Berkeley Square: la casa del terrore

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    Berkeley Square: la casa del terrore



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    Quest’oggi torniamo a Londra, per parlare di una casa tristemente famosa a causa degli orribili avvenimenti accaduti al suo interno. Si tratta dell’edificio georgiano al numero 50 di Berkeley Square, nel quartiere di Mayfair.: sono almeno tre, i fantasmi che la infestano spaventando a morte i visitatori a tal punto che per tanti anni la casa è rimasta disabitata.

    In un’epoca imprecisata, ma presumibilmente antecedente al 1700, la figlia di uno dei proprietari della casa venne torturata e barbaramente uccisa da un servitore della famiglia, particolarmente sadico, nella nursery. Spesso si sentono i pianti, i sospiri e le richieste di aiuto della piccola, la quale si palesa nelle stanze dell’ultimo piano in lacrime, disperata, torcendosi le mani.

    Nel ‘700 fu una giovane di nome Adeline a trovarvi una morte terribile: in fuga dallo zio violento, cercò di mettersi in salvo saltando dalla finestra. Purtroppo la giovano morì nella caduta e in molti testimoniano di aver visto il suo fantasma urlante precipitare da quello stesso punto ogni volta.

    Si narra anche di un certo signor Myers il quale aveva acquistato la casa per andarci a vivere con la futura sposa; egli l’aveva preparata con amore, arredandola e ristrutturandola appositamente per accogliere l’amata, la quale però lo lasciò alla vigilia delle nozze. L’uomo, distrutto, si rinchiuse nell’abitazione tanto amorevolmente preparata, senza mai uscirne, fino a quando morì. Suoi sono – a quanto pare – i passi pesanti e decisi che si sentono notte tempo salire le scale.

    Da allora, la casa restò disabitata per più di un secolo e durante quegli anni i vicini sentirono spesso urla, rumori di mobili spostati, di campanelle che suonavano e di finestre chiuse con violenza. Spesso, nonostante la casa fosse vuota, vennero trovati i libri ed i mobili presenti nelle sue stanze in strada, come se qualcuno li avesse buttati di sotto.

    Verso la fine dell’Ottocento, ancora un fatto inquietante segnò l’edificio: un certo signor Dupre andò ad abitarvi e rinchiuse in una stanza dell’ultimo piano il fratello, un ragazzo malato di mente e considerato talmente pericoloso che gli si dava da mangiare attraverso una feritoia nella porta, senza mai lasciarlo uscire. Questa stanza divenne, dopo la morte del ragazzo, quella che ancora oggi viene chiamata “la stanza infestata”.

    Ed è proprio qui, che avvennero i fatti più atroci, dove quei poveretti i quali – per sfida o per caso – vi si sono trovati a trascorrere la notte non sono sopravvissuti allo shock.

    La prima vittima fu una cameriera della famiglia che occupò la casa subito dopo il signor Dupre. La giovane dormiva nella stanza infestata: allora non era ancora noto l’orrore che essa trasudava. Una notte, i padroni di casa vennero svegliati di soprassalto da un urlo atroce, che proveniva proprio dalla stanza occupata dalla cameriera. Quando accorsero, la trovarono distesa sul letto, con gli occhi sbarrati ed in preda alle convulsioni: qualcosa l’aveva spaventata a tal punto da farla impazzire e furono costretti a farla rinchiudere in una casa di cura, dove morì il giorno successivo.

    Diversi anni dopo, un nobile scettico, per una sorta di scommessa con degli amici che facevano parte di una società di investigazione del paranormale, decise di passare la notte nella stanza infestata per dimostrare loro che non vi era nulla da temere. Ad ogni modo, per sicurezza, il gruppo installò una campanella che sarebbe servita all’impavido giovane per chiamare gli amici (i quali avrebbero passato la notte al pian terreno della stessa abitazione) in caso di bisogno; egli portò con se anche una pistola. Poco dopo la mezzanotte, la campanella cominciò a suonare con violenza e subito dopo sentirono uno sparo. I giovani corsero al piano di sopra, sfondarono la porta e trovarono l’amico morto, in piedi contro il muro con ancora la pistola fumante in mano, lo sguardo terrorizzato, anche lui con gli occhi che quasi gli schizzavano fuori dalle orbite. Nel muro di fronte c’era conficcato il proiettile sparato, ma nella stanza non c’era niente o nessun altro.

    Una storia simile venne raccontata da Lord Lyttleton, il quale però sopravvisse: anche lui per una scommessa, anche lui armato, trascorse una notte nella stanza infestata. Ad un tratto, nella penombra, gli sembrò che qualcosa gli saltasse addosso, aggredendolo. Sparò un colpo di pistola, ma quando accese la luce, non vide nulla.

    Sorte ancora più tragica toccò a due marinai i quali, arrivati a Londra nella vigilia del natale del 1887, in cerca di un riparo per la notte, capitarono nella casa allora abbandonata senza conoscerne l’orribile storia. Il caso volle che si installassero proprio nella stanza infestata. Non passò molto tempo , che i due sentirono dei passi su per le scale, accompagnati da un fetore insopportabile. La porta venne sfondata da un qualcosa di deforme che si riversò nella stanza. Uno dei due riuscì a fuggire, l’altro invece rimase intrappolato li dentro. Il superstite, spaventato, corse in strada dove trovò un poliziotto. Quando tornarono alla casa, trovarono l’altro morto, impalato sulla cancellata all’esterno dell’abitazione.

    Al giorno d’oggi la casa è occupata dalla libreria Maggs e i commessi parlano ancora di strani avvenimenti all’interno di essa: per lo più, dato che l’accesso ai piani superiori è vietato – tramite un’ordinanza della polizia risalente al 1950 – a chiunque, si tratta di sensazioni, di rumori e di apparizioni tutto sommato innocue, come quella di una nebbiolina marrone che attraversa le stanze.

    Proprietà di: www.leggendemitimisteri.it

    Edited by Leggende Miti Misteri - 4/4/2017, 15:45
     
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