 1793, anche il Rohan viveva in mezzo agli agi, in esilio. Nei primi anni della Rivoluzione, egli ritornò in trionfo e fu eletto nell’Assemblea. Tuttavia, il Rohan si accorse dei violenti attacchi della Rivoluzione contro la nobiltà e il clero, compresa la sua famiglia, e fuggì dalla Francia per vivere in esilio il resto della sua vita.

    Il mondo sotto sopra
    Per un impensabile rovesciamento di ruoli, il cacciatore divenne preda. Il 1793 vide la distruzione finale di Maria Antonietta – mortificata, umiliata e infine giustiziata dai suoi stessi sudditi. Gli anni della Rivoluzione portarono via tutto a Maria Antonietta: i suoi palazzi, i suoi gioielli, la sua servitù, i suoi preziosi abiti, i suoi amici e la sua famiglia. Privata della sua bellezza e raffinatezza, delle quali andava orgogliosa, e di tutti i simboli di quella che era stata la sua vita da favola, Maria Antonietta rimase sola. Trasferita in una cella di prigione, era ormai una povera vedova in stracci, invecchiata prima del tempo. Adesso, era LEI ad essere prigioniera, LEI avrebbe dovuto rispondere alle accuse del tribunale rivoluzionario, comprese quelle mosse da Madame de La Motte a proposito dell’affare della collana.

    La Regina ghigliottinata
    Quelle accuse rimbombavano ancora nelle sue orecchie quando, tra i fischi della folla, Maria Antonietta si recava all’appuntamento con “Madame Guillotine”. L’ex-Regina viaggiava ora su una carretta, con le mani legate dietro la schiena e immobilizzata come un animale in catene. Madame de La Motte deve aver gustato la sua vendetta: sette anni dopo che lei era stata frustata, marchiata ed umiliata, era il turno di colei che era stata la causa dei suoi tormenti a ricevere la punizione – Maria Antonietta fu ghigliottinata all’età di 37 anni, la sua bella testa tenuta alta perché il popolaccio potesse festeggiare la sua morte. Così oscillò il pendolo della grande Rivoluzione Francese, dapprima messa in moto dall’affare della collana.

    Link: www.marie-antoinette.org/articles/laffare-della-collana/
     
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